Una sinistra senza visione
Scrivo come americano liberal frustrato. La mia frustrazione non è diretta a Trump […] La mia frustrazione nasce da un’ideologia che per decenni ha impedito ai democratici liberal di elaborare una visione ambiziosa dell’America e del suo futuro, capace di ispirare i cittadini di ogni estrazione sociale e di ogni regione del paese. Una visione che dovrebbe orientare il Partito Democratico e aiutarlo a vincere le elezioni e occupare le nostre istituzioni politiche per un po’, in modo da poter effettuare i cambiamenti che vogliamo e di cui l’America ha bisogno. I progressisti portano molte cose al contesto elettorale: valori, impegno, proposte politiche. Ciò che non portano è un’immagine di quello che potrebbe essere la nostra vita assieme. Fin dall’elezione di Ronald Reagan, la destra americana ne ha sempre offerta una. Ed è quest’immagine -non il denaro, la pubblicità ingannevole, la paura, il razzismo- la fonte ultima della sua forza. Nella competizione per l’immaginario americano, i progressisti hanno abdicato. The "Once and Future Liberal” è la storia di quella rinuncia. [...]  L’homepage del Partito Democratico è la prova più evidente di questa ritirata. Nel momento in cui scrivo, l’homepage del sito del partito Repubblicano ha ben in evidenza un documento intitolato "Principi per il rinnovamento dell’America”, le prese di posizione su undici diverse questioni politiche generali. L’elenco inizia con la Costituzione ("La nostra Costituzione dovrebbe essere preservata, valorizzata e onorata”) e finisce con l’immigrazione ("serve un sistema che protegga i nostri confini, difenda la legge e promuova la nostra economia "). Non esiste alcun documento analogo nell’homepage dei Democratici. Invece, se scorri fino in fondo, trovi un elenco di link raggruppato sotto la dicitura "People”. Ciascun link porta a una pagina pensata per rivolgersi specificamente a un gruppo e a un’identità distinti: donne, ispanici, "americani etnici”, comunità Lgbt, nativi americani, afro-americani, asiatici-americani, isolani del Pacifico… Ci sono diciassette gruppi di questo tipo e diciassette distinti messaggi. Ti potrebbe venir da pensare di essere finito, per qualche errore, sul sito web del governo libanese - non in quello di un partito che propone una visione del futuro dell’America.
Tratto da The Once and Future Liberal. After Identity Politics, di Mark Lilla, Harper Collins. Un libro da tradurre.

Altre scissioni?
Quando sosteniamo che le cause del disastro sono nell’idea stessa del Partito del centro-sinistra, nell’Ulivo quindi e in tutto quello che ne è seguito -l’idea di un bipolarismo fra centrosinistra e destra in un paese che ha avuto il fascismo e quella di un ritorno a un grande partito monopolista circondato da satelliti e con il veto a governare per un 40% di elettorato alle estreme- in tanti convengono che lo scenario tedesco, l’alternanza fra centro e sinistra, sarebbe preferibile, ma che ormai le cose sono andate diversamente e bisogna rassegnarsi. Altri, all’idea che il problema non sia stato né Berlusconi, né Renzi, ma Prodi, D’Alema e Veltroni inorridiscono semplicemente. Eppure non è escluso che le cose possano comunque andare in quella direzione che oggi pare del tutto improbabile. La stessa scissione, malgrado che la maggioranza degli autori la consideri solo una parentesi per poi tornare, una volta abbattuto l’usurpatore, al grande partito del centro sinistra, nei fatti può essere una delle premesse di uno scenario diverso. Se il risultato elettorale non sarà favorevole al Partito democratico (e augurarselo, in questo senso, può essere giustificato, al contrario del mancato appoggio a Gori in Lombardia, scelta oltremodo imbarazzante) non è escluso che il Pd si spacchi in due e da lì si riparta. Un particolare che più insignificante non poteva sembrare, la difesa strenua di Rutelli del simbolo della Margherita, potrebbe essere stato un segnale. Di sicuro se oggi avessimo un centro democratico, con Gentiloni, Letta, Franceschini, Del Rio e altri renziani, capace di tentare di scardinare la coalizione di centro-destra (e neanche una scissione della Lega si può escludere) e un partito socialdemocratico, con Orlando, Bersani, Civati e gli altri, capace di far concorrenza, anche dialogando, coi Cinquestelle, in futuro a rischio scissione pure loro, l’orizzonte non sarebbe meno cupo?
Sempre a questo proposito, un’amica del Pd, per giustificare la grande speranza che la na ...[continua]

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