"La fine dell’alba”, andrà in scena questa sera al teatro Eliseo, protagonisti gli attori della Compagnia Stabile Assai del carcere di Rebibbia. Si replica domani, 13 giugno, nel penitenziario di Badu ‘e Carros, dove si terrà anche l’incontro conclusivo del corso "La scommessa trattamentale”, durante il quale verrà presentata la dispensa delle giornate di studio svoltesi a febbraio e marzo 2014, realizzata in collaborazione con la Scuola Forense, e a cura dell’avvocato Monica Murru e del dottor Marcello Dell’Anna”. (da "La nuova Sardegna”).

Riprendo brani dagli articoli di giornale attinenti al permesso, ex art. 30 comma 2, che mi è stato concesso per determinati "eventi lieti”, che mi hanno visto protagonista in questi ultimi giorni. È la conclusione straordinaria di un lavoro iniziato con quattro seminari giuridici che si sono svolti tra febbraio e marzo, dove molto interesse aveva suscitato il mio intervento. Forse perché non è stato di taglio accademico ma pragmatico, data la mia esperienza di vita, avendo vissuto nelle patrie galere, sino ad oggi, più di 24 dei miei 46 anni...
Penso sia importante parlarne. Ritengo che tali sviluppi siano il risultato di chi "non accetta di rimanere relegato nell’ombra”, ma lotta affinché prevalga sempre la parte migliore di quelli che siamo oggi e non di quella "fotografia” che ci è stata scattata oltre venticinque anni fa e raffigurante ormai non solo un’immagine sbiadita, ma un’altra persona.

Questo lo devo non solo a me, alla persona che sono oggi e alle reali scelte che ho voluto fare per divenire migliore e poter guardare negli occhi i miei amati familiari e le persone tutte, ma, in un certo qual modo, lo devo anche alle persone con cui dialogo e alle Istituzioni che mi hanno teso una mano. So bene perché sono in carcere. Nulla mi è dovuto. Per questo vorrei anche su queste pagine ringraziare le persone che sono state e continuano a essere i principali fautori di questi straordinari sviluppi umani e sociali, Monica Murru, avvocato del Foro di Nuoro, e tutti i professionisti della Scuola di Formazione Forense di Nuoro, presieduta dall’avvocato Martino Salis.
Come si può vedere dalla mia testimonianza, le carceri, per quanto distanti possano essere percepite da molti, presentano sempre delle risorse, delle sorprese, e lo sguardo di qualche attento giornalista, senza dubbio, può fare molto per la costruzione di una società più giusta. Solo che, molto spesso, proprio i mass media offrono specchi alterati, semplificati e distorti della realtà carceraria, informazioni e dati incompleti, non sempre corretti e spesso legati a visioni ideologiche e opportunismo politico e che, conseguentemente, creano nella coscienza collettiva una visione incompleta e banale di questo "mondo recluso” , certamente non stimolante a riflettere sulla complessità del "mondo reale” e, anzi, a volte una vera e propria narcosi per lo spirito critico.
Ma sono le storie di questi "successi” che andrebbero raccontate perché ritengo che possano essere di valido esempio non solo per tanti detenuti che potrebbero risvegliarsi dedicandosi a qualcosa che non sia solo la gestione di un telecomando, ma anche per la società esterna. E inoltre, leggendo gli articoli che ne parlano, chissà se tanti ragazzi non possano "rimanere folgorati sulla via di Damasco” nel fare la scelta giusta, quella della legalità, anziché quella sbagliata della criminalità.
Io e altri stiamo dimostrando, coi fatti, che la vendetta non paga. L’ergastolo ostativo offende la civiltà e noi meritiamo certamente una seconda possibilità. Almeno una sola...
Marcello Dell’Anna, Badu ‘e Carros, Nuoro