Cosa pensa della situazione in Iraq e della strategia americana della guerra preventiva?
Penso che questa guerra sia una catastrofe e che non possa portare che a un’altra catastrofe. La spaccatura, il fossato che separa il mondo occidentale dal mondo arabo-musulmano si allargherà enormemente. Se si aggiunge poi il sostegno di Bush a Sharon, cioè all’estremismo israeliano, non possiamo che prevedere il peggio.
Come vede questo intreccio nell’amministrazione Bush fra affari e petrolio da una parte e l’ideologia, l’idealismo, la religione, una specie di fondamentalismo, dall’altra?
Bush è circondato da fondamentalisti; lui non capisce quasi niente, ma è circondato da persone che capiscono, che sanno quello che vogliono, che vogliono imporre a tutto il mondo la loro visione di crociata. Per una volta sia le vittime delle crociate che coloro che le fanno sono d’accordo sull’uso della parola “crociata”. E’ una crociata quella che vogliono persone come Wolfowitz e Rumsfeld. Per il resto, basterebbe ricordare che Rumsfeld era il fornitore di armi chimiche a Saddam Hussein nel 1983-’84.
Un uso così spettacolare della prepotenza che effetti psicologici e politici può avere nel mondo?
E’ il terrore. Si parla molto di terrorismo, ma l’amministrazione Bush applica il terrore. I bombardamenti, anche se mirati, su Bagdad sono dei bombardamenti terroristici, non ci sono altre parole per qualificarli. E il terrore non può generare che ribellione: per lottare contro il terrorismo si pratica il terrorismo più violento, tanto più stupido in quanto l’Iraq non c’entrava niente con l’attacco alle Torri, il che, ovviamente, non toglie che Saddam Hussein sia una figura spaventosa.
Tutti si aspettavano che gli iracheni si arrendessero, come se fosse per loro inevitabile. Non pensa che ci sia una sottovalutazione sistematica da parte occidentale dei sentimenti, dell’orgoglio delle popolazioni di questi paesi?
Assolutamente. Quando questa guerra è stata scatenata si potevano immaginare due modelli: una guerra rapida seguita dal crollo del regime iracheno e una guerra di lunga durata; è chiaro che la prima ipotesi si è rivelata radicalmente falsa, perché non è una guerra rapida, siamo già al quinto giorno e la resistenza urbana è molto più forte di quello che si credeva, che credevano gli americani. Hanno annunciato subito la presa di Umm Qasr e quella molto prossima di Bassora e ci si accorge oggi che né Umm Qasr né Bassora sono state prese, che si sono solo aggirate le città, il che, fra l’altro, non sembra una soluzione tattica molto felice.
E’ come se ci fosse una forma di razzismo nei confronti di questo e di altri popoli del cosiddetto terzo mondo...
Assolutamente. Immaginavano che fossero degli analfabeti e affermavano di volerli liberare, ma bombardare un popolo per liberarlo non sembra proprio il modo migliore.
Dopo la “rottura” di Francia e Germania, che ha incontrato il sentimento della maggioranza dell’opinione pubblica di tutti i paesi europei, ora cosa può succedere? Non sarebbe il momento di rompere gli indugi per una costituzione e un esercito europei?
Per il momento non sembra. Con chi si fa questo esercito? Con l’Italia, l’Inghilterra e altri paesi, compresa la Polonia, che approvano l’azione americana? L’esercito europeo non sembra realizzabile nell’immediato, e neanche la costituzione.
In alcuni paesi europei, come l’Italia, c’è una spaccatura fra governi e opinione pubblica…
In Italia, in Inghilterra, in Spagna, anche se questo non ha influito sulle decisioni. Le grandi democrazie occidentali che non ascoltano i loro popoli…
Abbiamo assistito anche a un uso sistematico della menzogna...
Bush si è fatto conoscere nella sua arte della menzogna il giorno in cui ha dichiarato che Sharon è un uomo di pace. Siamo nel mondo di Orwell in cui il Ministero della Guerra si chiama Ministero della Pace e il Ministero della Polizia si chiama Ministero dell’Amore...