10 ottobre. La città della Volkswagen
A Wolfsburg, l’intera popolazione sta trattenendo il fiato. Qui, a circa 150 km da Berlino, la Volkswagen finanzia l’università, gestisce il museo e possiede la squadra di calcio locale, che gioca con le migliori formazioni del mondo in Champions League. Il tassista che accompagna il giornalista di Bloomberg la fa breve: "Senza la Volkswagen muore la città, muore l’intera regione”. Wolfsburg rischia di diventare la Detroit d’Europa. Oggi la Volkswagen occupa 72.000 persone in una città di 125.000 abitanti. Il quotidiano locale, il giorno dopo, ha parlato di "Black Monday”. Gli operai sono preoccupati: ci saranno tagli, licenziamenti? A quanto ammonterà la multa? L’angoscia si respira: chi non lavora alla Volkswagen comunque ha amici e parenti il cui destino è legato a doppio filo con la casa automobilistica.
A ripensarci, sembra che la stessa squadra di calcio avesse presagito qualcosa: all’ultima partita aveva perso per 5 a 1 col Bayern Monaco. Brutto segno. (bloomberg.com)

14 ottobre. Rimpiangere i talebani
Quando i combattenti dello Stato islamico hanno occupato la Valle di Mahmand, hanno messo le mani dei ribelli in vasche di olio bollente. Un gruppo di abitanti di un villaggio è stato bendato, torturato e fatto esplodere. "Hanno estratto i denti di mio fratello prima di costringerlo a sedersi sopra degli esplosivi”. Malik Namos, un anziano scampato all’assalto, non ha dubbi: "Sono peggio dei talebani, e di ogni gruppo che abbiamo visto”. Dopo il ritiro delle truppe americane, l’Isis si è presentato in Afghanistan reclutando i simpatizzanti e costringendo alla fuga gli altri.  Già a gennaio, i leader dell’Isis siriano hanno annunciato la creazione del loro "Khorasan”, nome antico dell’area che comprende Afghanistan e Pakistan. La convivenza con i talebani è durata pochissimo. Sono presto cominciati scontri feroci seguiti dalle distruzioni dei villaggi che facevano resistenza. Nel villaggio di Loi Papin, i nuovi ordini sono arrivati dalla moschea: "Se hai quattro figli, due verranno con noi. Se ne hai due, uno verrà con noi”. Nel distretto di Dih Bala, le famiglie sono state costrette a issare una bandiera bianca per ogni figlia femmina non sposata. In altre aree, i combattenti dell’Isis si sono sentiti in diritto di sposare le vedove dei talebani. Ora l’islam professato è quello wahabita più rigido: gli uomini sono invitati a farsi crescere la barba, le donne a indossare il burqa e possono uscire solo se accompagnate. Non si può fumare né bere. E tuttavia, così come i talebani non avevano fatto nulla per fermarlo, neanche l’Isis pare interessato a fermare il commercio di oppio. Certo è che mai gli afghani avrebbero immaginato di poter rimpiangere i talebani. "C’è un’enorme differenza tra il modo in cui i talebani trattavano le persone e il modo in cui lo fa Daesh. E io preferisco i talebani tutti i giorni”, commenta amaramente Hayatullah. (washingtonpost.com)

15 ottobre. Morire di carcere
Francesco Martinelli di San Pietro di Morubio, pluripregiudicato per piromania, si è ucciso. Processato e condannato a tre anni di reclusione per il reato di incendio doloso, il 25 maggio si è impiccato nella sua cella nel carcere di Montorio, Verona. (Ristretti Orizzonti)

25 ottobre. Luci spente nello Stato islamico
Lo Stato islamico, o Isis, negli ultimi anni ha occupato vaste aree del territorio di Siria e Iraq insediandovi il proprio stato. Andrew Shaver e David Ensign, del "Foreign Affairs”, hanno voluto misurare quanto funziona questo stato islamico. Come? Misurando i consumi energetici. L’elettricità è infatti indispensabile per illuminare strade e case private, così come frigoriferi, tv, ecc., per non parlare degli ospedali e del sistema idrico. È così emerso che nelle aree controllate dall’Isis i consumi di elettricità sono crollati, addirittura in alcune zone, come nelle province di Ninive e Anbar, sono vicini allo zero. Non è chiaro se dietro ci sia una carenza di petrolio o se invece il regime preferisca venderlo al mercato nero per finanziare le sue operazioni. Non è nemmeno chiaro quali siano le conseguenze di questa situazione sulla popolazione.
La speranza è che l’inefficacia nel governare  spinga i cittadini a far uscire informazioni sull’identità e le attività del regime. Qualcosa si sta già muovendo e dei canali sono stati aperti. Ovviamente la cosa funziona solo se il regime di Assad e quello iracheno sono poi in grado di raccogliere tali informazioni e muoversi conseguentemente. Per ora, il regime di Assad sta dimostrando una totale inettitudine in questo senso. In Iraq invece la situazione è meno desolante e il governo potrebbe utilizzare questo flusso di informazioni per sventare le operazioni degli insorti e riprendere il controllo sulle aree ora occupate dall’Isis.
(foreignaffairs.com)

26 ottobre. Imu e 3.000 euro
Fare una legge che abbassa le tasse per guadagnare voti è solo meschino, ma farne una per andare in cerca non degli evasori, ma dei loro voti, oltre che ignobile moralmente e politicamente, è, a rigore, fuorilegge.

29 ottobre. Il figlio unico
Le agenzie di stampa cinesi hanno comunicato che la politica del figlio unico è stata definitivamente abbandonata: tutte le coppie potranno avere due figli. Era da mesi che si parlava della volontà di Pechino di abbandonare una politica di pianificazione familiare introdotta nel 1980 quando sorse il timore che ci fosse un’esplosione demografica. Si stima siano state così evitate 400 milioni di nascite, al prezzo però di milioni di aborti forzati.
Gli oppositori di queste misure denunciano da tempo una bomba a orologeria innescata da una popolazione di oltre un miliardo che sta invecchiando velocemente e una forza lavoro che si sta invece riducendo di numero. Le Nazioni Unite stimano che nel 2050 la Cina avrà oltre 440 milioni di ultrasessantenni.
(theguardian.com)

30 ottobre. Taxi rosa in Egitto
Pare che in Egitto il tasso di molestie e violenza sulle donne sia tra i peggiori nel mondo arabo. Lo scorso anno è stata emanata una legge per cui la molestia sessuale è punita con sei mesi di detenzione o l’equivalente di circa 300 euro di multa. Reem Fawzy ha voluto tentare una sua soluzione al problema e ha aperto un’agenzia di taxi per sole donne. Mervat al-Badry, una delle tassiste, si è già resa conto che le donne sono più tranquille e serene se al volante c’è una donna, specie se escono la sera. In base ai dati delle Nazioni Unite, pare che il 99% delle donne egiziane siano state molestate sessualmente, e non solo in senso verbale, ma quasi sempre con contatto fisico. (euronews.com)

2 novembre. Richiedenti gay
Tra i richiedenti asilo arrivati in Germania dopo mille peripezie c’è una categoria che non può stare tranquilla nemmeno nei campi, in mezzo agli altri compagni di viaggio: i rifugiati omosessuali. Ne ha parlato il "Washington Post”, che ha raccolto la testimonianza di alcuni di loro in un campo di Dresda.
Rami, scappato dalla Siria, quando è arrivato in un campo profughi tedesco, ha "abbassato la guardia”. Un altro siriano gli aveva domandato cosa fosse la bandiera arcobaleno che spuntava dal suo zaino, e lui ha risposto candidamente: "È la bandiera per i gay come me”. "D’altra parte -confessa di aver pensato Rami- oramai sono in Europa, non devo più nascondermi!”. Non l’avesse mai fatto: da quel giorno sono cominciati gli abusi dei suoi compagni, verbali e fisici.
Non ci sono dati ufficiali, solo i numeri delle richieste di aiuto che arrivano alla Federazione Lesbiche e Gay di Berlino e Brandeburgo, che stimano dalle tre alle sei denunce alla settimana di violenze fisiche o stupri su gay o lesbiche. Anche per questo, le autorità berlinesi stanno pensando di aprire il primo centro d’accoglienza per richiedenti asilo omosessuali. (washingtonpost.com)

3 novembre. Le terme di Srebrenica
Gli amici di Tuzlanska Amica ci informano che intorno alla metà del mese a Srebrenica si terrà una conferenza dal titolo "Prospettive e possibilità di sviluppo del Comune di Srebrenica”, con la partecipazione del premier della Serbia, Aleksandar Vucic, e dei presidenti della Slovenia, Borut Pahor, della Macedonia, George Ivanov, del Montenegro, Filip Vujanovic, oltre a tutti e tre i membri della presidenza della Bosnia-Erzegovina. Dopo un lungo periodo di silenzio, l’iniziativa ha suscitato nuove speranze. Uno degli obiettivi della conferenza è infatti parlare del destino delle terme Guber, di importanza vitale per Srebrenica. Cinque anni fa era iniziata la ristrutturazione del vecchio complesso con la costruzione di nuovi stabilimenti. Tutto però era stato presto bloccato su decisione del governo della Republika Srpska. In attesa dell’iniziativa sono stati intanto ripristinati i sentieri e le fonti dell’acqua termale.

5 novembre. Il problema dei siriani
Majed Aboali, medico siriano, ha lavorato nella città di Douma, non lontana da Damasco, fino a maggio 2014. Oggi si è rifugiato in Turchia con la famiglia. "The Nation” ha pubblicato un suo lungo e disperato intervento, pieno di foto. La città di Douma è assediata dalle truppe governative e da tre anni ha problemi con i rifornimenti di acqua, elettricità, carburante e materiale medico. È dal novembre 2012 che la popolazione della regione di Gouta (400.000 abitanti) è sotto assedio. Il regime di Assad ha bombardato quell’ospedale e altri più volte. Majed ricorda che i bombardamenti del regime di Assad, i suoi missili, le armi termobariche (o bombe a vuoto), assieme alle armi chimiche, sono responsabili del 90% dei morti civili degli ultimi mesi. "Per i miei colleghi rimasti in Siria, i crimini dell’Isis impallidiscono davanti agli attacchi contro i civili condotti da Assad”.
"Se il mondo intervenisse impedendo questa carneficina, noi siriani potremmo fermare quel 10% di feroci assassinii commessi dall’Isis”, conclude Majed. (thenation.com)

6 novembre. Einstein e il Gps
In questi giorni si celebrano i cento anni della teoria della relatività. Nell’editoriale che apre l’ultimo numero de Le scienze, Marco Cattaneo prova a spiegarci come il lavoro di Albert Einstein abbia avuto un impatto senza eguali non solo nella storia della scienza, ma anche nella nostra vita di tutti i giorni. L’esempio è quello dei Gps. Bene, Cattaneo ci informa che senza le correzioni relativistiche, cioè senza tener conto del fatto che gli orologi sui satelliti sono più veloci di quelli a terra di 38 microsecondi, nell’arco di un giorno lo sfasamento sarebbe tale che chiedendo al Gps di andare ad ammirare i Fori Imperiali al centro di Roma, ci troveremmo proiettati sul Grande raccordo anulare, quindi in piena periferia.
Ecco, dobbiamo ringraziare Einstein se oggi i nostri sistemi di navigazione sono di una precisione imbarazzante. (Le Scienze)

8 novembre. Pratiche pedagogiche
Nel sempre stimolante sito di Norberto Bottani (oxydiane.net), si trova, tra l’altro, un pezzo piuttosto polemico sulle convinzioni pedagogiche degli insegnanti, accusati di un certo dilettantismo. Bottani non ci va leggero: "Molti bravi insegnanti credono e sono fermamente convinti che essere bravi, di svolgere lezioni fantastiche, di essere ‘à la page’ e invece non lo sono affatto”. Un recente bollettino dell’Ocse documenta precisamente il baratro esistente tra convinzioni e pratiche pedagogiche. Detto in estrema sintesi, gli insegnanti, a parole, vogliono stimolare pensiero critico e autonomia di giudizio, ma poi viene fuori che ciò che propongono, nei fatti, sono perlopiù pratiche pedagogiche passive, a partire dall’insegnamento frontale. Un bel problema.

9 novembre. Ebola
Sabato 7 novembre l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato la Sierra Leone libera dalla presenza dell’Ebola. Sempre secondo l’Oms, la malattia ha fatto 3.955 morti in Sierra Leone e 11.299 nell’Africa Occidentale. (lemonde.fr)

10 novembre. Un appello dalla Spagna
"La Repubblica italiana è nata dall’antifascismo! Siamo cittadine e cittadini italiani che vivono in Spagna, o che dall’Italia seguono con interesse i temi della memoria storica. Lanciamo un appello a tutta la cittadinanza affinché richieda che le ss.vv. smentiscano pubblicamente quanto dichiarato in data 26 ottobre c.m. sulla pagina web della Falange Española e sul sito della Fundación Francisco Franco, dove si esplicita il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Madrid all’omaggio ai caduti italiani nella guerra civile celebratosi ieri, 2 novembre, presso la chiesa di San Antonio da Padova di Saragozza. L’atto è inserito all’interno di una serie di omaggi ai caduti del Corpo Truppe Volontarie, che rappresentarono il contributo della dittatura di Mussolini all’instaurazione del regime franchista in Spagna, ed è organizzato dalla Fhl (Fundación Hispano Latina) e dall’Ancis (Associazione Nazionale Combattenti Italiani in Spagna), ente che esalta la memoria dei militari mussoliniani che vennero in Spagna ad appoggiare le truppe golpiste di Franco. Chiediamo altresì al signor Ambasciatore di chiarire le circostanze della celebrazione del 4 novembre presso il consolato italiano a Madrid, a cui la Fhl e l’Ancis dichiarano di prendere parte come invitati. Consideriamo che se tale patrocinio e invito esistessero, sarebbero in flagrante contraddizione con le istituzioni che rappresentano all’estero la Repubblica Italiana, fondata sull’antifascismo, che non può dare spazio né sostegno a figure e associazioni che si richiamano esplicitamente a condotte dittatoriali e antidemocratiche.
Detta Ancis, infatti, si riconosce pienamente nei principi del fascismo e fu fondata nel 1949 da Arconovaldo Bonacorsi, efferato massacratore di repubblicani spagnoli, che tuttora è ricordato con odio nelle Isole Baleari con il nome "Conde Rossi”, responsabile dell’occupazione fascista delle medesime isole e della repressione senza scrupoli che ne seguì. Dopo la Liberazione, fu tra i fondatori del partito neofascista Msi, avvocato di criminali nazisti e nel 1958 fu anche ricevuto e omaggiato a Madrid dal dittatore Franco. La partecipazione dell’Ambasciata italiana a queste commemorazioni annuali indette dall’Ancis non è affatto nuova, sembra invece il ripetersi di una impune tradizione di apologia del fascismo presso le più alte rappresentanze della Repubblica Italiana in Spagna, su cui riteniamo sia arrivato il momento di fare chiarezza. Facciamo appello quindi all’Ambasciatore italiano in Spagna, sig. Pietro Sebastiani, e al Viceconsole onorario a Saragozza, Sig. Massimo Marchetti, affinché rispettino la nostra Costituzione e rispondano al più presto alla nostra richiesta, giustificando (ove possibile) anche gli atti analoghi degli anni precedenti, quando il Sig. Sebastiani ricopriva già la carica di Ambasciatore d’Italia in Spagna e il sig. Marchetti quella di Viceconsole onorario” (change.org)

12 novembre. L’industria africana
In genere i paesi si deindustrializzano quando diventano più ricchi (e prendono il sopravvento i settori terziario, dei servizi, ecc.). Purtroppo in Africa sta succedendo qualcosa di diverso e piuttosto preoccupante: si sta deindustrializzando mentre è ancora molto povera.
I grandi stabilimenti tessili della Nigeria, un tempo il cuore industriale del paese, oggi sono vuoti. Il collasso dell’industria tessile, che è passata da 350.000 addetti a meno di un decimo, è legato al rallentamento dell’economia cinese e all’automazione dei processi industriali che rendono meno necessario il lavoro non qualificato. Come non bastasse, l’Africa oggi soffre pure del "male olandese”, un concetto economico che mette in relazione la ricchezza di risorse naturali e il declino del settore manifatturiero. L’Africa sconta anche il fatto di non aver potuto beneficiare del modello di sviluppo cosiddetto delle "oche volanti”: non ha mai avuto infatti la sua "oca leader”, come è stato il Giappone per l’Asia.
Per fortuna il quadro non è proprio tutto nero: Etiopia, Tanzania e Ruanda vedono tassi di crescita in controtendenza e i loro modelli vengono studiati. Ma evidentemente non basta. L’Africa oggi genera solo il 2% della domanda mondiale. Milioni di giovani restano fuori dai settori produttivi. I governi devono iniziare a fare la loro parte, fornendo infrastrutture e incentivi, e devono farlo in fretta, altrimenti l’Africa rischia di perdere anche l’ultimo treno. (economist.com)