Diritto d’asilo Report 2019, Fondazione Migrantes
Il rapporto di quest’anno della Caritas Migrantes in realtà racconta soprattutto i modi in cui il diritto d’asilo viene violato dagli Stati europei, e in particolare dall’Italia, impedendo le partenze, ostacolando i viaggi e bloccando gli arrivi, senza accertare se i migranti stiano fuggendo da pericoli mortali, se siano rifugiati. Il testo si apre con il quadro delle sette vie più frequenti di arrivo in Italia: il Mediterraneo centrale, il Mediterraneo orientale, la rotta balcanica, il Mediterraneo occidentale, l’Africa occidentale verso il Mediterraneo, il confine tra Russia, Finlandia e Norvegia. Per ogni via vengono fornite le stime del totale dei passaggi, divisi per provenienza, e del loro andamento nel tempo negli ultimi anni a confronto con le stime di Frontex e del Ministero dell’Interno. È un quadro complessivo delle partenze, delle cause che costringono a partire, degli incidenti di percorso. È quindi, oltre che degli arrivi, un quadro del numero dei dispersi e dei morti.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     
Non c’è da stupirsi che la situazione sia questa. Il governo italiano ha annunciato e realizzato un programma di respingimenti che comincia ben oltre le nostre frontiere, alle frontiere meridionali dei paesi africani mediterranei e alle frontiere orientali di quelli del Medio Oriente, coinvolti in una politica di blocco della migrazione dei propri cittadini e di respingimento di chi arriva da sud o da est. È come se il respingimento cominciasse un paese prima della frontiera italiana. In questo senso il volume può essere letto come un quadro realistico dei costi umani e sociali dei respingimenti nell’area mediterranea.
Non si tratta solo di migranti
Il testo del Rapporto è preceduto da una introduzione che formula un’analisi e un auspicio opposti ai fini dichiarati e in parte realizzati dal governo italiano. Si tratta dell’omelia pronunciata da Papa Francesco alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, che sostiene appunto che “Non si tratta solo di migranti”, ma di noi stessi, del modo in cui trattiamo gli altri, che siano migranti o no. Non è fuori tema riassumere gli argomenti dell’omelia perché il Rapporto è fondato su di essa, sui problemi che pone, sulle storie che racconta e sulle tesi che sostiene. Il Rapporto è il resoconto degli effetti gravi e perversi della violazione dei principi e degli auspici di quell’omelia.
Il breve testo di Papa Francesco ripete più volte che non si tratta solo di migranti e chiarisce che si tratta anche delle nostre paure; si tratta della carità; si tratta della nostra umanità; si tratta di non escludere nessuno; si tratta di mettere gli ultimi al primo posto; si tratta di tutta la persona, di tutte le persone; si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo: di accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Il testo, come è naturale, è fondato su citazioni dei Vangeli, in particolare di Matteo e Marco. I principi e l’auspicio si possono però riproporre senza troppa fatica, con qualche mutamento, in termini di diritti dell’uomo e del cittadino. L’unica differenza è che la Costituzione italiana difende il lavoro e la dignità della persona umana, senza distinzione di nazionalità, ma non mette gli ultimi al posto dei primi. Proclama e difende l’uguaglianza dei diritti. Non proclama però l’uguaglianza delle ricchezze, come non lo fa il Papa. I ricchi e potenti sono rimasti disuguali malgrado l’uguaglianza proclamata delle leggi dello Stato e il primato degli ultimi proclamato dai Vangeli. I militanti della Caritas si sono trovati in passato e potranno trovarsi in futuro a essere parte della Chiesa che resiste, ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!