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Una Città 227/2016Editoriale del n. 227
Redazione
Editoriale del n. 227
Una Città 227/2016
Il senso di appartenenza
Belona Greenwood di Antonio Fedele
Lettera dall'Inghilterra di Belona Greenwood.
Una Città 226/2015
Cara Gianna...
Giovanni Farina
Lettera ostativa dal carcere di Catanzaro
Una Città 226/2015
Le prospettive dell'Africa
Massimo Livi Bacci
Un quarto della popolazione mondiale nel 2050. Intervento di Massimo Livi Bacci
Una Città 226/2015
Novecento poetico italiano/6
Alfonso Berardinelli
Marinetti e Palazzeschi. Rubrica di Alfonso Berardinelli
Una Città 226/2015
L'esempio di Margherita
Carlo De Maria
Ricordiamo Margherita Zoebeli, l'educatrice italo-svizzera, con un album di fotografie
Una Città 226/2015
L'islamismo e la sinistra
Michael Walzer di Olga Baldassi Pezzoni
La sinistra, che non esita a combattere gli integralismi delle varie religioni, sembra disorientata dal fondamentalismo islamico, anche nel timore di essere accusata di islamofobia; l’idea che l’islamismo, in quanto anti-imperialista, sia “di sinistra”; nella consapevolezza che non ci sarà una brigata di combattenti di sinistra pronta a partire, l’invito a unirsi a una guerra ideologica contro il fanatismo, a fianco dei musulmani, sue prime vittime. Intervento di Michael Walzer.
Una Città 226/2015
Il discorso del deputato laburista Hilary Benn alla House of Commons il 2 dicembre scorso
reprint di Hilary Benn di Luca Amorosi, Daniela Guenda Regano
Perché dobbiamo intervenire, discorso di Hilary Benn
Una Città 226/2015
Ecologia, lavoro e guerra
Francesco Ciafaloni
Dobbiamo ricominciare. Intervento di Francesco Ciafaloni
Una Città 226/2015
Diario di Angalià
Ghiorgos Tyrìkos-Ergàs, Katerina Efstathìu Selàcha, Elèni Efstathìu Selàcha di Umberto Cini
L’incredibile e commovente diario dell’associazione Angalià, situata nell’isola di Lesbo, che nel giro di poche settimane è passata dal seguire i locali messi in difficoltà dalla crisi allo sfamare e dare riparo a migliaia di profughi in fuga verso l’Europa; l’enorme responsabilità che toglie il sonno, la fame, talvolta la salute e al contempo la scelta, fermissima, di non accettare finanziamenti nazionali e comunitari e di non “fare cassa”. Di Ghiorgos Tyrìkos-Ergàs e Katerina ed Elèni Efstathìu Selàcha.