Cari amici,
io non mi sento minacciata. Ho parlato con i miei vicini e neppure loro si sentono minacciati. La signora che abita due porte più in là nemmeno. L’oste all’angolo non si sente minacciato. Il postino per strada, figuriamoci. L’uomo che lavora al ristorante fish&chips, neanche lui. Siamo tranquilli perché non ci sembra che la nostra democrazia sia messa a repentaglio da una serie di risibili frodi elettorali che vengono commesse nel nostro paese. Nel 2022 si sono verificati 193 casi nell’intero complesso di elezioni tenutesi, incluse quelle per il sindaco, per i consigli comunali e quelle suppletive dei vari distretti che costituiscono il Regno Unito. Delle 179 segnalate alla polizia solo una ha comportato un’azione formale e solo un’altra è finita davanti a un tribunale. Dunque, appena due frodi accertate in tutto il 2022; gli altri casi sono stati tutti archiviati. Insomma, tutto tranquillo. I numeri registrati negli anni precedenti sono altrettanto risibili; a quanto pare, nel nostro paese non abbiamo questo problema e possiamo dormire sonni tranquilli. Tutti questi dati -peraltro- provengono dalla Commissione elettorale, cioè sono dati dello stesso governo.
Eppure… eppure rischiamo di essere travolti dall’allarmismo dell’autorità che ora dice di voler scongiurare ogni possibile attacco alla democrazia mosso proprio da noi, dal popolo, che potremmo manipolare il voto democratico. Il governo ha ora introdotto delle leggi per costringere ogni elettore a presentarsi al seggio con un documento corredato di foto per poter votare.
Nulla sembra impedire a questo governo conservatore di portare avanti questa reazione spropositata e annessa legislazione con lo scopo di manipolare le elezioni. È un attacco in piena regola e, come ha scritto un editorialista questa settimana, dobbiamo tenere alta l’attenzione.
Il problema non è solo il provvedimento che rende obbligatorio recarsi al seggio con un documento; il fatto è che questo documento dev’essere di un tipo particolare. Siamo un paese costantemente sotto sorveglianza, ci sono telecamere ovunque, eppure non abbiamo un sistema di carte d’identità, ma ci affidiamo ad altre forme, passaporti e patenti di guida, che però non tutti hanno. Le autorità vogliono evidentemente rendere difficile il voto per i poveri, per i giovani e per le minoranze etniche. È questo il pensiero che non mi fa dormire la notte e che dovrebbe mettere in allerta ogni membro della società civile. È semplicemente una cosa sbagliata.
Il Commons Public Administration and Costitutional Affairs Committee ha già reso note le sue preoccupazioni circa le modifiche alla legge sulle carte d’identità, perché potrebbero ledere l’accesso al voto delle minoranze etniche e dei cittadini più poveri. Lo stesso comitato ha segnalato che dalla ricerca svolta dalla Commissione elettorale risulta che circa 3,5 milioni di cittadini, il 7,5% dell’elettorato, non hanno accesso a documenti di identità con foto. Peggio ancora, agli anziani (più inclini a votare per i conservatori) è consentito utilizzare i propri abbonamenti scontati del bus, mentre ai giovani no; i giovani non possono utilizzare neppure le proprie tessere studentesche (e i giovani, sappiamo, sono più inclini a votare per i laburisti, per i verdi o partiti più progressisti). È uno sgambetto ai giovani, una misura degna dei peggiori Stati Uniti o, per restare in Inghilterra, dell’epoca dei “rotten boroughs”, i “borghi putridi”, quando il corpo elettorale era limitato alla borghesia possidente e i voti venivano comprati in circostanze di evidente corruzione. Non è che non sia chiaro ciò che sta accadendo; a non essere chiaro è come interrompere questo processo e tentare di salvare la nostra democrazia ormai in disgrazia.
Certo, esiste sempre la tessera elettorale, ma in quanti ne conoscono l’esistenza? Si può farne richiesta alle autorità locali, senza costi, ma sinceramente presumo che saranno pochi a farlo; non è che la si stia pubblicizzando poi tanto. Come ha sottolineato la Joseph Rowntree Foundation, a essere privati dei diritti saranno le persone oppresse, i poveri e coloro che lottano per arrivare a fine giornata. Ci siamo lasciati condurre in una situazione terribilmente ingiusta.
Il problema è la stanchezza e l’energia necessaria a far fronte alla crisi del costo della vita. I supermercati si sono accorti che compriamo più verdure surgelate di un tempo e che abbiamo ridotto quelle fresche, che costano di più. Stiamo d ...[continua]

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