ciao,
troppe cose e il cell. costa una follia. forse riesco a scrivere di piu' domani o cerco un tel pubblico.
siamo al kibbutz haogen, da Yaacov, dove regna la nostalgia per la mensa collettiva, l'educazione collettiva, la socialita', la proprieta' colletiva, eccetera eccetera poi e' un kibbutz povero quindi la privatizzazione ha scavato dei fossati e molti se ne sono andati, alcuni hanno costruito villette e altri sono ridotti in miseria, giovani non ne abbiamo visti.
intanto gli asciugamani che ci hanno dato yaacov e annie hanno il numerino come quando io andavo in colonia. il racconto della chiusura della lavanderia collettiva dove tutti portavano tutti gli indumenti per riprenderli dopo due gg lavati e stirati (i soldati avevano lo stesso servizio entro poche ore) beh, sarebbe da ascoltare: la fine di un sogno.
avevano anche allestito un bel parco per i matrimoni, dopodiche' nessuno ne ha piu' fatti qui dentro, neanche la figlia di yaacov, che pure ci vive. non so, regna una grande tristezza, delusione, amarezza, anche se loro continuano a crederci moltissimo, che fosse meglio prima, che potesse funzionare.
in preda all'ansia ho gia' fatto sette interviste, di cui 4-5 piuttosto buone, 2 un po' cosi'.
le storie sono diverse, ci sono sabra, askenaziti e sefarditi. una delle piu' belle a un palestinese, Aziz, di soli 25 anni veramente notevole.
lunedi' e martedi' siamo state a gerusalemme, giusto per la giornata della riunificazione, con mega manifestazione dei coloni in cui ci siamo trovate imbottigliate, tra l'altro prima di capire di cosa si trattasse. anche se dalla faccia dei palestinesi si poteva intuire che non era una festa comune.
oggi abbiamo intervistato Roni Hirshenson che ha perso un figlio in un attentato qui vicino (e' uno dei fondatori), tra l'altro l'attentato l'aveva lasciato indenne, ma lui e' corso ad aiutare i compagni ed e' stato colpito da un secondo kamikaze (in quell'occasione sono morti 21 soldati). non bastasse qualche anno dopo il migliore amico dell'altro figlio e' stato ucciso a netzarim e questi s'e' suicidato lasciando una lettera in cui diceva di non poter reggere un'altra perdita di una delle persone che gli erano piu' care.
anche Aaron Barnea, ebreo argentino, e' stato commovente, anche lui ha perso un figlio giusto qualche gg prima della fine del suo servizio.
alcune storie sono piene di coincidenze atroci: Barnea qualche giorno "prima" aveva scritto all'allora presidente weizmann una lettera per sostenerlo contro gli attacchi che aveva ricevuto per aver ricevuto una delegazione dei parents' circle - la risposta del presidente gli arrivo' il giorno del funerale del figlio, morto il giorno della memoria in israele.
un colpo al cuore anche il racconto di quando gli uomini in uniforme arrivano con la notizia che non si vorrebbe mai ricevere.
stasera una coppia di una desolazione totale, anche la stanza in cui ci hanno ricevuto faceva venire i brividi, spoglia come una camera mortuaria.
per le foto e' difficile (alcuni erano in ufficio, due sono venuti da yaacov, gli unici in casa erano questi ultimi), ho proposto di mandarmi una foto dei loro cari o una assieme a loro, comunque Barnea e' il coordinatore di tutto ed e' molto disponibile.
quel Frankenthal, il fondatore invece e' un pazzo, un po' troppo assertive e non mi ha fatto una buona impressione comuqnue bisognava parlare anche con lui e qualcosa ne esce. pare abbia lasciato perche' troppo autoritario.
vabbe' per ora tutto qui. non ho scritto prima perche' le prime due interv. mi avevano lasciato un po' perplessa (avevano dato un paio di risposte che sembravano recitate e io mi ero preoccupata), invece il materiale per ora mi sembra buono.
credo sara' difficile mantenere il politically correct (stesso numero di interv. a israeliani e palestinesi), ma forse non ha neanche senso dato che e' un'associazione fondata dagli israeliani e che solo in un secondo momento ha cercato interocutori dall'altra parte. comunque vediamo. io ci provo comunque.
domani andiamo a tel aviv (manuela ci ha invitato a serata mondana in cui ricevera' premio con Massimo Toschi e medico palestinese per quel progetto -con prodi e peres), poi luisa parte e io vado a Hebron.
il giornale come va? e il libro?
saluta tutti, notte
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