Marx e Engels rappresentano la 'mentalità scientifica' del 1850, la quale era in parte una reazione contro l'hegeliano, in parte il desiderio di rovesciare tale filosofia, utilizzandone l'ossatura, ma riportandola 'dal cielo sulla terra'. Taine e Renan, ne L'intelligence e ne L'Avenir de la Science, rappresentano il medesimo sforzo: i metodi più rigorosi (e per Renan spesso i più prudenti) della filosofia da una parte, della fisiologia (possibilmente 'sperimentale') dall'altra - per Taine - avrebbero dovuto assicurare la solidità dell'edificio. Ma ci si ritraeva dinanzi alla prospettiva di un semplice accumulo di materiali (che sarà la concezione scientifica del 1880) e, almeno nelle sue grandi linee, non si voleva perdere di vista una 'costruzione compiuta' dell'universo conoscibile.
Per Marx, le tappe su questa via erano segnate da due 'linee' d'origine diversa e che egli non è mai veramente riuscito a accordare, dato che il suo spirito critico non si contentava delle combinazioni ingegnose che sembravano efficaci a Engels, per esempio nell'Anti-Dühring, e che d'altra parte, Marx non ebbe mai il tempo, nè forse l'inclinazione necessaria, per esplorare realmente le varie regioni scientifiche in causa.
Una delle linee in questione veniva da Feuerbach, dalla sua "antropologia", con il ritorno che essa implicava al razionalismo del secolo XVIII. Ma, come nelle opere di Feuerbach, quello che manca (e una analisi per quanto penetrante di concetti generali come "natura umana", società, civiltà, credenze, "alienazione" della coscienza non vi può supplire) è un inventario di fatti precisi. Chimici, biologi, medici avevano allora ancora molto cammino da fare prima di giungere a nozioni nette come quelle di un Claude Bernard, mentre le "vedute d'insieme" degli epigoni francamente materialisti di Feuerbach — Vogt, Moleschott, Buchner — si rivelarono presto frettolose e alquanto piatte. Le indagini serie non dovevano cominciare, nel campo dell'etnografia, che verso il 1865, con Taylor.
In tutta questa parte dello studio della vita sociale la costruzione scientifica non poteva essere, verso il 1850, che un postulato abbastanza vago, sicché alle generalizzazioni hegeliane, come a quelle di Saint Simon e di Auguste Comte, non si potevano opporre che frammenti empirici troppo scarsi e mal verifica ti; perfino oggi, quando di tali frammenti son state accumulate masse imponenti, si tratta pur sempre di frammenti, ed è molto dubbio che la scienza arrivi mai a colmare le lacune che permangono nella nostra conoscenza dell'uomo e soprattutto del suo passato.
Sull'altra strada, invece, Marx ha fatto un enorme lavoro personale di cui sarebbe ingiusto negare il carattere "scientifico", se per scientifico s'intende la ricerca dell'esattezza nell'osservazione dei fenomeni concreti. È la strada che avevano tracciata parallelamente, ognuno contraddicendo e quindi correggendo l'altro, gli economisti e gli storici, gli storici francesi (Thierry, Guizot, Mignet) in particolare, nel tentativo di documentare con precisione l'ascesa della borghesia in generale e la storia delle rivoluzioni inglese e francese in particolare.
Marx si è dedicato a uno studio circostanziato di quello che gli economisti (con l'aiuto di statistiche e della constatazione di effetti innegabili nell'esistenza ambiente) affermavano nei riguardi del meccanismo economico moderno, e, al tempo stesso, di quello che fonti storiche abbastanza copiose rivelavano sulla nascita e l'evoluzione della società capitalistica. La superiorità del Capitale è indubbiamente dovuta alla padronanza che Marx aveva nei due campi di studio. Il che non toglie che la parte storica del Capitale (e quindi le conclusioni che ad essa si appoggiano) non è meno deludente de Les origines de la France contemporaine di Taine: l'esattezza non contestabile di una moltitudine di fatti non impedisce che l'immagine che si forma dalla loro connessione sia "tendenziosa", "unilaterale", e insomma radicalmente contestabile.
A questo punto, mi sia lecito abbandonarmi a una digressione sul concetto di "scienza obbiettiva" applicato alla narrazione e previsione delle vicissitudini della società umana.
Mi sembra che, a più riprese, dinanzi a avvenimenti straordinari nel corso dei quali le previsioni dei contemporanei e i calcoli ordinari basati sul rapporto fra "intenzioni" e "risultati" effettivi erano stati sconvolti, uomini dotati d'intelligenza non comune tent ...[continua]
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