"In quel periodo la signora Everest [la vecchia balia di Winston Churchill] morì. Appena seppi che era gravemente malata, mi misi in viaggio per Londra per vederla. Viveva con la famiglia di sua sorella a nord di Londra. Sapeva di essere in pericolo, ma tutta la sua ansia era per me. C’era stato un forte acquazzone. La mia giacca era bagnata e quando con le mani mi tastò si allarmò: temeva che prendessi freddo...
Mi recai a Londra per cercare un buon specialista, e i due medici consultati sul caso dissero che era peritonite... Quando tornai al suo capezzale, ancora mi riconosceva, ma passò gradualmente a uno stato di incoscienza. La morte la portò via facilmente. Aveva vissuto una vita così innocente e amorevole, di servizio per gli altri, supportata da una fede così grande e semplice, che non aveva paura di nulla. Era stata l’amica più cara e intima nel corso di tutti i vent’anni in cui ero vissuto...
Quando penso al destino delle povere donne anziane, tante delle quali non hanno nessuno che si prenda cura di loro e nulla per vivere alla fine della loro vita, sono contento di aver avuto un ruolo nello strutturare le pensioni e le assicurazioni che nessun altro paese oggi può vantare e che è di particolare aiuto per queste persone”
Winston Churchill

tratto da "My early life / A roving commission”,
(New York, Charles Scribner’s Sons, 1930)

Winston Churchill (30 novembre 1874 – 24 gennaio 1965)