Paolo Ricca è pastore e teologo valdese.

Bergoglio sta proponendo un modo tutto nuovo di essere Papa...
In effetti mi sembra che questo Papa si proponga, come obiettivo generale, quello di reinventare il papato. Non si tratta di riformare; quello è un vecchio ritornello proposto e riproposto che però de facto non si è mai realizzato, ma perché è molto difficile. In un certo senso il papato è irriformabile per sua natura. Ma lo si può reinventare, cioè si può immaginare un modo nuovo di vivere il papato, di essere Papa. Ecco, questa novità del modo di essere Papa, di proporsi come Papa, mi pare evidente. Ci sono tante prove. Prendiamo la famosa frase: "Chi sono io per giudicare?”; una frase del genere è veramente la meno papale che si possa immaginare! Soltanto un non-Papa può dirlo... ma come? Tu devi giudicare! Questa è una strada nuova e per certi versi irreversibile. E difatti c’è tutta un’opposizione cattolica abbastanza agguerrita che lo considera addirittura eretico.
Ma prendiamo anche la visita che ha fatto ai valdesi. Io ero presente ed effettivamente è una visita che avrebbe potuto fare qualunque capo di Chiesa come ce ne sono centinaia nel mondo. Anche perché l’allestimento nel tempio valdese di Torino prevedeva cinque sedie uguali per tutti... e la sua non era neppure quella centrale! Cioè, cose che non succedono mai. Naturalmente uno può dire: "Mah, sono cose passeggere”, ma accettare questo, cioè che sia passata una equiparazione ad esempio con il moderatore della Chiesa valdese, che non conta niente; ecco, accettare questo ridimensionamento, per cui sei il capo di "una” Chiesa e poi c’è il capo di un’altra Chiesa, ecc., è una grande novità.
Ripeto, queste sono cose che a me sembrano irreversibili, nel senso che quando ti spingi fino a lì non puoi più ritornare a essere il Papa dell’immaginario collettivo del papato del Concilio Vaticano I, questo Dio in terra praticamente, questo vicario di Cristo; tutta questa roba è polverizzata.
Un altro esempio. Il 28 luglio di quest’anno ero a Caserta, nella chiesa del pastore ­Traettino, che è la prima Chiesa che lui ha visitato in Italia, nel 2014, una Chiesa Pentecostale. Il 28 luglio di quest’anno, il pastore ha voluto fare una rievocazione e mi ha invitato, sono andato e ho parlato, c’era anche Bruno Forte, c’erano molti preti, c’era tanta gente. Io mi sono stupito. Mentre aspettavamo l’ora dell’incontro, stavamo chiacchierando, squilla il telefono, tira su la cornetta, era il Papa, che si scusava: "Mi rincresce non posso venire, ho altri impegni, se no sarei venuto volentieri”. Si può dire che sono gesti di poca importanza, che è uno stile, che non inerisce al papato, ma solo alla persona.
Uno può fare anche questo discorso, ma io credo che invece sia proprio una reinvenzione del papato, un altro modo di essere Papa. In quell’occasione io ho letto il discorso che aveva fatto nel 2014, un discorso notevole dal punto di vista dei contenuti. Nessuna formalità, nessun chiacchierare a vuoto, diplomatico, quel parlare per non dire niente che conosciamo benissimo soprattutto negli ambienti ecclesiastici a un certo livello. Invece lì no, era un discorso impegnato e niente affatto "privato”. Era una visita privata nel senso che lui era solo, c’era andato per conto suo indipendentemente dalla burocrazia vaticana, in questo senso sì, era privato, ma il discorso era per un’udienza ampia.
Qual era l’occasione che motivava quella prima visita?
Nessuna occasione. Si erano conosciuti a Buenos Aires. Il pastore Traettino intrattiene dei rapporti abbastanza stretti con il movimento carismatico cattolico, si frequentano, e vivono in una maniera analoga il cristianesimo in questo quadro di carisma, di entusiasmo, di esperienza. Ebbene, questi carismatici cattolici e dei pastori pentecostali latino-americani avevano fatto un convegno a cui aveva partecipato anche Bergoglio. Lì si sono conosciuti e si vede che è nata un’amicizia, quindi l’occasione era semplicemente quella di rivedere un amico. Però, come dicevo, il discorso era serio, c’era un’impostazione nuova, appunto nel senso di una comunione di Chiese. Io poi ho letto l’Evangelii Gaudium, che è la prima esortazione apostolica del Papa, come viene chiamata; è un po’ uno zibaldone, c’è di tutto, però ci sono alcune cose molto belle secondo me, una è l’adozione da parte di un Papa della visione dell’unità cristiana che è tipica dei luterani, e cioè la visione dell’unità come diversità ...[continua]

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