Giorni sono a una povera donna di Valmontone è stata pignorata una credenza per L.4,10, terza e quarta rata 1916 di ricchezza mobile intestata a suo marito, Luigi Mattia, buttero.
-Ricchezza mobile? Domandammo. Tuo marito ha forse qualche credito?
-È pieno di debiti, altro che crediti!
È che mio marito era a "mesata” nella tenuta di Collegianturco in territorio di Paliano, e aveva 70 lire al mese, fino a che non fu richiamato, pochi giorni prima che scoppiò la guerra.
-Ma perché quando fu richiamato non dette la denunzia?
La povera donna, sgranando gli occhi, rispose stupita:
-A chi si doveva dare la denunzia, al Governo? Ma se il Governo è stato lui a prendersi mio marito; lo sapeva bene che non c’era più, e che era inutile a mandargli l’esattore...
Nell’ingenuità della risposta c’è tutta la logica e tutto il dramma di questa povera donna, la quale ora si trova in mano il verbale di pignoramento, ove abbiamo letto che Mattia Luigi è iscritto all’art. 80 del ruolo di Ricchezza mobile del Comune di Paliano.
Che deve fare, e che cosa doveva fare è per lei un mistero. E così la credenzina che forma l’oggetto migliore della sua casupola se ne andrà col cursore...
In questo episodio oltre un dramma c’è tutto un metodo esoso di fiscalismo, tutto un metodo che indica come tutto si faccia tra noi senza intelligenza e senza cuore, poiché non è detto che le leggi e i regolamenti, anche in materia di tasse e di esazione, non possano applicarsi rigorosamente, non trascurando la considerazione di certe speciali circostanze. Per esempio: se l’agente credeva di applicare la tassa di R. M. sulle 70 lire mensili percepite dall’operaio, non doveva spingere il suo zelo, o forse il suo favoritismo sino ad applicare la R. M. all’operaio invece che al padrone, lasciando a questo la rivalsa sul salario. E allora il proprietario, che non è un ignorante, avrebbe senz’altro, alla partenza dell’operaio, eseguita la denuncia. Invece...
Ed ecco poi l’esattore, che pignora come niente fosse la credenza, sapendo bene che la credenza non è del debitore (il letto ed i mobili sono portati dalla sposa e non già dal marito). Ma la pignora lo stesso, sapendo bene che per l’opposizione occorre l’avvocato, la carta bollata, cioè parecchie lire che non ci sono, quindi...

da "L’Unità” del 22 dicembre 1916
che lo traeva da "La difesa del contadino”
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