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Hai cercato " israele", trovati 232 risultati

Una Città 112/2003
DALLA STESSA PARTE DEL GIORDANO
Intervista a Hafez al Nimer, Szewach Weiss, Dawid Warszawski di Dawid Warszawski
Attorno al tavolo di una cucina ebraica di Varsavia, i due ambasciatori polacchi, quello palestinese e quello israeliano, a discutere della storia e del presente, degli attentati terribili e degli insediamenti mai fermati, di Rabin, di Arafat e delle possibilità di far la pace con Sharon, dell’essere minoranza o maggioranza, e del sentirsi a casa dopo tanti decenni. Conversazione di Dawid Warszawski con Hafez al Nimer e Szewach Weiss.

Una Città 111/2003
JUS AD BELLUM
Intervista a Carlo Galli di Franco Melandri, Gianni Saporetti
Con un mix micidiale fra guerra di missione, per abbattere un tiranno, e guerra imperialistica ottocentesca, volta alla conquista dell’heartland, gli Stati Uniti hanno distrutto l’ordine uscito dalla II guerra mondiale, fondato sulla rinuncia da parte degli stati sovrani allo jus ad bellum. Quello che si prepara è un nuovo disordine mondiale. Un Occidente senza nord, sud, senza Oriente? Intervista a Carlo Galli.

Una Città 111/2003
L’OASI DI SHEINKIN
Intervista a Roberto Festa di Katia Alesiano
Gli incommunicado di Guantanamo; i palestinesi tenuti prigionieri nel deserto del Negev fuori controllo giudiziario; le leggi statunitensi contro la privacy delle e-mail, degli accessi a Internet, degli acquisti in libreria; la xenofobia delle comunità omosessuali olandesi; in tutto l’Occidente si diffondono insicurezza, diffidenza che favoriscono la promulgazione di leggi liberticide. Intervista a Roberto Festa.

Una Città 111/2003
APRIRSI UNA STRADA
Intervista a Sandi Hilal di Barbara Bertoncin
Andare a scuola a qualsiasi ora, appena si apre il coprifuoco. Far studiare i figli, l’imperativo della maggior parte dei palestinesi. La seconda Intifada così diversa dalla prima, ogni sera una festa, quasi come a voler dimenticare, ormai senza speranza. I taxi collettivi palestinesi che affittano un bulldozer che la strada la inventa. Quella “strada dell’inferno” che oggi è un sogno. Intervista a Sandi Hilal.

Una Città 111/2003
GLI INTERNAZIONALI
Intervista a Ghassan Adoni di Francesco Papafava, Asher Salah
Una resistenza nonviolenta, ma attiva, con interventi improvvisi ai check-point per rimuoverli, con l’organizzazione dell’ostruzione alla demolizione delle case. Azioni portate avanti da palestinesi e militanti internazionali, la cui presenza diventa d’ostacolo all’esercizio della brutalità. L’errore grave di Arafat, quello di essersi assunto la responsabilità di un territorio senza sovranità. Intervista a Ghassan Adoni.

Una Città 111/2003
UN DESTINO COMUNE
Intervista a Manuela Dviri di Francesco Papafava
La scelta sionista fatta da ragazza, l’impegno pacifista, gli amici palestinesi, la preoccupazione per il paese che si autodistrugge, la delusione di Barak, l’odio per Israele di certa sinistra, il figlio che non c’è più... Intervista a Manuela Dviri.

Una Città 110/2003
BOMBE E DEMOCRAZIA
Intervista a Wlodek Goldkorn, Gianni Saporetti, Francesco Ciafaloni, Franco Melandri
La presenza di un’ala fondamentalista di cristiani “rinati” nel panorama politico americano è ormai un dato consolidato; l’ideologia “progressista” di quei neoconservatori che pensano di esportare la democrazia con le bombe; la paranoia di chi vede nell’America e in Israele la causa di tutti i mali; il rischio di una degenerazione delle democrazie dissociate dai diritti umani; l’antiamericanismo e l’odio per chi dalle Torri vendeva obbligazioni a tutto il mondo; il come è decisivo per definire la democrazia. Interventi a un dibattito sulla guerra all’Iraq.

Una Città 109/2002
LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Intervista a Vittorio Foa di Gianni Saporetti, Massimo Tesei


Una Città 109/2002
E ANDAMMO A VIVERE IN UN KIBBUTZ PER NOVE ANNI
Intervista a Terry Greenblat di Barbara Bertoncin


Una Città 109/2002
E SHARON STA ASPETTANDO...
Intervista a Ilan Pappe di Francesco Papafava, Asher Salah
Il rischio che “il gioco” democratico venga abbandonato e che i palestinesi non capiscano che Israele ha l’opportunità storica di eliminarli. La stessa sensazione dell’81 quando si sentiva che Sharon aveva in testa il Libano. La pulizia etnica del ‘48 fu sistematica e perché mai non potrebbe ripetersi? Bisogna capire che il ‘48 per Israele è più rilevante, e più intoccabile, della Shoah e chi discute il ‘48 è un traditore. Intervista a Ilan Pappe.