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Una Città 141/2006
APPUNTI DI UN MESE
Redazione


Una Città 141/2006
TEOLOGIE POLITICHE IN CONFLITTO
Pier Cesare Bori
intervento di Pier Cesare Bori

Una Città 141/2006
RICORDIAMO PIERRE VIDAL-NAQUET
François Gèze, Mohammed Harbi
Pierre Vidal-Naquet, grande storico dell’antichità e strenuo difensore dei diritti umani, è morto a Fayence nella notte tra il 28 e il 29 luglio 2006. Nello scorso numero di Una Città è stata pubblicata l’intervista che ci aveva rilasciato alcuni mesi fa. La notizia della sua morte è arrivata quando il numero era già stampato. A giugno, poco prima che partisse per Fayence gli avevamo chiesto se ci faceva la prefazione a un volume che stiamo preparando sul 1948 in Israele, con saggi di Anita Shapira e Ephraim Kleiman. Con nostro grande piacere aveva accettato. Sapevamo che le sue condizioni di salute erano precarie. La sua prefazione ci è giunta in redazione a pochi giorni dall’aggravamento delle sue condizioni di salute. I funerali si sono tenuti il 2 agosto al cimitero La Gardi, a Fayence.

Una Città 141/2006
QUANDO UN PAESE NON SI ASSUME LE PROPRIE RESPONSABILITA’
Jeff Halper di Alessandro Siclari
intervento di Jeff Halper

Una Città 140/2006
APPUNTI DI UN MESE
Redazione


Una Città 139/2006
APPUNTI DI UN MESE
Redazione


Una Città 138/2006
APPUNTI DI UN MESE
Redazione


Una Città 137/2006
IL POTERE DI DIRE NO
Jeff Halper di Pieralberto Valli
Intervento di Jeff Halper

Una Città 137/2006
GENERALE ARIEL SHARON
Francesco Papafava
intervento di Francesco Papafava

Una Città 137/2006
ISLAM, MARTIRIO E SUICIDIO...
Silvia Serrano, Faleh A. Jabar, Mariam Abou Zahab, Pénélope Larzilliere, Olivier Roy di Gianfranco Iaconantonio
Cosa spinge tantissimi ragazzi, e anche ragazze, musulmani ma a volte anche cristiani, ceceni, pakistani, libanesi, palestinesi e di tanti altri paesi, ad andare a morire per far morire altri uomini? Il nazionalismo e il patriottismo di chi subisce l’occupazione di forze nemiche e straniere, un senso di frustrazione, umiliazione e un desiderio di onore e gloria rintracciabili nei giovani anche in tutt’altri ambienti, anche in Occidente, nonché, infine, un’ideologia internazionalista da “uomo nuovo”, che disprezza ogni identità nazionale. Da un convegno tenutosi a Parigi.