Franco Cassano insegna sociologia della conoscenza presso l’Università di Bari. E’ autore di numerosi saggi, tra cui Il pensiero meridiano (Laterza ’97) e Paeninsula (Laterza ’98).

La sua riflessione ruota attorno al "pensiero meridiano", che certo è una rivalutazione del Sud, ma anche una riscoperta e un rilancio del pensiero di Camus...
Ci sono molte ragioni per riflettere sul significato del Sud e per cercare di ripartire da esso, e Camus ha sicuramente incoraggiato questa riflessione, visto che nelle pagine finali de L’uomo in rivolta, dalla cui lettura rimasi folgorato, cerca appunto di delineare il concetto di "pensiero meridiano". Per essere precisi, in quel libro Camus usa la parola francese midi, "mezzogiorno", ma mi piacque molto la scelta del traduttore di renderla con "meridiano", tanto è vero che nella versione francese del mio saggio ho tenuto moltissimo al fatto che "meridiano" fosse tradotto con meridien. Io credo, per sintetizzare la mia analisi, che siamo dentro una colossale dismisura che, per usare la metafora dei punti cardinali, ha al suo cuore una prevaricazione del Nord-Ovest.
Viviamo in una società in cui domina il fondamentalismo del Nord-Ovest. Con questo non voglio parlare del Nord come del mostruoso, analizzando le sue caratteristiche solo come difetti. Ogni punto cardinale ha dei precisi attributi e delle specifiche qualità. Il Nord è l’abitudine alla disciplina che viene da una natura più difficile, quindi è la razionalità, il controllo delle emozioni. Tutte caratteristiche che si sono sposate con l’Ovest, che è un po’ l’eterna partenza, la libertà, la scoperta, il varcare l’orizzonte, l’inseguire, controllare, dominare, il voler portare sempre la luce della conoscenza e il sorpassare sempre il limite. Del resto la modernità avanzata è, in buona misura, il coniugarsi forte di queste due dimensioni: l’etica del lavoro e l’etica della scoperta senza misura, senza limite.
L’Est, poi, è la terra, è ciò a cui apparteniamo e da cui proveniamo, è una dimensione olistica che, per certi versi, l’Oriente ci può insegnare. Il Sud, infine, è la perfezione della presenza. Il Sud, almeno per me, non è infatti dominato né dal passato, dall’origine, né dalla destinazione futura, dallo scopo e dal dominio che ci spinge oltre, così come non è dominato dalla colonizzazione di sé del mondo. Il Sud è il primato della ragione sull’emozione e potremmo definire questo modo di essere come una perfezione senza prestazione.
Per esemplificare questo concetto in genere parlo della lentezza: una dimensione della conoscenza, della vita, dell’esperienza che non è riconducibile alle ossessioni della velocità crescente, che invece appartengono agli eccessi caratteristici del Nord. Proprio il prevalere degli eccessi, cioè il favorire alcune caratteristiche a discapito delle altre, è quel che ho cercato di affrontare ne Il pensiero meridiano. In quel libro, fra l’altro, mi soffermo sulla contrapposizione simbolica fra terra e mare, su cui Carl Schmitt ha scritto cose molto stimolanti, e a me sembra che proprio da questa contrapposizione simbolica parta una dismisura oceanica, cioè la messa in discussione del limite. A partire da tutto questo cerco di indicare nel "pensiero meridiano" la possibilità di guardare alla dismisura senza sottostare alle retoriche dominanti.
Questo significa che, per esempio, quando parliamo di fondamentalismo non possiamo pensare solo al turbante, al fondamentalismo religioso, perché c’è anche un fondamentalismo economico, dello sviluppo. Il fondamentalismo, infatti, è quell’atteggiamento che porta una cultura a pensarsi perfetta -la qual cosa, di conseguenza, porta a giudicare imperfette tutte le altre- ed è il motore di un processo di oppressione delle culture differenti: "Io sono la medicina che cura il male e mi applico a dosi crescenti". Questo meccanismo non è solo una violenza simbolica, è anche una grave semplificazione, perché riduce la complessità dei fenomeni e provoca più problemi di quelli che vorrebbe risolvere. Per rispondere a queste dinamiche, il Sud, nei termini che prima accennavo, è una concezione essenziale, anche se occorre stare attenti a non farne un nuovo fondamentalismo. Il Sud va difeso di fronte alla dismisura, vanno difesi i suoi diritti, le sue forme di esperienza. L’esperienza del Sud, e qui s’incontra il tema del Mediterraneo, è segnata dalla dimensione del confine, della frontiera, perché il Sud è il luogo dove i diversi s’incontrano e ...[continua]

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