Una Città109 / 2002
Dicembre/Gennaio


Da pagina due a pagina sette parliamo di Fiat; LA PALAZZINA DEL COMANDO è l’intervista in cui Pino Ferraris indica quale può essere la linea del Piave dopo la Caporetto Fiat e mette in guardia dal sognare una Torino terziaria e post-industriale.
IL PATRIMONIO DI QUELL’UTILITARIA è sicuramente quello di Torino, che nessuno può portar via; lo dice Maurizio Magnabosco, dirigente Fiat, che ripercorre le scelte passate a cominciare dal confronto con l’’altro modello’, quello Olivetti.
LA QUINTESSENZA DEL TAYLORISMO è quel modello giapponese che tante illusioni ha provocato; la Fiat non si è mai liberata dell’imprinting originario, un fordismo autoritario fondato su parcellizzazione e bassi salari. Intervista a Matteo Rollier.
MA IO DEVO VIVERE QUI? si chiedono tanti giovani del Pilastro, a Bologna, un quartiere discarica per ogni problema dell’amministrazione, dai nomadi ai profughi kossovari, ecc.; come contrastare in situazioni simili la propaganda leghista?
in ottava e nona, l’intervista è a Vito Niccolò Livorti.
LAVANO I MURI, pur di fare qualcosa; e poi chiacchierano, aspettano con ansia il colloquio, fanno domandine per tutto, si ammalano e passano gli anni così, in carcere; l’intervista, in decima e undicesima, è a Daniela De Pietri, delle pari opportunità di Carpi.
Le centrali sono dedicate alla giornata della memoria.
TI ABBRACCIO CON LE MIE BRACCIA ESAUSTE: una madre ebrea scrive al figlio pochi giorni prima di andare alla fucilazione; Vittorio Foa ci parla della memoria e dell’oblio, delle leggi razziali e del silenzio degli italiani, e poi di unicità della Shoah, di Israele, di sua madre che scrisse: “Il giovane Primo è tornato”...
E ANDAMMO A VIVERE IN UN KIBBUTZ PER NOVE ANNI è la testimonianza di Terry Greenblat, israeliana impegnata nel soccorso ai palestinesi in una situazione che volge al peggio; in quattordicesima e quindicesima.
E SHARON STA ASPETTANDO l’occasione per andare alla resa dei conti finale coi palestinesi; secondo Ilan Pappe, storico israeliano, viene al dunque uno dei problemi del sionismo, quello di dover conquistare terre abitate anche da altri; in sedicesima e diciassettesima.
IN QUELLA SCUOLA HO IMPARATO A DISCUTERE è la storia di Claudia Alemanno, giovane pugliese emigrata in Valtellina, lavoratrice transfrontaliera e studentessa, dalle idee di destra; in diciottesima e diciannovesima.
IL DIPLOMA, IL VELO, LA BMW è l’intervista a Salah-Eddine Bariki, sociologo algerino di Marsiglia; i processi di integrazione sono in crisi perché sono in crisi i suoi motori: la scuola e il lavoro, che non c’è; i problemi fra ebrei e musulmani; il rischio di intendere l’antisemitismo come un super-razzismo; in ventesima e ventunesima.
SEME E LIEVITO fu il modo di intendere la fede di Ernesto Balducci; lo ricordiamo con Severino Saccardi, di Testimonianze.
In ultima, ALL’AEROPORTO C’ERA MIO PADRE, è il racconto di Giovanni Salierno, giovane delegato Fiom e militante no-global.