Valentina Bach, ex studentessa dei Collegi del Mondo Unito, oggi è direttrice dell’ufficio sviluppo, progetti internazionali e comunicazione dei Collegi.

Puoi raccontarci la storia dei Collegi del Mondo Unito?

Io stessa sono una ex studentessa. Nel 1989 ho fatto le selezioni per entrare nel Collegio del mondo unito di Duino, dove ho poi vissuto due anni indimenticabili e dove mi sono diplomata.
Il primo Collegio del mondo unito nasce in Galles nel 1962 su ispirazione di un pedagogo di origine tedesca di nome Kurt Hahn. Ebreo, era dovuto scappare dalla Germania; la sua pedagogia è stata molto segnata da quello che era successo nella seconda guerra mondiale. Quello che soprattutto aveva capito era che i pregiudizi si rinforzano nel momento in cui non si conosce l’altra persona.
Il suo approccio educativo è articolato, però credo che il motivo ispiratore sia stato proprio l’idea di far studiare insieme ragazzi di tutto il mondo: vivendo e studiando insieme questi ragazzi avrebbero imparato a superare i loro pregiudizi e si sarebbero conosciuti al di là del contesto accademico.
Il primo Collegio nasce grazie all’idealismo di Kurt Hahn, ma anche alla volontà e generosità di una serie di persone che mettono a disposizione i primi fondi per comprare addirittura un castello, il castello di St. Donat in Galles, dove partirà appunto questa prima scuola.
A partire da questo Collegio, nel tempo ne nascono altri undici. Quello di Duino nasce nel 1982, quindi vent’anni dopo, ed è il primo fuori dal mondo anglosassone. Altri erano sorti in Canada, Stati Uniti, ecc.
La scelta di Duino nasce dalla volontà di fare un collegio in un territorio simbolo di quello che era allora la guerra fredda, quindi al confine con il blocco comunista e in un paese ferito durante la seconda guerra mondiale dai conflitti tra italiani e sloveni; un villaggio oltretutto bilingue. E quindi quale posto migliore per un Collegio che voleva guardare a Est, integrare persone da tutto il blocco comunista e provare a fare un ponte di comprensione tra i due blocchi?
Facco Bonetti, l’attuale presidente dei Collegi del Mondo Unito, aveva sentito parlare di questa realtà per caso durante un viaggio in Galles. Lui, giovane diplomatico italiano in Inghilterra, si era entusiasmato di questa idea; di qui il desiderio di farne nascere uno in Italia. Aveva anche iniziato uno studio di fattibilità, ma poi era arrivato il terremoto in Friuli e le priorità erano diventate altre. In seguito però il progetto è stato ripreso da Corrado Belci, che all’epoca era parlamentare. È stato grazie a lui, al Presidente della Regione di allora, Comelli, e ad altre persone molto idealiste che le cose sono partite.
Il Collegio di Duino è nato con una legge dello Stato istitutiva, quindi con un modello completamente diverso rispetto al primo Collegio inglese che era più una scuola d’élite, anche se comunque offriva borse di studio. Nel caso di Duino parliamo di un’organizzazione non governativa parapubblica. È stata infatti la Regione Friuli Venezia Giulia ad acquistare dal Principe von Thurn und Taxis alcune parti del vecchio castello, in particolare la foresteria, e a darla in comodato gratuito al Collegio per istituire le prime residenze.
Il primo rettore, David Sutcliffe, arrivò dal Collegio del Galles. Il primo anno gli edifici non erano pronti e quindi vennero tutti ospitati al­l’hotel Europa, che era la sede della scuola alberghiera, per cui gli studenti venivano serviti da camerieri che erano altri ragazzi che studiavano alla scuola alberghiera. I ragazzi della prima generazione si ricordano di questo anno molto particolare nell’hotel sul mare. Conclusi i lavori, il Collegio si è trasferito qui a Duino.
Oggi ci sono duecento ragazzi che vengono da tutto il mondo e che beneficiano di una borsa di studio. Fin dall’inizio la maggior parte delle borse sono state finanziate dal Ministero degli Esteri e dalle regioni. La selezione viene fatta dalla Commissione nazionale italiana che esisteva da prima della nascita del Collegio di Duino perché già selezionava i ragazzi italiani per gli altri Collegi.
Ogni anno c’è un bando che viene pubblicato nei giornali; nei paesi meno liberi a volte sono i presidi a segnalare i ragazzi più in gamba (che poi vengono comunque selezionati).
Il criterio di selezione premia i ragazzi motivati ad aprirsi verso il mondo, quindi che, ad esempio, leggono i giornali, che hanno o stanno sviluppando una certa capacità critica. Il ...[continua]

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