Non si poteva commentare meglio il degrado del Vaticano, portato alla luce con Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI, da come è stato espresso dal quotidiano cattolico francese "La Croix”: "I giochi di potere tra i clan, le influenze degli affari interni della Chiesa italiana e delle sue relazioni con lo Stato offuscano la missione universale della Santa Sede”. Le lotte intestine al vertice della Chiesa, i veleni sparsi da corvi e serpenti intorno alla Curia, i ricatti trasversali tra cardinali e prelati emergono con realismo da questo nuovo lavoro di Gianluigi Nuzzi, già autore di Vaticano Spa, il libro che ha documentato i lati oscuri dell’Istituto opere di religione. A fronte della realtà che emerge dalla pubblicazione delle lettere al Papa e dei documenti del suo entourage, i personaggi che la fantasia di André Gide immortalò nel 1914 nelle Caves du Vatican, appaiono innocue maschere per educande.
Quel che però più inquieta il lettore italiano non è tanto l’assenza di questioni di fede al centro della Chiesa istituzionale, quanto gli opachi rapporti tra il potere vaticano e il potere italiano, come si leggono nei numerosi documenti pubblicati. Il presidente dell’Ior Gotti Tedeschi che invia al segretario di Stato cardinal Bertone una "sintesi del problema Ici” con annotate le diverse strade per aggirare la procedura d’infrazione avviata dalla Comunità europea, strade che sarebbero state "discusse riservatamente” con il ministro dell’economia in carica Giulio Tremonti. Il capo del governo Berlusconi che, imputato al processo Ruby, si rivolge al Vaticano per avere protezione da una "aggressione giudiziaria”, riuscendo ad ottenere il lungo silenzio dei sacri palazzi sugli sconcertanti episodi di etica privata e pubblica. La procura della Repubblica di Roma che viene accusata di portare "un attacco veemente alla credibilità della Chiesa ed alla persona del papa” solo perché l’Ior è stato messo sotto inchiesta per violazione delle norme antiriciclaggio, proprio la questione che ha portato all’eclatante estromissione del presidente Gotti Tedeschi. Il presidente della Camera Gianfranco Fini che è criticato perché ha ripetuto che "neppure la Chiesa si sarebbe opposta alle leggi razziali del 1938”. Un candidato ministro, Lorenzo Ornaghi, che in un incontro riservato con il segretario del papa don Georg chiede il benestare del Vaticano e del Papa per entrare nel governo Monti. Un tale Marco Simeon, definito "figlioccio di Bertone, Geronzi e Bisignani”(il potente faccendiere condannato per avere riciclato all’Ior la maxitangente Enimont) che viene nominato direttore delle relazioni istituzionali ed internazionali della Rai grazie al patronage d’Oltretevere. Un gruppo di ministri e sottosegretari, Franco Frattini, Stefania Prestigiacomo, Angelino Alfano e Pierferdinando Casini che, al seguito di Gianni Letta, presenzia nel 150° dell’Unità d’Italia alla consegna da parte del principe Ruspoli al Vaticano dell’ultima bandiera bianca e gialla dello Stato temporale sforacchiata dai bersaglieri caduti a Porta Pia. Lo stesso sottosegretario alla presidenza del consiglio Letta, pilastro del governo di Silvio Berlusconi, che senza mezzi termini è definito dal segretario di Stato vaticano "il nostro ambasciatore presso lo Stato italiano”. A coronamento di tante improbabili vicende, Nuzzi dà notizia di una cena segreta che sarebbe avvenuta il 19 gennaio 2009 tra Benedetto XVI ed i coniugi Napolitano, preparata da un memorandum al Papa contenente le vexatae quaestiones su cui esercitare pressione sul parlamento italiano. Opportunamente, però, l’autore precisa che "non si può sapere se e in che termini Benedetto XVI abbia espresso queste preoccupazioni a Napolitano” perché "sarebbe grave solo immaginare che un presidente della Repubblica sia destinatario di pressioni o anche solo doglianze e segnalazioni sull’attività legislativa del proprio paese”.
L’interrogativo che sorge dalla documentazione pubblicata da Nuzzi è perché mai i rapporti tra il Vaticano curiale e le alte sfere italiane debbano seguire vie così tortuose, al margine della legalità oltre che dell’etica pubblica. E perché mai, come sostiene il prete di base don Paolo Farinella, "il Vaticano appoggia sempre i corrotti, i corruttori, i ladri e i manipolatori di coscienze”. Si potrebbe pensare che all’origine dell’anomalia clericale nel nostro Paese v’è il regime concordatario che consente alla Chiesa di giocare in Italia sul doppio binario di p ...[continua]

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