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Hai cercato "giada ceri", trovati 10 risultati

Una Città 297/2023
LA PAROLA EDUCATORE
Intervista a Giancarlo Parissi di Giada Ceri
La questione del reinserimento dopo che si è scontata la pena in carcere e la necessità di uscire dalla sola logica del “collocamento” per sviluppare la capacità dell’autoimprenditorialità; l’esigenza di abbandonare l’infantilizzazione del detenuto, talmente implicita nel mondo carcerario da aver contagiato anche gli esterni che vi operano; una relazione con il detenuto che può dare frutti solo ricorrendo al rapporto di educazione. Intervista a Giancarlo Parissi.

Una Città 292/2023
L'AFFLIZIONE
Intervista a Luigi Lombardi Vallauri di Giada Ceri
A differenza che nella giustizia retributiva, fondata sul “male contro male”, portatrice di una sua crudeltà consustanziale e dove la vittima non esiste, in quella riparativa la vittima diventa addirittura giudice e può chiedere tutto o anche niente; in un contesto di privazione della libertà del corpo, l’importanza di salvaguardare la libertà intenzionale, la più importante, e di recuperare il desiderio di beni non esclusivi. Conversazione con Luigi Lombardi Vallauri.

Una Città 289/2022
C'ERA IL RISCALDAMENTO
Intervista a Elisa Taddei di Giada Ceri
Il carattere punitivo del carcere, a causa delle sue condizioni, che va ben al di là della pena da scontare e rende possibile solo un percorso di sopravvivenza, non di “redenzione”; la necessità per i detenuti di vedere il risultato, la fine del lavoro, e la difficoltà a lavorare col teatro con chi ha pene brevi; le attività sono utili ma lo sono altrettanto la possibilità del rapporto coi familiari e le condizioni materiali della struttura. Intervista a Elisa Taddei.

Una Città 286/2022
DISCARICA SOCIALE?
Intervista a Leopoldo Grosso di Giada Ceri
Può l’istruzione avere una ruolo nella “rieducazione” dei detenuti? L'importanza di proporre ai detenuti progetti che li vedano come soggetti e non solo oggetti di intervento; le tante carenze delle inziative in atto e però la ferma convinzione che più il carcere è affollato da non-detenuti, meglio è; le condizioni di qualsiasi misura alternativa: un’abitazione, un lavoro e un senso del proprio vivere, unica vera difesa dalla recidiva. Intervista a Leopoldo Grosso.

Una Città 284/2022
LA DISTRUZIONE DEL SE'
Intervista a Mauro Palma di Giada Ceri
Il carcere come luogo della distruzione del sé corporeo, del sé espressivo, del sé adulto: non ci si muove liberamente, si comunica per domande scritte, si viene infantilizzati; il grande ruolo che può avere la cultura per rimediare, a partire dal teatro; un’edilizia grigia, frutto del pensiero che lì non c’è nulla da pensare; l’abolizionismo, non realizzabile, è stato ed è utile al riduzionismo; una giustizia “ricostruttiva”, non “riparativa”. Intervista a Mauro Palma.

Una Città 280/2021
MA POI SI INCONTRANO DI NUOVO, VERO?
Intervista a Amedeo Savoia di Giada Ceri
Arrivare in carcere per curiosità, con un laboratorio di teatro “alla pari”, in cui vengono coinvolti anche gli studenti, per un pubblico che non sa chi sia detenuto e chi no; il problema dell’infantilizzazione e di come trattare temi sensibili; la scelta, controversa, di portare i carceri fuori dalle città, aggravando l’isolamento, finanche la rimozione, di un’istituzione già chiusa; il problema di cosa succede “dopo”, una volta fuori. Intervista a Amedeo Savoia.

Una Città 278/2021
ESSERE UN PO' RIVOLUZIONARI PER FARE COSE NORMALI
Intervista a Carmelo Cantone di Giada Ceri
Una giustizia che spesso sembra agire con il pilota automatico, mettendo in carcere persone che non hanno commesso reati di grave impatto in termini di pericolosità sociale; l’assenza di una discussione sulla preparazione della dimissione; una popolazione, quella carceraria, che in questi anni è cambiata e dove il disagio psichiatrico si è fatto più intenso e frequente; l’importanza di un approccio fondato sulla riduzione del danno. Intervista a Carmelo Cantone.

Una Città 277/2021
IL SONETTO IN CARCERE
Intervista a Edoardo Albinati di Giada Ceri
Fermo restando che la cultura di per sé non rende più buoni, in carcere, dove si va per tentativi, questo può succedere attraverso la scuola, uno dei pochissimi strumenti a disposizione dei detenuti, per migliorare la loro vita, creando, malgrado lo squallore dell’ambiente, un piccolo spazio di libertà; le oscillazioni continue fra chiusure e aperture, dovute ai cambi di direttori e comandanti e alle periodiche campagne orchestrate da fuori. Intervista a Edoardo Albinati.

Una Città 276/2021
IL CESTO MARCIO
Intervista a Michele Passione di Giada Ceri
E’ il tipo di istituzione, dove non si guarda all’uomo ma al reato, dove ci sono i buoni e i cattivi, che facilita l’uso della tortura; un regime premiale inficiato proprio dalla sua impostazione retributiva, per altro inevitabile ma solo come primo passo; l’esempio non convincente della “lettura in cambio di giorni”; “rieducare”, “redimere”, “emendare”, parole inappropriate, il compito è solo quello di dare una mano al detenuto a capire. Intervista a Michele Passione.

Una Città 274/2021
LA PENA DELLA LETTURA
Intervista a Stefania Amato di Giada Ceri
Il progetto, già in atto in Brasile, di fare del libro uno strumento per il recupero del detenuto: 4 giorni di riduzione della pena per ogni libro letto, con un massimo di 48 giorni all’anno; un modo per rendere concreta l’idea che la “cultura libera” in un mondo in cui, non solo in carcere, l’analfabetismo di ritorno cresce; le limitazioni del 41bis arrivate al numero di 750, diverse delle quali riguardano la lettura. Conversazione fra Stefania Amato e Giada Ceri.