Nadia Ait Zai, giurista algerina, da anni lavora sulla riforma del Codice della Famiglia. Fa parte del collettivo Maghreb Egalité. 

Come funziona l'eredità in Algeria?
La successione è regolata dal Codice della Famiglia del 1984. Questo codice, per quanto riguarda le parte che regola l'eredità, fa riferimento al Corano. Per questo noi del collettivo Maghreb Egalité, lo definiamo un dogma; per questo è così difficile modificarlo anche se, nel corso del tempo, delle scuole giuridiche ne hanno modificato alcune parti.
Oggi, alla morte di una persona la sua eredità viene definita con un atto stipulato davanti a un notaio. In questo documento vengono individuati gli eredi.
Esistono infatti varie categorie di eredi. I primi a essere soddisfatti sono gli eredi legittimi (ahl al fard), individuati direttamente dal Corano che determina altresì la misura dei loro diritti sull’eredità. Per quanto riguarda il sesso maschile sono eredi per quota fissa il padre, il nonno, il marito, il fratello di madre, il fratello di padre e il fratello, sia uterino che consanguineo.
Per quanto riguarda il sesso femminile, invece, si tratta della figlia, la figlia del figlio, la madre, la sposa, la nonna e le sorelle. Quando non ci sono eredi diretti o gli eredi per quota fissa (farđ) non esauriscono i beni ereditari. vengono chiamati in causa gli agnati (asaba), cioè i parenti maschi per via maschile dell’individuo, zii, cugini, ecc. che ricevono una parte o la totalità dell'eredità.
Questi gli eredi, ma le rispettive quote di eredità sono diverse. Può raccontare?
C'è un'evidente disuguaglianza nella ripartizione. È questo il problema. La prima disuguaglianza riguarda figli: il maschio ha diritto al doppio della femmina, sempre.  Inoltre se a sopravvivere è il marito, questi ha diritto alla metà di ciò che era della moglie (l'altra metà va, se non ci sono figli, va ai parenti della donna, altrimenti il figlio ha diritto a un quarto).
Se, invece, a sopravvivere è la moglie, questa eredita un quarto di quello che possedeva il marito. (un ottavo se c'è un figlio). Il resto viene diviso tra i parenti del marito, padre, fratello, sorelle. C'è un'ulteriore discriminazione rispetto alla religione del congiunto. Se colui che sopravvive non è di religione musulmana, non ha diritto a nulla, a prescindere che sia uomo o donna. Al contrario, se muore il congiunto non musulmano, la sposa (o lo sposo) di religione musulmana eredita.
Un altro caso di disuguaglianza si configura nel caso in cui un figlio o una figlia muoiano prima del padre. Il Codice in questo caso privilegia i figli del figlio; i figli della figlia sono esclusi.
I figli in "kafala”, cioè in affido (un istituto giuridico del diritto islamico secondo il quale un giudice affida la protezione e la cura di un minore ad un altro soggetto che non ne sia il proprio genitore naturale, ndr) non hanno diritto ad alcuna eredità, così come i figli nati fuori dal matrimonio, anche se il padre li ha legalmente riconosciuti.
C'è modo di "correggere” queste disuguaglianze?
Certamente. Quando la persona è ancora in vita può prendere dei provvedimenti riguardo la suddivisione del proprio patrimonio. È possibile redigere un testamento o fare una donazione. Il testamento può riguardare solo un terzo dei beni. La donazione, invece, può essere fatta sulla totalità del patrimonio. Si può fare anche una vendita, di una parte o del tutto. In alcuni casi i beni possono infine essere "congelati”, lasciati, cioè, in usufrutto a qualcuno.
Una persona che ha solo delle figlie femmine, ad esempio, può vendere loro i suoi beni. Questo è il caso più eclatante perché un genitore sa che, in assenza di precedenti disposizioni, le figlie perderanno gran parte del patrimonio a favore di zii o cugini che subentrano nella successione.
Questa è una pratica corrente e, anzi, aumenta con gli anni un po' in tutte le fasce sociali della società algerina. Le famiglie avvertono l'ingiustizia di un trattamento diseguale tra figlie e figlie. Nell'ambito del Cidef (Centre d’Inform,ation et de Documentation sur les Droits de l’Enfant) abbiamo condotto un sondaggio sul grado di adesione ai valori egualitari. Nello specifico abbiamo chiesto a mille uomini e a mille donne se fossero favorevoli alla parità nella successione ereditaria. La risposta è stata, nella stragrande maggioranza, dei casi positiva. Sopratutto i genitori che hanno delle figlie cercano di contrastare questa ingiustizia, quella ci ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!