Valentina Pasquali, bolognese, è laureata in Scienze della Comunicazione. Da tempo vive negli Stati Uniti. Il diario che segue è tratto da http://valentinainamerica.blogspot.com

Domenica 2 marzo 2008
On the road - destinazione Ohio
Washington DC - A due giorni dalle primarie che si terranno in Texas e Ohio, i media americani stanno analizzando le strategie di Hillary Clinton e Barack Obama fin nei minimi dettagli. Dal denaro investito negli spot televisivi (parrebbe che Obama stia spendendo il doppio di Clinton) ai comizi dei due candidati e dei loro sostenitori celebri, (Bill e Chelsea Clinton, Michelle Obama e la lunga lista di politici e personalità che hanno deciso di fare campagna elettorale per l’uno e per l’altra): dove vanno, di cosa parlano, a quali gruppi di elettori si rivolgono. Un aspetto fondamentale delle operazioni strategiche di questi giorni sono le risorse umane e il personale, pagato e volontario, che Clinton e Obama mantengono sul territorio. I lavoratori delle due campagne sono stati trasferiti dagli stati in cui si è già votato verso l’Ohio e il Texas fin dal Super Tuesday del 5 febbraio.
Ora è il turno dei volontari, che stanno viaggiando in queste ore verso i due stati per andare a dare una mano al candidato preferito. Alcuni prendono l’aereo o la macchina. Altri hanno prenotato un posto su uno dei pullman che le due campagne elettorali hanno organizzato per portarli da varie città americane nelle città e paesi che dovrebbero rivelarsi fra i più contesi martedì. Un video del New York Times offre una panoramica di quello che sta succedendo in Ohio. Io parto oggi per Cleveland, proprio in Ohio, per andare a vedere cosa succede nelle operazioni field da qui a martedì.

On the road - Leonardo McDaniel
Cleveland, Ohio - Sulla strada per Cleveland, circa 7 ore di macchina da Washington DC, ci fermiamo a mangiare un boccone a lato dell’autostrada nei dintorni di un’altra Washington, una cittadina persa nel mezzo dello stato della Pennsylvania. Scegliamo Panera, una catena di ristoranti self-service creata a New Orleans e famosa per il pane fresco. Viaggio con un’amica sindacalista, Teya, che ha una spilletta attaccata al cappotto che porta il nome del sindacato per cui lavora, Unite-Here Local 25, e sotto il nome di Obama, che Unite-Here ha deciso di sostenere ufficialmente. Un ragazzino pel di carota con un cappellino da baseball calato sul viso ci chiama dal tavolo di fianco. “Ma sei davvero una sindacalista?” grida a Teya. E viene a sedersi con noi. Leonardo McDaniel, metà italiano e metà scozzese, ha vent’anni ma ne dimostra sedici, con l’apparecchio ai denti e le lentiggini sulle guance. Viene da Los Angeles ma parla con un pesante accento tipico del Sud del paese. Da circa un anno ha lasciato casa e mollato l’università per seguire la tradizione di famiglia e diventare sindacalista, come la mamma e la sorella. Lavora per Service Employees International Union (Seiu) come external, che significa che il suo compito è quello di bussare di porta in porta per convincere i lavoratori a iscriversi al sindacato.
Il suo lavoro consiste nello spostarsi continuamente da un lato all’altro del paese, anche se fa base a Baltimora (da cui probabilmente l’accento del sud). Vive sempre e solo in albergo, la valigia è il suo armadio. Non ha mai un giorno di ferie e lavora anche durante i weekend (ho scoperto che i sindacalisti in America hanno contratti di lavoro molto peggiori di quelli che hanno il compito di far rispettare nelle aziende, ma questo sarà il tema di un altro post più avanti). Dopo i primi dodici mesi d’impiego però Leonardo avrà diritto a due settimane di ferie. “Vado a Cancun (Messico), ebbene sì, avete sentito bene, vado a Cancun a spassarmela”, ridacchia contento. Venerdì pomeriggio due dei suoi capi l’hanno messo in un angolo e gli hanno domandato (“Con quel tono a cui non è che potessi dire di no”) di noleggiare una macchina e andare a Youngstown, Ohio, a bussare sulle porte degli indecisi per convincerli a votare per Obama nelle primarie di martedì.
Quando un sindacato decide di sostenere un candidato per un’elezione, allora gli impiegati del sindacato possono essere utilizzati, durante le loro ore lavorative, per fare campagna elettorale per conto del candidato. Con una limitazione; possono solo contattare i lavoratori iscritti al sindacato medesimo. Così Lenny McDaniel busserà esclusivamente alle porte dei membri di Seiu. La mia amica Teya, invece, per pote ...[continua]

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