Luca Ricolfi, sociologo e docente universitario, recentemente ha pubblicato La frattura etica. Saggio sulle basi etiche dei poli elettorali (Trauben 2001), consultabile anche alla pagina web www.polix.it. Su questo tema rimandiamo anche all’intervista del numero scorso di Una città.

Quali sono i principali spostamenti elettorali segnalati dal voto del 13 maggio?
Direi che sono almeno tre.
Primo. Crollo dei partiti estremi e dei partiti radicali di centro. Per partiti estremi intendo i tre soli partiti che si richiamano esplicitamente e orgogliosamente alle tragedie del passato (i due partiti comunisti e la Fiamma tricolore). Per partiti radicali di centro intendo la Lega, la lista Bonino-Pannella, e in parte anche i Verdi. Questo insieme di partiti aveva quasi il 25% dei consensi alle elezioni del 1996, scende a circa il 13% nel 2001. La differenza in parte confluisce verso la lista Di Pietro (3.9%), ma in misura ben maggiore premia Forza Italia e la Margherita, ossia i due partiti ideologicamente più leggeri dei due schieramenti. Ds e An non beneficiano della depolarizzazione del sistema, forse perché percepiti come ancora troppo legati alle rispettive ideologie di partenza.
Secondo. Tradizionalmente le elezioni di mobilitazione premiavano i due partiti maggiori (Dc e Pci), e prosciugavano i satelliti. Il 13 maggio l’elettorato ha premiato i partiti dei due leader, ossia Forza Italia (partito di Berlusconi) e la Margherita (partito di Rutelli). Dunque ci troviamo di fronte a un fenomeno nuovo: con il rafforzamento del bipolarismo sembra che gli “attrattori” del consenso stiano diventando i leader dei due schieramenti.
Terzo. Cambia drasticamente la geografia del voto. La sinistra, che prevaleva nel centro-sud, ora prevale nel centro-nord. E la destra, che prevaleva nel nord e in Sicilia, ora prevale nel Mezzogiorno. Il nord è l’unica area del paese in cui il centro sinistra va avanti.
Ma l’elettorato nel suo insieme si è spostato verso destra o verso sinistra? In altre parole la sinistra ha perso perché ha sbagliato le alleanze o perché la società italiana va a destra?
La sinistra ha perso per entrambi i motivi. Innanzitutto perché non ha capito la lezione delle due elezioni precedenti (1994 e 1996), in cui la vittoria non è andata alla coalizione più omogenea bensì alla coalizione più inclusiva. L’elettore italiano medio non sembra particolarmente preoccupato della governabilità, e quindi della compattezza della propria coalizione, ma semmai del fatto che la coalizione scelta includa il partito che meglio lo rappresenta. Ciò conferisce un decisivo vantaggio alle coalizioni ampie e quindi eterogenee.
Ma la sinistra ha perso anche perché l’elettorato italiano è andato verso destra. E’ difficile vedere questo spostamento “a occhio nudo”, ma se si fanno i calcoli in modo omogeneo (in particolare tenendo conto del cambiamento di alleanze della Lega e della composizione interna delle forze di centro) è abbastanza inevitabile concludere che lo scarto fra destra e sinistra è cresciuto sensibilmente in questi cinque anni. Una stima ragionevole suggerisce che destra e sinistra fossero più o meno alla pari nel 1996, e che da allora la destra abbia guadagnato un paio di punti e la sinistra ne abbia persi tre.
Si può dire che la sinistra ha perso anche perché ha esagerato nella demonizzazione di Berlusconi?
Si può anche dire, ma non ci sono prove empiriche a sostegno di questa tesi. I principali indizi di cui si dispone suggeriscono, semmai, l’interpretazione opposta. Il surriscaldamento della campagna elettorale, cui la demonizzazione ha indubbiamente contribuito, sembra aver fatto rientrare gran parte dell’astensionismo di protesta delle Europee, che era costituito in misura considerevole da elettori di sinistra delusi. Inoltre l’unico spostamento significativo di consensi a favore del centro sinistra è avvenuto proprio dopo l’intervento dell’Economist, ossia a cavallo fra la fine di aprile e l’inizio di maggio. La mia stima (molto approssimativa) è che il surriscaldamento della campagna elettorale abbia portato alla sinistra circa un milione di voti.
Dunque la demonizzazione ha funzionato. Ma indipendentemente dalla sua efficacia, lei cosa pensa di questo tipo di strategia comunicativa?
La demonizzazione è un meccanismo molto complesso e multiforme. Innanzitutto esistono fondate preoccupazioni di tipo liberale (inchieste aperte su Berlusconi, conflitto di interessi, eccesso di potere tele ...[continua]

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