Per Didier Lestrade, fondatore d’Act Up e autore di Pourquoi les gays sont passés à droite la risposta è chiara: una generazione più individualista e meno militante ha portato alla "droitisation” degli omosessuali. Come spiega a Charlotte Rotman, autrice di un breve articolo su "Libération”, si tratta di un cambiamento senza precedenti che trova origine anche nella "strumentalizzazione della causa Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) contro altre minoranze. I gay contro gli arabi e i neri. È la prima volta che questo succede nella storia gay”. Lestrade vede anche emergere un "omonazionalismo”. Peggio: nel mondo omosessuale si è fatto strada il razzismo.
Didier Lestrade, 53 anni, è una figura articolata: critico musicale, scrittore, sieropositivo - una sorta di "guida spirituale” - si era già inimicato una parte della comunità omosessuale quando aveva preso posizione contro chi non usa il preservativo. L’oggetto di questo suo saggio è però la comparsa di una nuova forma di estrema destra, che è riuscita nell’improbabile tentativo di essere "al contempo xenofoba e pro-gay”. Basti ricordare Pim Fortuyn, "neopopulista” e omosessuale. Anche Marine Le Pen sta giocando sulle stesse corde; sta "dragando” i gay, attirandoli sul terreno della critica all’Islam. A Lione a dicembre 2012, la Le Pen ha fatto un discorso emblematico di questa tendenza: "Ascolto sempre più racconti sul fatto che in certi quartieri, non va bene essere né donne, né gay, né ebrei e nemmeno francesi o comunque bianchi”. E così si chiude un nuovo e inedito cerchio, che include tutti tranne uno. Ovviamente gay di destra ce ne sono sempre stati. Ma secondo Didier qui sta succedendo qualcosa di più grave, cioè l’abbandono di un’idea comunitaria associata al rifiuto categorico del "coming out”, così dimenticando che proprio l’affermazione di sé in quanto omosessuale è stato il motore di tante battaglie per i diritti.
(liberation.fr, 13 gennaio 2012)
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