Tutti ci siamo adattati al sistema totalitario e lo abbiamo assunto come fatto immutabile, contribuendo a mantenerlo in vita. In altri termini: tutti siamo responsabili (anche se naturalmente ognuno in misura diversa) del funzionamento del meccanismo totalitario, nessuno è solo vittima: tutti contemporaneamente vi prendiamo parte. Proprio per questo ritengo insensato giudicare il triste retaggio degli ultimi quarant’anni come qualcosa di estraneo a ciò che ci è stato effettivamente trasmesso dai nostri padri. Dobbiamo piuttosto accogliere quest’eredità come qualcosa che noi stessi abbiamo permesso. Se l’assumiamo in questo modo comprenderemo che dipende da ciascuno di noi riuscire a superarla. Non possiamo addebitare tutto sul conto di chi ci ha preceduto, e non solo perché questo non corrisponderebbe alla verità, ma soprattutto perché in questo modo si ridurrebbero i doveri che oggi spettano a ciascuno di noi, in modo particolare quello di agire indipendentemente, liberamente, razionalmente e rapidamente. Non illudiamoci: il migliore governo, il migliore parlamento e il migliore presidente in sé non possono fare molto se lasciati soli, ed è profondamente sbagliato aspettarsi delle riforme esclusivamente da parte loro. Libertà e democrazia implicano la partecipazione e la conseguente responsabilità di tutti. [...]

Václav Havel, Discorso di Capodanno del 1990
(Il potere dei senza potere, La Casa di Matriona 2013)