Lea Melandri, femminista, è stata redattrice della rivista L’Erbavoglio e di Lapis. Da lei curato sta per uscire, presso Baldini e Castoldi, Il desiderio dissidente. Antologia della rivista "L’erba voglio" (1971-1977).

A quasi dieci anni dalla morte di Elvio Fachinelli è in corso la ristampa de "Il bambino dalle uova d’oro" e la pubblicazione de "Il desiderio dissidente", un’antologia di articoli dell’Erba voglio...
Per quanto mi riguarda, ho accettato l’idea di raccogliere alcuni degli interventi più significativi comparsi nella rivista l’Erba voglio soprattutto a causa di un antecedente. Due anni prima della sua morte, mi pare proprio nell’87 (Elvio è morto nel dicembre dell’89), ci siamo rivisti perché Nanni Balestrini e Primo Moroni stavano facendo un libro sugli anni 70, L’orda d’oro, e ci avevano chiesto un capitolo dedicato all’ Erba voglio. In quell’occasione ci siamo ritrovati e abbiamo riletto, ognuno per conto proprio, la rivista, ci siamo detti che era bellissima e che, a parte questo capitolo per il libro, sarebbe valsa la pena di farne un’antologia. Così abbiamo messo assieme frammenti presi da vari articoli e abbiamo costruito una specie di intelaiatura, di canovaccio. Poi nel libro, per ragioni di spazio, il nostro contributo non è stato messo e anche l’idea di fare un’antologia con un editore l’abbiamo lasciata cadere, io perché stavo cominciando la rivista Lapis, con una redazione tutta femminile, Elvio perché sapeva già della sua malattia...
In realtà lui in quell’occasione non mi disse niente, ma lo vidi particolarmente stanco. Anzi, ricordo che con mia sorpresa, lasciandomi, mi disse: "Come fai ad avere l’energia per fare ancora una rivista?", proprio lui che non era certo una persona da dire una cosa del genere, e non era neanche anziano.

Comunque, di quell’incontro rimase l’intelaiatura, una divisione in parti, in capitoli, e dei frammenti che avevamo inserito. Quindi, nel fare l’antologia, mi sono rifatta a quell’incontro, limitandomi a sostituire ai brani gli articoli nella loro interezza e seguendo un criterio di riattualizzazione, per vedere all’oggi cosa può essere ancora di utile lettura, di interesse collettivo.
Contemporaneamente, dietro lunga insistenza, la Feltrinelli ha deciso di ristampare Il bambino dalle uova d’oro, uscito la prima volta nel ’74, che raccoglie quasi tutti gli interventi di Elvio comparsi nelle riviste con cui aveva collaborato dal ’65 al ’73, ossia Il corpo, I quaderni piacentini, e ovviamente l’Erba voglio.
Questo libro copre dunque un arco quasi decennale e rappresenta a mio avviso il suo periodo più interessante, sia dal punto di vista teorico, che pratico, perché Elvio Fachinelli, soprattutto a partire dal ’68, è stato presente non solo con l’occhio di uno straordinario e geniale osservatore di quello che avveniva, ma anche attraverso una pratica sociale e politica straordinaria.
Non a caso l’espressione "teorico-pratico" torna in tutti i suoi articoli perché corrispondeva per l’appunto a un modo di intendere l’intellettualità, la cultura, il sapere, strettamente legato ai cambiamenti che avvenivano e a un impegno per il cambiamento stesso.
Nell’inverno tra il ’67 e il ’68 Elvio Fachinelli si trovava a Trento...
In quei mesi aveva partecipato a un controcorso di psicanalisi e su richiesta dagli studenti aveva anche messo in piedi un gruppo di analisi.
Già nel febbraio era uscito invece Il desiderio dissidente, un’interpretazione interessantissima ed originalissima del fenomeno della dissidenza giovanile, del ’68. Nell’autunno-inverno del ’68-’69 Fachinelli si sposta a Milano e partecipa a un controcorso di pedagogia all’Università e successivamente, insieme anche ad altri studenti del controcorso, mette in piedi l’asilo autogestito di Porta Ticinese, un’esperienza di pratica non autoritaria coi bambini piccoli.
Nel frattempo, col movimento non autoritario degli studenti, era nato un movimento analogo da parte degli insegnanti, che tentavano di avviare all’interno delle proprie classi una pratica non autoritaria, con rimessa in discussione dei ruoli dell’insegnante, di tutto l’apparato istituzionale, del rapporto tra la scuola e l’esterno...
Nacque così un gruppo che si riuniva nello studio di Fachinelli, in via Ansperto, a Milano, per confrontarsi e discutere sugli ostacoli incontrati in questo tentativo. Quello stesso gruppo preparò poi il convegno Esperienze di pratica non autoritaria, che si tenne a Milano, una prima part ...[continua]

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