Un paio di giorni fa, un amico mi ha informato con tranquillità che il nostro presidente "musulmano” è a capo di un intrigo controllato dalla "treasury reserve” che stava manipolando le elezioni fornendo alla Russia tecniche di hacking tese a distruggere il nostro paese. Il mio amico è un sostenitore di Donald Trump, i cui critici, ritiene, sono parte del complotto. Che la campagna presidenziale sia truccata gli sembra del tutto ovvio. Il mio amico non è un caso isolato. Rispecchia una tendenza generale (e non solo nella nostra società) dove gli eventi più importanti vengono ridotti a macchinazioni dietro le quinte che sarebbero orchestrati da occulte forze malvagie. Nel mio ultimo libro The Bigot, lo chiamavo "feticismo del complotto”.
Complotti sono stati orditi in passato e altri senz’altro verranno orditi in futuro. Ma, per i feticisti del complotto, l’intera storia è il risultato di un intrigo invisibile e imperscrutabile. Più la cospirazione è potente e più è nascosta alla vista. La completa mancanza di prove non fa altro che confermarne l’esistenza. Portato a processo per diffamazione dalla comunità ebraica di Berna nel 1930, l’editore nazista degli ignobili Protocolli di Sion, i documenti inventati che illustravano un complotto giudeo mondiale, insistette che non importava se le affermazioni riportate nel libello fossero riscontrabili e verificabili nei fatti: gli ebrei erano senza dubbio comunque impegnati in attività cospiratorie sovversive.
Tornando ad oggi: un complotto diverso (o un’intera serie di complotti collegati) ma non meno insidioso. Ancora una volta il tutto si svolge dietro le quinte: intimidazioni, raggiri, corruzioni e persino omicidi! In quale altro modo Obama, che a quanto pare non è nemmeno nato negli Stati Uniti, sarebbe potuto diventare presidente? E non è forse strano che il funzionario di stato che ha verificato il suo certificato di salute sia poi morto in un incidente aereo? E cosa dire del rifiuto del presidente di parlare di "Islam radicale”?. "Forse” lui e la sua lacchè Hillary Clinton non sono "davvero” interessati a combattere il terrorismo?
Ci sono prove? Non servono. Bastano le inferenze. E, se non bastassero, forse può servire ribaltare la verità: dopotutto "tutti” sanno che sono state le politiche dell’amministrazione Obama a creare l’Isis; che il presidente si è rifiutato di bombardarne le roccaforti; che li ha riforniti di armi; e che, evitando i controlli sugli immigrati, ha permesso ai terroristi dell’Isis di entrare nel paese a frotte. Non torna forse tutto? Il trattato nucleare con l’Iran, il "tradimento” di Hillary a Bengasi, la (voluta) intercettazione delle sue mail, i compensi per i suoi discorsi, ecc., ecc.?
Gli argomenti contrari sono solo bugie e propaganda: l’invasione dell’Iraq non ha davvero creato l’Isis; i bombardamenti e gli attacchi con i droni sono troppo pochi e volutamente destinati a fallire; il presidente non ha armato a sufficienza l’opposizione all’Isis in Siria, Iraq, Yemen, Pakistan e Libia; e i controlli sugli immigrati, che al momento durano più di due anni, sono "volutamente inefficienti”. Nulla di tutto ciò importa: dal momento che le prove non sono mai disponibili, i feticisti possono disporre i loro "fatti” arbitrariamente in modo che giustifichino le loro affermazioni. Tutti possono avere un’opinione legittima su qualsiasi cosa. Trump ama dire che lui sta solo ponendo le domande, iniziando la discussione e denunciando la situazione. Ma in realtà sta dando inizio a false voci che aumentano la paranoia e le distinzioni tra "noi” e "loro”. Non c’è bisogno di conoscenze o dettagli. "Credetemi!” urla -e questo dovrebbe bastare!
I feticisti del complotto forniscono collegamenti invisibili tra compagni invisibili di un gruppo invisibile. Collusioni complesse tra le élite spiegano il loro supporto per gli accordi di libero commercio come il Nafta e il Tpp, per la presidenza Clinton e per la paralisi nel gestire la minaccia della "legge della Sharia”. Colpevole di tutto questo, secondo Donald Trump, la classe politica si dimostra "ignorante”, "incompetente” e "corrotta”. I media "farabutti”, l’agenzia delle entrate "che odia i conservatori”, la Cia e (naturalmente) l’Isis sono tutti alleati per proteggere il loro uomo di punta e distruggere il paese. Prova? Non si sono forse tutti uniti contro Donald Trump e cercano di far deragliare la sua campagna presidenziale?
Il feticismo del complotto spiega tutto; il feticista del c ...[continua]

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