Una Città46 / 1995
Gennaio-Febbraio


LA DISERZIONE DALLA POLITICA. Contro la diffusione della xenofobia nei quartieri popolari non basta l'appello etico, bisogna tornare a essere presenti nel sociale. Lo spazio che si creerà per la rimessa in scena di identità forti. Intervista a Marc Lazar. In seconda e terza. Insieme a L'INSANO DECRETO, dove l'avvocatessa Nazzarena Zorzella ci spiega come il decreto sia veramente anti-immigrati: parla solo di espulsioni e le possibilità di sanatoria sono effimere.
\r FAR TORNARE LA FIDUCIA sarà possibile a tre condizioni: la punizione dei criminali, il ritorno dei profughi, libere elezioni. A parlare è Selim Beslagic, sindaco di Tuzla. La lettera da Sarajevo è di Kanita Focak, BOSNIACI A PARIGI di Dzevad Sabljakovic. In quarta e quinta insieme a QUEL PIANTO AL FUNERALE, intervista a Wlodek Goldkorn sulla situazione in Israele dopo la morte di Rabin.
\r Ne IL MASO Reinhold Messner ci parla di culture di montagna e della necessità realistica di coniugare ambiente ed economia. LE ALPI è l'intervista a Helmuth Moroder, sui problemi non conosciuti dell'inquinamento alpino. In sesta e settima.
\r In SOTTO TUTELA Marco Boato fa un quadro poco rassicurante della consistenza di una cultura garantista nel nostro paese, dove, di emergenza in emergenza, la lesione alle garanzie dell'imputato è diventata regola. Il protagonismo, a volte eversivo, dei giudici. Il processo Sofri e quello Andreotti. La necessità di riaffermare che i cittadini non sono sotto la tutela, tanto meno morale, dei giudici. In ottava e nona.
\r In COSTO CONTATTO Annamaria Testa ci parla del lavoro del pubblicitario, riciclatore di significati. In NUOVI LAVORI Aris Accornero ci spiega che inoccupazione non è disoccupazione, che il sud sta prendendo la scia del nord, che il lavoro è ostacolato dalla proprietà della casa. In decima e undicesima.
\r LO SPAZIO MEDITERRANEO è culla di culture e religioni che sempre, anche scontrandosi, si sono influenzate a vicenda. Intervista a Muhamad Arkoun. In dodicesima e tredicesima.
\r IL MIO NOME è l'intervento di Clotilde Pontecorvo ad un seminario a Modena su "come insegnare dopo Auschwitz". 50 ANNI DOPO è il ricordo di Hermann Langbein, scomparso recentemente, animatore della resistenza clandestina ad Auschwitz. In quattordicesima e quindicesima.
\r I RAGAZZI DI PADOVA sono ragazzi del bar che hanno dato vita, insieme a donne e a cittadini comuni, alla più straordinaria rete di solidarietà di questi anni. L'intervista, in ultima, è a Lucia Zanarella. E in copertina: Bologna, quartiere Pilastro.
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