Caro Dan, ero riuscito a venirti a trovare appena una settimana fa: una domenica, come oggi. Ci siamo visti nel tuo appartamento di Tel Aviv, per pochissimo, venti minuti circa. Abbiamo parlato di tante cose, prima che ti recassi in ospedale. Abbiamo parlato di come proseguire il lavoro del Prime (Peace Research Institute in the Middle East ), abbiamo parlato del materiale informativo, degli insegnanti da coordinare, e di altre questioni di logistica.
Ero seduto proprio accanto a te quando mi hai raccontato della nuova sedia che tua moglie Tammy ti aveva regalato. Sembravi rilassato, comodo, ma sapevo che eri esausto. Mentre uscivamo dall’appartamento per andare all’ospedale volevi mostrarmi la rampa che avevi fatto mettere davanti all’appartamento perché ti potessi muovere con più facilità; io ti ho risposto che ero di fretta, che però sarei tornato presto per vederla. Ora sono tornato a trovarti, Dan, ma tu hai deciso di andartene prima del tempo, senza aspettarmi.
Mi ricordo distintamente che, mentre ti mettevano in macchina, ho provato il più possibile di accarezzarti, darti un bacio, tenerti le mani… Quei momenti preziosi resteranno per sempre nel mio cuore e nella mia mente. E’ stato un privilegio, per me: mi è sembrato che quei venti minuti valessero quanto secoli e secoli.
Dieci anni fa, nel 1998, io, te e altri insegnanti palestinesi e israeliani abbiamo dato il via al nostro progetto (Prime), assumendo il ruolo di condirettori. La tua lungimiranza ci ha suggerito di collocare la sede dell’istituto alla scuola Talitha Kumi, in modo che per entrambe le parti l’accesso fosse più facile. Hai dato talmente tanto alla missione del Prime, contribuendo ai suoi obiettivi, ai suoi progetti… Uno di quelli più importanti è stato il “Progetto sulla tradizione orale”, in cui venivano intervistati rifugiati palestinesi ed ebrei israeliani; con quel materiale abbiamo prodotto il video “From Biet Jibreen a Kibbuz Revadim”. Poi abbiamo realizzato “Apprendere le rispettive narrazioni storiche”, che riassume le versioni narrative israeliane e palestinesi del ventesimo secolo; purtroppo, sei mancato prima che potessimo completarlo. Gli insegnanti palestinesi ed israeliani, che ti hanno sempre voluto bene e rispettato, sono votati al completamento di questo progetto, ed il loro lavoro al Prime sarà dedicato alla tua memoria.
E’ vero, discutevamo, eravamo spesso in disaccordo, litigavamo, ma alla fine ci riconciliavamo sempre e continuavamo a collaborare, con lo stesso rispetto reciproco.
Il nostro rapporto non era solo professionale, ma includeva le nostre famiglie; e ricordo in particolar modo quando entrambi abbiamo avuto il primo nipotino… Ad ogni Ramadan, con i tuoi familiari ne celebravamo la fine cenando insieme. Siamo nel periodo di Ramadan. Continueremo a ricordarti ad ogni Eid-al-Fitr, il banchetto che conclude il Ramadan. Ricordi come le nostre mogli ci invidiassero, per tutto il tempo che passavamo insieme?
Tu credevi nel diritto palestinese di costituire il proprio Stato indipendente, e vivere in pace con Israele. Te ne sei andato prima di vedere qualche risultato, ma stai pur tranquillo che hai lasciato dietro di te studenti, colleghi, parenti e amici che desiderano proseguire sul tuo cammino. La tua perdita mi ha spezzato il cuore. Credevo e credo ancora in tutto ciò per cui hai lottato, e continuerò a lavorare al nostro progetto. Il mio cuore è con te e con i tuoi parenti vicini e lontani (tua moglie, i tuoi figli ed i tuoi nipoti). Teniamo caro nei nostri cuori e nelle nostre menti il ricordo di una persona che ha sicuramente fatto la differenza nel mondo. Continuerò a convivere nel tuo ricordo, Dan, finché avrò vita, anche se adesso mi sento molto solo e abbandonato…
Sami Adwan
7 Agosto 2008