Il 18 a Forlì, organizzato da una Città, il 20 a Siena, su invito del Sindaco e il 22 a Firenze, ancora su invito del Sindaco, verrà presentato il libro Gualtiero Cividalli. Dal sogno alla realtà. lettere ai figli combattenti. Israele 1947-48. Ed. Giuntina 2005.
Si tratta di un libro straordinario, è sufficiente leggerne poche pagine per capire che si è di fronte a un libro di grande valore. La famiglia Cividalli, fuggita da Firenze all'indomani delle leggi razziali, a meno di 10 anni di distanza si ritrova nuovamente a fronteggiare il pericolo dell'annientamento. Poco importa che la storiografia moderna abbia ormai dimostrato che nella guerra del '47 Israele non ha mai corso realmente questo pericolo. Per chi si trovò a combattere allora esso era percepito come assoluto, per sè e per lo Stato appena nato. Nelle lettere che il padre e i tre figli al fronte - Paola, Bona e Piero, allora ventenni - si scambiano c'è tutta l'angoscia per quello che può accadere alle persone, ai propri cari e per quello che può accadere a tutti. Ma già si sente anche l'angoscia di come dopo sarà possibile vivere con i palestinesi, con i "nostri vicini di casa". L'andamento delle operazioni militari, prima difensive poi sempre più offensive, e "l'andamento famigliare", i pensieri, le paure, la salute dei nonni o dei parenti, degli amici e dei vicini si mescolano continuamente. Le riflessioni su ciò che sta accadendo e che potrà accadere a Israele diventano nelle lettere di Gualtiero un tutt'uno con la preoccupazione per Paola, che combatte in un kibbutz isolato per giorni e giorni e sottoposto a violenti attacchi o per Piero, ferito in un bombardamento. Non c'è dubbio che sia un libro che rientrerà con rilevanza nel dibattito storiografico sulla nascita di Israele.
Ma nel libro c'è molto di più, perchè nella vita della famiglia Cividalli c'è l'amicizia con i fratelli Rosselli, c'è una militanza democratica e antifascista, c'è un sogno che non riguarda solo loro ma l'umanità intera. Ma la tragedia incombe, perchè nel momento in cui quel sogno sembra rafforzarsi e crescere in quella lotta eroica e disperata, in realtà sta già vivendo i momenti che segneranno l'inizio di un conflitto senza fine in un groviglio di torti e ragioni.
In un altro periodo sarebbe stato bello presentarlo nelle scuole, ma non è detto che da ottobre non si possa fare. Parliamone.
Massimo
una città / 2010
Testo di una città
17 giugno 2005
Archivio
Parents circle - Robi DamelinRealizzata da Stefano Ignone
Robi Damelin è nata a Johannesburg, in Sudafrica ed è immigrata in Israele nel 1967. Prima di allora era impegnata nel movimento anti-apartheid. Nel marzo del 2002, suo figlio David, 28 anni, è stato ucciso da un cecchino mentre prest...
Leggi di più
Carlo Michelstaedter
Una Città n° 313 / 2025 settembre
Perché un giovane di ventitré anni, qualche giorno prima di discutere la tesi di laurea, si esplode un colpo di pistola alla tempia insanguinando le carte posate sulla scrivania nel suo studio, nella piazza centrale di Gorizia? Era il 17 ott...
Leggi di più
L'ESITO PIU' PROBABILE DI QUESTA CATASTROFE
Nota del 25 ottobre
1.400 uccisi in Israele da Hamas con circa 200 ostaggi; 5.000 uccisi e migliaia di feriti nei bombardamenti di ritorsione israeliana sulla Striscia di Gaza, sottoposta a starvation da Israele. Sono atti che da entrambe le parti contra...
Leggi di più
QUEL FRUTTO AVVELENATO
“Amo le vite che quasi non parlano”, recita un verso famoso di una poesia di Saba del 1944. Da quando, il titolo: “Da quando la mia bocca è quasi muta / amo le vite che quasi non parlano”. Ho invidiato la rapidità e l...
Leggi di più
Editoriale del n. 313, settembre 2025
Una Città n° 313 / 2025 settembre
Dedichiamo la copertina agli ostaggi israeliani finalmente liberi dopo l’orrenda prigionia a cui sono stati costretti dagli islamisti di Hamas per l’unica colpa di essere ebrei israeliani. Qui a fianco dedichiamo la pagina al ritorno a casa, s...
Leggi di più

















