Tu sei druso e sei capitano della riserva. Com’è la situazione nell’esercito da un punto di vista etnico?
In genere i gregari delle unità che non sono d’elite provengono dalle classi basse della popolazione. Per esempio, la base socio-economica della polizia di frontiera, una sorta di gendarmeria addestrata a garantire l’ordine pubblico, è bassa, in quanto il suo bacino d’arruolamento sono i ceti subalterni, i sefarditi di modesta estrazione sociale, gli etiopi, i nuovi immigrati russi, oppure gente che proviene dalle cosiddette ‘città di sviluppo’ del sud, come Be’er Sheva o Dimona, o del nord, che sono socialmente ed economicamente svantaggiate e dove le opportunità d’impiego sono limitate; beduini, il cui reclutamento è volontario, e drusi compresi. Spesso è gente che non ha altre possibilità d’impiego. Nell’esercito i ceti subalterni sono di norma inquadrati in unità di non particolare rilievo tecnico od operativo; mentre nelle unità prestigiose o addirittura d’elite la maggior parte dei soldati proviene dai kibbutzim, dalle accademie talmudiche nazionaliste, dagli insediamenti nei territori occupati, e sono comunque generalmente askhenaziti.
Dove e come vengono impiegate le unità di elite e dove viene impiegata invece la polizia di frontiera?
Le forze di polizia di frontiera, o la polizia, o le unità dell’esercito non considerate di elite vengono utilizzate in genere per funzioni di sorveglianza nelle città, nei posti di blocco, nei controlli della popolazione, nei luoghi di passaggio dove c’è contatto con la popolazione araba (anche perché i beduini e i drusi parlano arabo e spesso anche i sefarditi); le truppe di elite vengono invece utilizzate soprattutto per azioni di comando specifiche, come, ai primi di marzo, nel popoloso campo profughi di Balata alla periferia di Nablus, dove hanno operato i paracadutisti, che sono considerati un corpo fra i più prestigiosi dell’esercito. All’interno delle unità d’elite, come i paracadutisti, ci sono poi dei reparti di super-comando, il fior fiore delle forze armate, che sono comandati per le azioni più arrischiate, come recentemente, il 3 gennaio, l’arrembaggio alla Karine A che imbarcava delle armi destinate a Gaza.
Dicevi che queste unità di elite non sono formate da gente proveniente da ceti bassi, perché?
La selezione dei soldati che saranno poi inviati nelle unità di elite dell’esercito, o in aviazione, o in marina viene già effettuata nelle scuole medie superiori, dove i ragazzi sono sottoposti ad esami psico-tecnici per esaminarne le attitudini all’addestramento sofisticato e le capacità di resistenza psicologica e intellettuale alle situazioni di grande rischio. Ebbene, tutti questi probabilmente provengono dalle high school il cui accesso è di fatto generalmente consentito a ragazzi di famiglie abbienti.
Chi risulta con un quoziente non sufficientemente alto verrà poi destinato negli uffici, nei servizi logistici, ai posti di blocco, al pattugliamento del territorio.
La selezione dunque viene effettuata molto presto, già nelle scuole. Contestualmente vengono individuati coloro che hanno le attitudini intellettuali e caratteriali per potere servire come ufficiali. Questo, in Israele, discrimina automaticamente la popolazione che ha limitato accesso al sistema educativo di qualità e superiore, che è a pagamento ed è molto caro. Ne consegue che una prima selezione discriminatoria è determinata dalla fortuna economica delle famiglie. Segue la selezione basata sui risultati scolastici, solo apparentemente equanime perché le condizioni iniziali dei ragazzi di famiglia askhenazita sono generalmente ben diverse dai coetanei sefarditi. I primi molto spesso hanno uno sfondo culturale pre-scolastico ed extra-scolastico più articolato dei compagni sefarditi, che li facilita e pertanto ancora una volta la scuola distingue tra askhenaziti e sefarditi.
La cosa poi ha grande rilievo politico. Coloro che serviranno nell’esercito col grado di ufficiale costituiranno la futura elite politica del Paese. In Israele, in politica, nei vari partiti, di fatto soltanto chi ha un grado d’ufficiale ha possibilità di fare carriera. Ne consegue che l’iniziale discriminazione fatta nelle scuole, e confermata nell’esercito, si rifletterà nella conduzione politica del Paese.
Questa discriminazione rimane anche nelle occupazioni civili?
Chi non ha fa ...[continua]
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