Rolando Bianchi Bandinelli, dopo la partecipazione a numerosi progetti europei su tematiche inerenti gli ausili informatici per disabili, si è interessato alle case adattate ai disabili e successivamente si è specializzato nella domotica. Nel 2001 ha fondato il "Laboratorio di Domotica” dell’Isti-Cnr, dove è stato installato un centro dimostrativo sperimentale.

Da tanti anni studi i processi di automazione della casa. Puoi spiegarci cos’è la domotica?
La domotica è l’insieme di tecnologie applicate alla casa e agli ambienti domestici che permette di integrare gli elettrodomestici in modo da agevolarne l’utilizzo.
Si è cominciato a parlare di domotica vera e propria negli anni Sessanta. La parola viene da "domus” e "informatica”, è una contrazione inventata dai francesi, la "domotique”, un termine poi accolto pure da noi italiani e che ora sta prendendo piede anche in America.
Devo dire che, inizialmente, io mi occupavo di case adattate per i disabili, cioè di tecnologia per persone con esigenze particolari. Piano piano, questa tecnologia si è diffusa alle case di lusso e agli yacht.
Come dicevo, la domotica, in sintesi, consiste nell’integrare tutte le applicazioni che stanno in una casa. Per esempio, se c’è una tenda parasole, questa quando c’è vento si chiude automaticamente. Se c’è un sistema d’allarme e si apre una porta in mia assenza, io ricevo una telefonata, eccetera. Ecco, tutte queste applicazioni oggi sono separate, ognuna agisce per conto suo. Se, invece, riuscissimo a integrarle in qualche modo, tutte le applicazioni dialogherebbero tra loro.
Ora, a cosa serve integrare la lavatrice con il frigorifero, perché si devono parlare? Beh, perché si possono avere tutta una serie di vantaggi. Per esempio, se io accendo contemporaneamente lavastoviglie e lavabiancheria, normalmente, in una casa normale salta la corrente. Se queste invece si parlano: "Guarda che io sto consumando corrente”, oppure interviene il forno elettrico: "No, servirebbe la corrente a me”, "Allora tu hai la priorità”, perché magari l’abitante ha fame, vuol mangiare e quindi è meno interessato al bucato. Ecco, tutte queste applicazioni che si parlano riescono in qualche modo a coordinare al meglio quelli che sono i servizi della casa.
Un’azienda italiana, o meglio ex italiana, perché è stata venduta, ha prodotto una cucina completamente domotica, in cui non solo il frigorifero parla con la lavastoviglie, la lavabiancheria, eccetera, ma sa esattamente che cosa c’ha dentro. Devo dire che attualmente il sistema non è ottimale perché bisogna passare gli alimenti al lettore di codice a barre (come si fa al supermercato per pagare). In questo modo però il frigorifero sa esattamente cosa c’è al suo interno, per cui può avvertire quando ci sono delle scadenze: "Il latte sta per scadere; o lo utilizzi o va buttato via”. Può avvertire se manca la scorta minima di latte. O ancora, telefonando dal supermercato, si può chiedere se le uova bastano, e così via.
Se poi uno non ha fantasia, può chiedere al frigorifero, o alla cucina in generale, che cosa si può fare con gli ingredienti presenti in casa. Con uno schermo, viene fatta una ricerca in internet e vengono presentate tutte le ricette possibili senza dover andare a far la spesa. Questa è una cucina che è stata realizzata, non è ancora in vendita, ma è un prodotto già finito.
L’altro dato importante della casa domotica è che gli stessi sensori possono essere utilizzati per funzioni diversificate. Ad esempio, un sensore di presenza che, quando io non ci sono, serve a segnalare l’eventuale presenza di estranei e dare l’allarme; in mia presenza può essere utilizzato per creare l’ambiente più adatto a me, sia termicamente, cioè con la temperatura giusta, sia come grado luminoso, sia acusticamente, per cui se a me piace avere una musichetta di sottofondo, me la mette.
All’Istituto di cultura araba di Parigi, hanno fatto un lavoro analogo: ci sono tutta una serie di oblò che si aprono e si chiudono a seconda della luce desiderata dall’interessato. Infatti, guardando la parete, ci si accorge che magari certi giorni sono quasi tutti aperti a metà, tranne uno che è tutto aperto o tutto chiuso, perché magari la persona che sta lì dentro preferisce così. Ecco, questa è una cosa che, in una casa domotica, è abbastanza semplice da controllare.
Con la casa domotica c’è infine la possibilità di un controllo remoto, a distanza. Magari siamo soliti lasciare la finestra aperta pe ...[continua]

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