31 luglio. Ma infine, cosa c’è scritto nel Corano?
L’islamologo Rachid Benzine (che abbiamo intervistato nel n. 235 di Una città), e il regista Ismaël Saidi hanno da poco pubblicato un piccolo manuale, intitolato "Ma infine, cosa c’è scritto nel Corano?”, costruito sotto forma di dialogo, per capire appunto cosa dice (e cosa non dice) il Corano. Un modo per affrontare un problema che attanaglia tutte le religioni, perché come ha felicemente commentato un rappresentante della comunità ebraica francese: "Abbiamo tutti i nostri barbuti”.
Nonostante il soggetto sia molto serio, gli autori non temono di adottare un tono umoristico e comunque volto a sdrammatizzare. Ciò su cui Benzine insiste da tempo nei suoi incontri con insegnanti, educatori, ma anche detenuti musulmani è che "il testo è innanzitutto un contesto” e dunque, quando si legge il Corano, bisogna ricordare che il suo contesto è quello della penisola araba del settimo secolo e di un mondo tribale. Nel libro vengono affrontati anche i temi più spinosi, come il rapporto tra violenza e Islam, la poligamia, il velo, ecc., perché l’obiettivo è insegnare ai giovani lo spirito critico, anche davanti a un "testo sacro”.
(liberation.fr)

3 agosto. Morire di carcere
A metà luglio, nel carcere di Ivrea, un uomo di origini tunisine di 37 anni è morto d’infarto, probabilmente per abuso di farmaci.
Sono ormai in molti a denunciare un problema diffuso di abuso di farmaci in carcere.
Il tunisino morto a Ivrea era uno dei 1.811 detenuti stranieri presenti nelle 13 carceri piemontesi. I dati presentati dall’associazione Antigone rilevano come nella regione Piemonte il 45% dei carcerati sia straniero, un dato molto più elevato della media nazionale, che si ferma al 34%.
(Ristretti Orizzonti)

18 agosto. Matrimonio "riparatore”
Dopo il Marocco, l’Egitto, la Tunisia e, ad agosto, la Giordania, finalmente anche il Libano ha abrogato l’odiosa norma che permetteva allo stupratore di evitare la prigione sposando la vittima di violenza. L’articolo 522 del codice penale libanese riguardava diversi crimini: stupro, aggressione, rapimento e matrimonio forzato. In base a quella norma, in caso di un "un contratto valido tra l’autore di uno di questi reati e la vittima”, l’iter penale si fermava e il verdetto, anche se pronunciato, veniva sospeso.
Purtroppo, legislazioni analoghe restano in vigore in alcuni paesi arabi come Algeria, Iraq, Libia, Siria, Kuwait, Territori palestinesi, così come in America Latina, nelle Filippine e in Tagikistan.
In Italia, l’articolo 544 del codice penale ("il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato”) è stato abrogato nel 1981, anche grazie al coraggio di Franca Viola.

20 agosto. Un mare di disperazione
"Cosa sta uccidendo gli americani bianchi di classe media?” L’Atlantic lo scorso marzo aveva intitolato così il pezzo che commentava l’uscita di una nuova indagine di Angus Deaton e Anne Case, gli economisti di Princeton che già nel 2015 avevano lanciato un allarme: mentre i tassi di mortalità di neri, ispanici ed europei migliora, quello dei bianchi peggiora. Le cause: suicidio, overdose e malattie legate all’abuso di alcol e droghe.
Stiamo assistendo a un vero e proprio "collasso” della classe operaia bianca, hanno spiegato i due studiosi. Un "mare di disperazione” sta invadendo l’intero paese. Tra i fattori penalizzanti, oltre alla la bassa istruzione e alla scarsa salute, c’è un problema diffuso di dolore, nel senso di sofferenza fisica che, superati certi livelli, "disintegra” ogni prospettiva lavorativa. La stessa epidemia di obesità è spesso conseguenza di dolore fisico, oltre che di stress.
Ma in generale, il problema non sono tanto i singoli fattori, bensì il "cumulo”: una separazione può portare alla perdita della casa, del lavoro e quindi dell’assistenza sanitaria, alla lontananza dai figli. Ma soprattutto c’è la percezione di stare arretrando. Mentre infatti neri e ispanici, per quando svantaggiati, complessivamente vedono migliorare le loro condizioni, i bianchi poco istruiti vedono davanti a loro un declino inesorabile. (washingtonpost.com)

22 agosto. L’ironia della storia
Nel numero di agosto de "Le scienze”, Roberta Villa ha intervistato Raymond Schinazi. Schinazi, scienziato pioniere degli antivirali, mai avrebbe immaginato di essere accolto in Egitto come eroe nazionale. I suoi genitori, ebrei sefarditi che vivevano a Livorno, partiti alla volta della Lib ...[continua]

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