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Una Città 167/2009
QUEL TAGLIO DI CAPELLI DELLA ZIA
Intervista a Giuseppe Burgio di Gianni Saporetti, Massimo Tesei
L’omosessualità “mediterranea”, residuale rispetto a quella “gay”, ma persistente, specie al sud; una scuola che non affronta il tema delle differenze sessuali e l’impotenza educativa del genitore; l’ipotesi sbagliata che ci sia una “zona grigia”, di indecisione, nella formazione del ragazzo. Intervista a Giuseppe Burgio.

Una Città 167/2009
LA MADRE, CHICAGO, HARVARD...
Intervista a Marianella Sclavi di Barbara Bertoncin
L’originalità di politiche e gesti di Barack Obama non si esaurisce nel suo carisma e nell’uso della rete, ma affonda nell’infanzia segnata dalla madre antropologa, nell’esperienza di organizzatore di comunità e ad Harvard. La figura e il ruolo di Saul Alinsky e l’importanza dell’arte di ascoltare. Intervista a Marianella Sclavi.

Una Città 167/2009
L'INGEGNERIA POPOLARE
Intervista a Andrea Ranieri di Massimo Tesei
La frustrazione di una politica in cui per il 90% ci si occupa di equilibri interni e solo per il 10% dei problemi; l’idea pericolosa che per favorire le decisioni si debba ridurre la democrazia; una bella esperienza di democrazia partecipata per prendere decisioni su un progetto altrimenti devastante. Intervista ad Andrea Ranieri.

Una Città 167/2009
LA LEGITTIMITA' DELL'AVVERSARIO
Intervista a Francesco Giuliari di Barbara Bertoncin
Il fallimento del maggioritario in un paese in cui l’avversario è sempre un nemico pericoloso per la democrazia; il fallimento dell’utopia veltroniana: mettere insieme nello stesso partito ex-comunisti ed ex-democristiani; ancora l’antiberlusconismo come unico collante dell’opposizione. Intervista a Francesco Giuliari.

Una Città 167/2009
META' DEL TEMPO A DISCUTERE
Intervista a Guido Viale di Massimo Tesei
Le due anime del 68, quella libertaria e antiautoritaria e quella partitica, autoritaria; la grande differenza di oggi nella diffusione dei saperi e nella capacità di fare già, di costruire, dalle energie alternative, alla gestione dei rifiuti, alla mobilità, eccetera; l’importanza della prossimità e vicinanza. Intervista a Guido Viale.

Una Città 166/2009
IL POTENZIALE DI CAMBIAMENTO
Intervista a Stephen Eric Bronner di Barbara Bertoncin
L’Amministrazione di Obama si sta dimostrando aperta al dialogo, non islamofoba e capace di criticare Israele. La questione, intricata, di Pakistan e Afghanistan. L’importanza di tenere alta l’attenzione in Iran, senza però interferire. L’impegno del ritiro dall’Iraq, ormai improrogabile. Intervista a Stephen Bronner.

Una Città 166/2009
LA MATTINA DOPO IL VOTO...
Intervista a Marina Forti di Barbara Bertoncin
Un’intensa e partecipata campagna elettorale, con grandi novità come i confronti in tv tra i candidati, e grandi speranze e poi la doccia fredda, tremenda, alla comunicazione dell’esito. Un paese fatto per due terzi di giovani, vivace e ospitale con cui il regime dovrà comunque fare i conti. intervista a Marina Forti.

Una Città 166/2009
LA DEMOCRAZIA DELL'OPINIONE
Intervista a Marc Lazar di Alessandro Siclari
Il berlusconismo, che è irriducibile alla persona, alla telecrazia, al populismo, non si può spiegare senza la crisi dei partiti della Prima Repubblica; i punti di rottura e gli elementi di continuità tra le nuove formazioni e i vecchi partiti; il rischio di uno scontro tra generazioni e il problema del Sud. Intervista a Marc Lazar.

Una Città 166/2009
QUANDO I RIFLETTORI SI SPEGNERANNO
Intervista a Zef Muzhani di Gianni Saporetti, Franco Melandri e Rocco Ronchi
Una gestione, quella dei campi per i terremotati, sempre più chiusa e centralizzata, che esclude gli aquilani, ma anche i sindaci locali. Una popolazione che per ora si affida, ma tra cui sta montando un certo malcontento. Le non facili valutazioni sul futuro e la questione, cruciale, dell’università. Intervista a Zef Muzhani.

Una Città 166/2009
I LAVORI UMILI ANDRANNO VIA...
Intervista a Lino Lunardelli di Barbara Bertoncin
Gli anni del boom quando nel solo trevigiano c’erano 7-800 ditte che lavoravano per Benetton; le difficoltà, già allora, di trovare giovani disposti a stare alla macchina; un lavoro che oggi per il 30% consiste nel “recuperare” capi che arrivano da India e Cina. La speranza che l’Europa intervenga. Intervista a Lino Lunardelli.