Napoleone considerato protagonista indiscusso della storia europea ha scritto pagine che hanno attraversato i secoli e la vita di milioni di persone. Ma lo studio della storia non ammette valutazioni superficiali e schemi rigidi. è il caso del generale Filippo Paulucci che, acerrimo avversario di Napoleone, si trovò per le sue ambizioni personali e per una splendida carriera militare, a segnare la vita politica di Genova come governatore negli anni tumultuosi nei quali si andavano costruendo i muri fondanti dell’unità di Italia. Paulucci, uomo coraggioso e degno di grande considerazione, controfirmò la condanna a morte di Giuseppe Garibaldi nel 1834 dopo il fallito tentativo insurrezionale, caldeggiato a Genova da Mazzini.
Le tracce della vita avventurosa di Paulucci meritano approfondimento, spogliato da contraffazioni ideologiche, per riconoscergli abilità operative e politiche di grande consistenza. Nato a Modena nel 1779, educato in un collegio di gesuiti il giovane Paulucci, figlio cadetto non aveva titoli per ereditare il patrimonio famigliare. Emigrò in Piemonte alla corte sabauda dove, a soli quindici anni, combatté contro i francesi di Napoleone. Organizzatore di una congiura contro gli invasori fu costretto a fuggire in Austria e si arruolò in quell’esercito. Sposa Guglielmina Francesca Koskull bellissima contessa lituana e viene nominato comandante della fortezza di Cattaro in Dalmazia. Con la pace di Presburgo del 1805 questa regione avrebbe dovuto essere ceduta alla Francia, Paulucci consegnò invece la fortezza ai russi e nel 1807 fu chiamato a Pietroburgo e presentato allo zar Alessandro I. Promosso colonnello fu mandato a combattere i turchi e nel 1810 nominato capo di stato maggiore. In una brillante operazione con soli 800 uomini riuscì a sbaragliare diecimila tra turchi e persiani. Lo zar lo nominò generale a soli 31 anni. Iniziava la sua fortuna.
Con la guerra tra Francia e Russia alle porte, nel 1812 Paulucci è uno dei più ascoltati strateghi militari di cui lo zar si serve per difendere la fortezza di Drissa sul confine occidentale. Questo impegno ha un cronista straordinario: Leone Tolstoj nel suo capolavoro Guerra e Pace, nel terzo volume tra i capitoli IX e XI, racconta: “Si trovavano presso l’imperatore l’autore principale del piano, generale Pfull, Paulucci generale aiutante oriundo del regno di Sardegna… Paulucci c’era perché era ardito e risoluto nelle sue parole… L’imperatore era andato con il marchese Paulucci per la seconda volta a visitare il campo fortificato… Paulucci parlava con molto calore, tutto agitato, rosso in viso, dimenticando l’etichetta lo seguiva e continuava a parlare. Paulucci propose un piano di movimento in avanti e di attacco, che solo, secondo le sue parole, poteva farci uscire dall’incertezza e dalla trappola nella quale ci trovavamo”. La strategia del generale sardo fu vincente e fu ricompensato dalla zar con una forte somma di denaro e il titolo di governatore di Riga.
Nostalgico dell’Italia Paulucci prese contatti con Carlo Alberto e tornò nel regno di Savoia carico di onori e di gloria. Venne comandato, data la sua inflessibile autorevolezza, a governare la piazza di Genova ed ebbe subito a che fare con ragazzi impertinenti, coraggiosi e liberi: i fratelli Ruffini, Pippo Mazzini, Giuseppe Garibaldi di cui firmerà la condanna a morte in contumacia. Si occupò del colera che afflisse la città nel 1837 (eroico medico in città fu Giacomo Mazzini padre del rivoluzionario) gli venne conferito il collare dell’Annunziata che simboleggiava una metaforica parentela con il re. Organizzò il congresso degli scienziati italiani nelle sale dei palazzi genovesi. Impedì l’esposizione del tricolore a un giovane ribelle, tal Goffredo Mameli. Non si adattò ai nuovi tempi. Era un reazionario che con stile militare voleva che nulla cambiasse nella società. Preferì abbandonare Genova e si ritirò a Nizza dove morirà nel 1847 in tempo per non assistere al terremoto politico che un anno dopo sconvolgerà l’Europa intera. Certo perseguitò Garibaldi e amici, ma la sua vita è stata una bella azione cinematografica.