Memoria per legge? 
Il 23 gennaio il senato francese ha approvato una legge che punisce con il carcere chi nega il genocidio degli armeni del 1915. Il provvedimento ha scatenato un aspro dibattito tra favorevoli e contrari. Non c’è però solo la posizione filoturca tra i contrari. C’è anche chi crede che la legge non sia lo strumento giusto per contrastare il negazionismo e che la battaglia sia, cioè, inevitabilmente culturale. 
Già Hrant Dink, il giornalista turco di origine armena assassinato nel gennaio del 2007 da un nazionalista, si era espresso contro "la memoria per legge”. In un’intervista a "L’Express”, nell’ottobre del 2006, a pochi mesi dalla morte, aveva esposto chiaramente la propria posizione. Alla domanda su cosa pensasse di una legge che puniva i negazionisti (già allora in discussione) rispondeva: "Mi oppongo in nome del principio della libertà d’espressione, un diritto universale che non può essere sacrificato in nome dello slogan ‘mai più un genocidio’”. Più pragmaticamente Dink vedeva anche degli inconvenienti per gli stessi armeni che, secondo lui, con una legge del genere, si sarebbero tirati la zappa sui piedi, perché la Turchia a quel punto rischiava di assumere il ruolo della vittima, vedendosi negata appunto la libertà d’espressione. 
I negazionisti, continuava Dink, non vanno portati davanti a un tribunale. E poi c’è un’altra considerazione da fare: "I turchi non conoscono la realtà di quello che è successo nel 1915. Difendono quello che credono di sapere. Questo non è negazionismo, è ignoranza, e non si può fare una legge contro l’ignoranza”, concludeva Dink, che metteva anche in guardia da qualsiasi strumentalizzazione di una tragedia storica fatta a fini politici. 
"Se gli europei sono sinceri”, diceva provocatoriamente Dink alla fine dell’intervista, "devono lasciare che la Turchia progredisca verso la democrazia”. Ma perché possa svilupparsi quel "travaglio della coscienza” che anche la Turchia sta conoscendo attraverso le testimonianze e i dibattiti, non si può varare una legge che di fatto chiude la bocca. E concludeva: "La proposta di legge francese è un testo repressivo che io reputo al rango della legge turca che vieta di parlare di genocidio. Se una tale legge venisse adottata in Francia, chiedendo perdono ai miei antenati, verrei laggiù a violarla, negando io stesso il genocidio. Perché questo testo, così come l’art. 301 del Codice penale turco, è una legge imbecille”.
 (L'Express)
            
            cosa sta succedendo
                
                L'Express / 2012
                Testo di  Redazione Una Città
                
                
            
Genocidio armeno: memoria per legge?
Archivio
Cosa significa pace per gli ucraini
						Una Città n° 312 / 2025 luglio-agosto
					
					
					Oleksandra Matviichuk è presidente del centro per le libertà civili in Ucraina, che ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2022 per il suo impegno nel documentare i crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e gli abusi di poter...
						Leggi di più
L'ORGOGLIO E LA VERGOGNA
						Una Città n° 309 / 2025 aprile
Realizzata da Barbara Bertoncin
					
					Realizzata da Barbara Bertoncin
Arlie Russell Hochschild, sociologa statunitense e professoressa emerita all’Università della California, Berkeley, è celebre per i suoi studi sulle emozioni nella vita sociale e politica. Tra le sue opere più recenti: Strangers...
						Leggi di più
Un partito fuori dal mondo
						Una Città n° 305 / 2024 novembre
Realizzata da Stefano Ignone
					
					Realizzata da Stefano Ignone
Wendy Brown è docente della Fondazione Ups presso l’Institute for Advanced Study in Princeton.  La sua pubblicazione più recente è Nihilistic Times (Belknap Press, 2023). Al momento sta lavorando a un libro provvisoriamente...
						Leggi di più
Chi si prende cura di me? La demografia dell'assistenza
						Una Città n° 305 / 2024 novembre
					
					
					Una delle sfide più significative dell’invecchiamento della popolazione è legata al bisogno di assistenza per un numero crescente di anziani. Inoltre, il contesto della demografia dell’assistenza (Demography of Care) sta notevolm...
						Leggi di più
I NOSTRI SOLDATI I LORO CIVILI
Michael Walzer, filosofo politico, professore emerito dell’Institute for Advanced Study di Princeton, è stato condirettore per più di trent’anni della rivista “Dissent”, con cui tuttora collabora.
Partiamo dal 7 ot...
						Leggi di più


						














