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Una Città 89/2000MOLTO DA RISPETTARE MOLTO DA COSTRUIRE
Intervista a Francesco Ciafaloni di Gianni Saporetti
Nell’immigrazione i cambiamenti sono continui e repentini e le catene migratorie si susseguono e si sovrappongono. Ora è il momento dei rumeni con diplomi tecnici. Il micidiale circolo vizioso fra irregolarità del lavoro nero e permesso di soggiorno. Il problema della sicurezza. Il rischio di far rappresentare un gruppo oltremodo variegato all’esponente religioso del momento. Intervista a Francesco Ciafaloni.
Una Città 89/2000
LA ROTATIVA DEL ‘19
Intervista a Pier Paolo Poggio di Gianni Saporetti
In un mondo che sembra vivere in un presente assoluto, dove la memoria è solo strumentale alla politica, il ricordo dei cicli produttivi e delle macchine che segnarono la vita e le idee delle generazioni del 900 va salvaguardato. Il museo dell’industria e del lavoro che nasce a Brescia. Intervista a Pier Paolo Poggio.
Una Città 89/2000
ERA LI’, DAVANTI A CASA...
Intervista a Anna Milone di Barbara Bertoncin
L’ospedale di fronte funzionava, il peggio era passato, pioveva, alla tv davano un film con Demi Moore, ma intanto la montagna... Intervista a Anna Milone.
Una Città 89/2000
NON LO SO, MA E’ VIETATO E NON FARE ALTRE DOMANDE...
Intervista a Aljosa Drazovic di Barbara Bertoncin
Da un gruppo di una decina di giovani è nato un movimento studentesco che poi si è trasformato in un grande movimento di opposizione che può contare su 100.000 persone. Il tentativo di far passare i ragazzi per traditori della patria per poter scatenare la repressione più dura. Intervista a Aljosa Drazovic.
Una Città 89/2000
PENSA A MOSTAR, AL SUO BELLISSIMO PONTE...
Intervista a Borka Pavicevic di Elena Laurenzi, Anna Proto Pisani
Il veleno nazionalista, diffuso ad arte, ha contaminato persone e cose. 4000 slogan incredibili, canzoni orribili, un lusso sfrenato e kitsch, il rosa più rosa mescolato all’ossessiva retorica del nemico... Poi le città bellissime devastate e la gente che continua a chiedersi perché. Intervista a Borka Pavicevic.
Una Città 89/2000
ESSERE APERTA AL MONDO, IMPARARE LE LINGUE...
Intervista a Natasa Rasic di Barbara Bertoncin
Un gruppo di avvocati indomiti che in questi anni ha difeso chiunque fosse perseguitato dal regime, dai kosovari deportati, imprigionati e condannati a lunghe pene detentive per sedizione, ai giovani di Otpor, sistematicamente ricercati e arrestati, anche per un semplice distintivo... Intervista a Natasa Rasic.
Una Città 88/2000
PART-TIME VERTICALE, JOB ON CALL, BANCA DELLE ORE
Intervista a Marco Mondini di Barbara Bertoncin
Il contratto Zanussi, poi bocciato dai lavoratori, prevedeva il lavoro a chiamata,
una specie di espansione del part-time verticale, che già esiste per star dietro ai picchi
di produzione. La banca delle ore senza obbligo di recupero in due anni, una conquista avanzata, presente in molti paesi d’Europa. La possibilità per gli immigrati di far cinquanta giorni a casa. L’opposizione della Fiom. Intervista a Marco Mondini.
Una Città 88/2000
NATASA E VJOSA
Intervista a Natasa Kandic e Vjosa Dobruna di Barbara Bertoncin, Massimo Tesei
L’incomprensione da parte dell’opposizione serba delle sofferenze dei kossovari. La responsabilità dell’intervento Nato ricade su Milosevic, il che non cancella i dubbi sulle sue modalità. Il grande risultato del ritorno a casa di una popolazione perseguitata e costretta all’esodo. L’odiosa pulizia etnica, fomentata da estremisti nazionalisti, che colpisce i serbi kossovari. Un dialogo fra Natasa Kandic e Vjosa Dobruna.
Una Città 88/2000
LA PECORA DI LONGOMAI
Intervista a Pia Pera di Francesca Caminoli
Sulle colline svizzere la trentennale esperienza di una comunità anarchica, tuttora vitale grazie al rigore dei comportamenti, al pragmatismo del fare, al rifiuto degli ideologismi ma anche delle autoghettizzazioni. L’ideale della fratellanza e la forza dinamica, irrinunciabile, dell’utopia. Intervista a Pia Pera.
Una Città 88/2000
GLI STRATAGEMMI DELLA SOCIETA'
Intervista a Nadia Ait Zai di Elena Laurenzi, Pia Ranzato
L’Algeria dovrà affrontare presto il nodo fondamentale di un codice della famiglia modellato su un diritto mussulmano ancestrale e clanistico, esso stesso malamente inteso teologicamente, che non rispecchia più una società dove la donna è sempre più su un piano di piena uguaglianza con l’uomo e dove le famiglie sono costrette ad aggirare continuamente una legge discriminatoria. Intervista a Nadia Ait Zai.

















