Una Città165 / 2009
Maggio


L’EPOPEA DI REAGAN, LA BELLE EPOQUE DI CLINTON. Una crisi che non è né passeggera ed effimera come sostengono gli economisti neoclassici che hanno fiducia piena nelle capacità dei mercati di autoregolarsi, né la crisi finale di un capitalismo impazzito in preda all’avida finanza; è una crisi intrinseca, inevitabile, ciclica, di sovrapproduzione, seguita a più di due decenni di grande sviluppo che a loro volta venivano dopo i disastrosi anni 70; "la grande epopea" di Reagan fatta di guerre stellari e software e la "belle Epoque” di Clinton; una crisi che doveva arrivare già sette anni fa e che Greenspan, per non piegarsi agli arabi, è riuscito a rimandare inondando il mondo di soldi a interesse zero; per anni moltissime imprese quasi fallite hanno potuto continuare a guadagnare; il problema della ricostituzione dei margini di profitto; l’occasione per riforme radicali che riguardino pensioni, monopoli locali, università; intervista a Cristiano Antonelli (da pag. 3 a pag. 8).
LA CURA E IL TERRITORIO. In Italia, l’istituto della famiglia resta vitale, ma la carenza di politiche dedicate non è indolore e a farne le spese sono soprattutto le donne che infatti registrano bassi tassi di occupazione e fanno pochi figli; le famiglie che decidono di occuparsi dei propri cari non autosufficienti hanno bisogno di sostegno domiciliare e al reddito più che di grandi strutture residenziali, che pure servono; l’importanza che il welfare dell’assistenza, del diritto alla prestazione, recuperi anche la dimensione dei doveri che l’essere cittadino comporta; intervista a Paolo Onelli (da pag. 9 a pag. 12).
AL CAFFE’ ALZHEIMER. Una malattia, l’Alzheimer, dai sintomi non sempre decifrabili, che arriva perlopiù in età avanzata e che in qualche modo colpisce anche chi sta accanto al malato, perché innesca un circuito di rabbia e senso di colpa che ne mina l’equilibrio portando allo sconforto e all’esasperazione; la difficoltà di accettare una diagnosi che non lascia scampo; l’aiuto che può offrire un luogo come il Caffè Alzheimer che i familiari possono frequentare assieme ai loro cari malati, trovando un momento di confronto e sollievo, ma anche la possibilità di scambiarsi piccole strategie, banali, ma fondamentali; intervista a Roberta, Rita, Franco e Patrizia (da pag. 13 a pag. 15).
HO DOVUTO SCEGLIERE. Sempre sull’Alzheimer, l’esperienza di Gisella che dopo un tentativo, fallimentare, di tenere la madre in casa, ha infine deciso di ricoverarla in una struttura specializzata (da pag. 15 a pag. 17).. Inventarsi un lavoro che tiene assieme le diverse competenze acquisite nelle esperienze precedenti, recuperando vecchi colleghi e scegliendo un piccolo distretto periferico e però competente in grado di dare un grosso vantaggio competitivo; la fortuna, in tempi di crisi, di poter vendere prodotti diversi in mercati diversi, e di avere consolidato un rapporto sano con le banche; un paese, il nostro, in cui incomprensibilmente si continua a non studiare l’inglese; l’importanza anche del carattere giusto per un lavoro tanto stancante quanto appassionante fatto di viaggi e incontri con clienti di culture molto diverse, con cui non sempre è facile trattare e che però talvolta diventano amici; intervista a Riccardo Bortolaso (da pag. 18 a pag. 20).
L’ACQUA: DIRITTO O BISOGNO? Si è da poco concluso il quinto Forum mondiale sull’acqua, che a dispetto del nome è un incontro in cui a farla da padrone sono le multinazionali, il cui piano di privatizzazione dell’acqua ormai è palese; la sorpresa di alcuni governi, soprattutto sudamericani, che si sono battuti per il riconoscimento dell’acqua come diritto, mettendo in difficoltà il forum; il silenzio sul fatto che le fonti energetiche alternative hanno bisogno di molta acqua; intervista a Emilio Molinari (da pag. 21 a pag. 23).
Nelle centrali: badanti al lavoro (pag. 24-25).
LA RIVOLUZIONE VIA INTERNET. Paolo Bergamaschi ci parla di un suo recente viaggio in Moldavia, dove l’esito elettorale che ha visto la vittoria dei comunisti ha innescato forti proteste da parte dei giovani che si sono ritrovati anche grazie a Twitter e comunque alla rete; le gravi violazioni dei diritti di alcuni manifestanti; il futuro incerto di un paese dall’economia disastrata in bilico tra Mosca e l’Europa (pag. 26-27).
IL FRANCHISING DEL TERRORE. Il terrorismo jihadista, a differenza di esperienze precedenti come l’Ira irlandese e l’Eta basca, non è centralizzato; il fenomeno dei "gruppi di ragazzi”; la moralità diffusa ovunque per cui non va bene colpire innocenti, usare violenze estreme; il fatto che il terrore colpisce soprattutto paesi non occidentali; intervista a Gary LaFree (pag. 28-29).
CREARE DELLE POSSIBILITA’. Carlos Roberto Caldas, del progetto Axé, ci parla di un’esperienza nata per riportare i ragazzini brasiliani che vivono per la strada in un ambiente familiare e per farli tornare a scuola; la sfida di agganciarli e conquistare la loro fiducia; il problema, grave, della droga e l’importanza di coinvolgere anche altri attori, come il quartiere e i poliziotti; la solidarietà che spesso arriva proprio dalle situazioni più disperate (da pag. 30 a pag. 32).
L’EDITORE DI "ROBA GRAVE”. Giuseppe Laterza ripercorre la storia dell’omonima casa editrice, le cui origini risalgono alla libreria aperta da un Vito Laterza ancora minorenne in quel di Putignano; l’impresa di Giovanni Laterza che, volendo fare l’editore, andò da Benedetto Croce, con cui poi si instaurò un legame, di amicizia ma anche professionale, che durò tutta la vita; la rottura con Gentile, sotto il fascismo e l’inizio delle tante collane; l’esperienza di "Fare Europa” e quella dei "Presidi del libro”, fino ai festival e alle lezioni di storia, dove la gente si mette in fila fin dal mattino presto; quell’idea lungimirante del padre di coinvolgere anche il cugino, creando un tandem che oggi si rivela molto proficuo (da pag. 33 a pag. 37).
NO, ROUSSEAU NON E’ UN TOTALITARIO... Il saggio fondamentale del ’58 di Isaiah Berlin, che andando a cercare le origini del totalitarismo comunista, arriva a trovarle in Rousseau, ancor prima in Kant e nell’idea di una libertà positiva, prescrittiva; un manicheismo da "guerra fredda” che crede nella proclamazione della verità più che nella sua ricerca; il rischio oggi di vedere un islam monolitico e impermeabile alla libertà; l’idea diversa di Bobbio e il valore del dialogo perché nessuna cultura è monolitica; intervista a Nadia Urbinati (da pag. 38 a pag. 43).
STANNO CHIUDENDO DETROIT? Intervento di Gregory Sumner (pag. 44).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 46.
COSE DI POLITICA, di Francesco Giuliari, è a pag. 47.
APPUNTI DEL MESE. Si parla dello spaventoso tasso di detenuti, soprattutto neri, negli Stati Uniti; di un gruppo di giovani di Lahore che nel disastro del loro paese hanno deciso di prendere una piccola iniziativa: raccogliere la spazzatura; del volume del contenuto digitale mondiale che, se stampato, formerebbe una pila di libri in grado di coprire la distanza da qui a Plutone dieci volte e che tra 18 mesi sarà raddoppiato; dell’appello degli Ebrei contro l’Occupazione, della crisi, che ha colpito anche l’analista finanziario del New York Times, del terremoto, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
DA UN VECCHIO FALLITO. Per il "reprint” dell’ultima, la seconda e ultima parte della lettera di Andrea Caffi a Carlo Rosselli.
La copertina è dedicata alla crisi.