1. Per affrontare un tema così complesso, come i rapporti tra la sinistra e il federalismo, è necessario indicare un punto di vista che consenta di orientarci tra le idee e gli avvenimenti della storia contemporanea. Il mio intento è quello di mostrare che per la sinistra, italiana ed europea, è venuto il momento di sostenere il progetto di una Costituzione federale europea.
Nel passato, in effetti, i rapporti tra sinistra e federalismo sono stati problematici. Attraverso il riesame del passato, si possono forse comprendere meglio le ragioni che militano, oggi, a favore dell’unità d’azione.
Le radici culturali del pensiero federalista e della sinistra risalgono al secolo dell’illuminismo e delle grandi rivoluzioni che hanno plasmato in modo indelebile la politica moderna. Il progetto federalista fu delineato, nei suoi tratti essenziali, negli scritti politici di Kant, che per primo denunciò la natura anarchica dei rapporti internazionali fondati sulla sovranità assoluta degli Stati, in perpetua guerra tra loro. La morale e il diritto, in una situazione di anarchia internazionale, vengono subordinati alla ragion di Stato, perché i sovrani sono costretti, per risolvere le controversie tra Stati, quando ogni altra ragionevole via è preclusa, a ricorrere alla guerra, cioè ad utilizzare i propri sudditi per uccidere altri esseri umani. Per Kant, una Federazione cosmopolitica è dunque necessaria per consentire all’umanità di passare da uno stato di barbarie ad uno stato di civiltà, in cui la pace tra gli Stati venga garantita dal diritto e non dalla forza.
Negli stessi anni in cui Kant rifletteva sui rapporti tra la pace e il federalismo, nel Nuovo Mondo le tredici colonie americane si ribellavano alla madre patria e realizzavano, a Filadelfia, la prima Costituzione federale della storia. Nel Federalist, la raccolta di saggi scritti per convincere i cittadini americani a ratificare la Costituzione, Hamilton sosteneva che il governo federale rappresentava una novità rivoluzionaria nella storia della democrazia e della civiltà perché avrebbe consentito di "allargare l’orbita del governo democratico”. La democrazia diretta fiorisce solo nelle piccole comunità, come la città (la polis dell’antica Grecia), dove è possibile il dialogo diretto tra i cittadini. Nelle comunità di dimensioni nazionali, la democrazia deve essere organizzata mediante le istituzioni della rappresentanza indiretta, dunque il Parlamento. Su spazi continentali, la democrazia, tra diverse comunità statali, può essere organizzata solo mediante la formula del governo federale, cui vengono attribuite quelle competenze che gli Stati membri non possono esercitare efficacemente, come la difesa comune. Lo Stato federale si fonda sul bicameralismo: una camera del legislativo, il Congresso, rappresenta il popolo nel suo insieme; la seconda camera, il Senato, rappresenta gli Stati membri.
Anche la sinistra può rivendicare le sue radici nell’età dell’illuminismo, in particolare nel movimento culturale di critica all’ancien régime, che diffuse tra il popolo gli ideali di "liberté, égalité, fraternité” che innescarono la rivoluzione francese. Ma il programma politico della corrente favorevole all’eguaglianza politica ed economica si definì solo nel corso del secolo XIX, nella misura in cui la rivoluzione industriale, dall’Inghilterra, si diffuse sul continente. Nacque allora la classe operaia che, grazie alla formazione dei primi sindacati e dei partiti socialisti, divenne sempre più consapevole dei suoi diritti e delle sue responsabilità politiche. La critica al sistema capitalistico si tradusse, specialmente nella tradizione marxista, nella necessità di formulare un piano pubblico per garantire un’equa distribuzione del reddito tra le diverse classi. Nella variante comunista, la pianificazione delle risorse umane ed economiche si fondava sull’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione. Nella variante socialdemocratica, che nel corso del secolo XX si affermò definitivamente, il piano si fondava sulla costruzione dello Stato sociale, o welfare State. Nella fase germinale della sinistra, in entrambe le varianti, i rapporti tra piano e democrazia si rivelarono problematici; dopo la rivoluzione bolscevica, le due correnti si inoltrarono su strade diametralmente opposte.
La necessità di concepire il socialismo come un progetto di emancipazione umana, e non come un semplice episodio della lotta nazionale dei proletari di questo o ...[continua]

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