Nicoletta Lanciano è prof. Associata di Didattica delle scienze, Università di Roma “La Sapienza” e fa parte del Movimento di Cooperazione Educativa (Mce).

Dopo la fine delle Ssis, Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario, biennali (dal 1999-2000 al 2008-2009) e i due cicli di Tfa, Tirocinio formativo attivo (2012-2013 e 2014-2015) di durata annuale, è venuta a mancare una forma organica di formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria di I e II grado. Una formazione iniziale è prevista solo per gli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, con un corso universitario di cinque anni.
La fine delle due esperienze sopra citate ha peraltro indebolito gli indirizzi didattici in alcuni atenei.
Le Ssis, che erano regionali, e che ogni anno vivevano nell’incertezza di essere riaperte l’anno successivo (con notevoli conseguenze sulla mancanza di personale stabile, sulla mancata produzione di testi e materiali degli insegnamenti, sull’incertezza di impegno per docenti di scuole secondarie distaccati e per gli universitari) davano molto peso, in primo luogo al tirocinio, osservativo e attivo, su due anni, seguito soprattutto dai tutor, docenti di scuola secondaria, con relazioni corpose. Prestavano poi grande attenzione ai laboratori di didattica delle discipline (con interpretazioni diverse nelle varie regioni), in cui si sono sperimentate positive compresenze tra docenti di area pedagogica e area delle discipline e anche tra discipline diverse e, infine, alla comunità educante, perché docenti di scuola distaccati (tutor di tirocinio), universitari, allievi dei due cicli presenti ogni anno, insegnanti accoglienti dei tirocinanti nelle loro classi, avevano molti scambi, in riunioni sia per indirizzo (es. matematica e scienze per la scuola media) sia dell’intera scuola, che nel Lazio è stata diretta da Clotilde Pontecorvo dall’inizio fino al 2004.
In due anni c’era il tempo di conoscersi, di far crescere e seguire tutti gli allievi, di usare l’estate tra i due anni di corso per elaborare il proprio percorso. Le esperienze sono state comunque parzialmente difformi nelle diverse regioni.
Il Tirocinio formativo attivo (Tfa) è stato un corso universitario annuale finalizzato all’abilitazione all’insegnamento nelle scuo­le secondarie italiane. Se ne sono svolti solamente due cicli: il primo relativo all’anno accademico 2011-2012, il secondo nell’anno 2014-2015. I docenti che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento mediante il Tfa sono comunemente noti come “tief­fini”, in contrapposizione ai “sissini” (abilitati mediante la Ssis) e ai “passini” (abilitati mediante i Pas, percorsi abilitanti speciali).
Nel Tfa, di un solo anno, tutti quegli elementi di confronto, di riflessione, di conoscenza reciproca, assai presenti nelle Ssis, erano impoveriti. Le relazioni tra allievi e insegnanti accoglienti del tirocinio erano brevi e burocratizzate (firmavano la presenza) e anche le prove d’esame erano più povere e meno formative in molte regioni. Due anni poi è molto di più del doppio di uno. Come per i figli: uno è un figlio unico, due è un gruppo. Così due anni sono un tempo abbastanza lungo di ripensamenti e di costruzione di relazioni.
Attualmente non c’è una formazione iniziale organica sul piano delle discipline e degli aspetti psico-pedagogici e, per accedere al concorso per l’insegnamento, servono ai laureati magistrali alcuni esami relativi alla classe di concorso a cui si vuole accedere e 24 Cfu.
Dal sito di una delle tantissime scuole nate fuori dagli atenei per “preparare” gli interessati a partecipare al concorso: il d.lgs. 59/17 semplifica  il sistema di formazione iniziale e di accesso ai ruoli di docente. Ai sensi dell’articolo 5 dello stesso decreto, il D.M.. 616 del 10 agosto 2017 ha stabilito i settori disciplinari, gli obiettivi formativi e le modalità organizzative. Tra i requisiti di ammissione al concorso docenti è richiesto il possesso di 24 Cfu nei seguenti ambiti disciplinari: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche.
È necessario avere sei Cfu in almeno tre dei quattro ambiti sopra elencati. Alcuni di questi crediti possono essere stati conseguiti durante il percorso universitario triennale e magistrale.
Per metodologie e tecnologie didattiche, vengono riconosciuti alcuni esami di storia e didattica delle discipline indicati dagli atenei, ma tra questi, in settori in ...[continua]

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