Cari amici,
ancora una volta arrivano tragiche notizie e immagini impressionanti dalla frontiera. Il Marocco è una grandissima isola tra una lunga frontiera chiusa nel deserto e una altrettanto lunga frontiera affacciata sull’oceano e il Mediterraneo, chiusa ai più. Le due principali enclavi spagnole, Ceuta e Melilla, sono come assediate da tantissimi migranti arrivati da sud e costretti a fermarsi qui. Il 24 giugno a Melilla il tentativo di passare le reti-barriera che separano l’Africa dall’Europa in territorio africano, per tanti giovani che evidentemente non ce la fanno più ad aspettare al di qua del muro, ha cagionato molte vittime. Il bilancio è impressionante, si parla di più di trenta morti e ci sono tanti feriti gravi; qualche vittima tra le stesse forze dell’ordine marocchine che hanno reagito al tentativo di passaggio, pur riuscito per molti. Sono ancora una volta Caminando fronteras e l’Associazione marocchina non governativa per i diritti umani a denunciare che il numero delle vittime è più alto di quello ufficiale e Amnesty international a chiedere un’inchiesta indipendente.
Tutto ciò accade poco dopo gli accordi che hanno garantito un ripristino della normalità nei rapporti tra Spagna e Marocco.
Ormai è vissuta come normale la presenza di tanti migranti provenienti da sud in attesa dell’ultimo passaggio. Arrivando in treno a Rabat Agdal, io stesso ho visto alcuni giovani accampati lungo i binari della ferrovia della capitale, città fiore all’occhiello del paese anche per ordine e controllo.
In Marocco oggi non si parla tanto di questi fatti. Piuttosto è l’inflazione galoppante a tener banco nei discorsi. Il prezzo di gasolio e benzina è ormai stabile verso i due euro al litro. I montoni poi, essi pure carissimi a causa della siccità patita nelle campagne, spuntano a centinaia in città in attesa dell’ormai imminente festa grande, Aid Al Adha o del sacrificio, il 10 luglio. Mercati e supermercati si attrezzano e si vedono dunque montoni ovunque, venduti a sei euro al chilo. Significa che un montone medio costa a una famiglia almeno trecento euro. È un investimento importante pari a uno stipendio. Ed è obbligatorio per la mentalità dominante. Negli scarsi bilanci familiari si sceglie questa spesa prima di altre magari più utili. Qualcuno si indebita e paga a rate pur di avere il montone per la festa. Perché è una spesa fatta per Dio. Non c’è argomento che tenga.
In questi giorni cerco di stare il più possibile coi nipotini quando escono da scuola. Stanno continuando ad andarci e per fortuna il clima di Casablanca è rinfrescato dall’oceano... Sono prima di tutto le scuole private a continuare a lavorare. Si dice per non perdere gli introiti di giugno e luglio. Ogni giorno di più mi rendo conto di come questo paese sia pieno di risorse mal distribuite, e chi ha tanti soldi ne chiede sempre di più a chi invece ne ha pochi. Eppure di sabato nei centri commerciali si fa il pieno e tanti comprano o mangiano dal Mac Donald che in proporzione è più caro ma va di moda. Quindi anche i ricchi come i poveri in Marocco paiono aumentare.
I miei nipotini sono tra i più fortunati nella media. Hanno il monopattino per scorrazzare sotto l’occhio vigile dei genitori e del nonno nel piccolo “giardino” in mezzo al traffico del nostro quartiere. Ci sono ragazzini che manovrano automobiline elettriche, trenini, rete per saltare, giostre... tutto è estremamente allettante e Amine e Amire vogliono fare tutto. Siamo addirittura arrivati a scambiare l’uso dei monopattini, molto ambiti dai ragazzini che sono lì a lavorare ma col desiderio di giocare, con brevi giri gratuiti in automobiline. Ci si aggiusta e si socializza anche così.
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