Andrew Arato, costituzionalista di origine ungherese, è Dorothy Hart Hirshon Professor in teoria politica e sociale presso il dipartimento di sociologia alla New School di New York. L'intervista è stata raccolta prima dell'insediamento di Amy Coney Barrett.

La morte della giudice Ruth Bader Ginsburg e le successive dichiarazioni di Trump rispetto alla sua indisponibilità a un avvicendamento pacifico hanno alzato la posta in gioco di ciò che ci aspetta a novembre...
Per non parlare delle sue dichiarazioni sul Covid!
Ma partiamo dalla Corte. Ruth Bader Ginsburg era una giudice liberal, aveva avuto un ruolo decisivo in molte decisioni importanti, per cui la sua scomparsa è indubbiamente una grossa perdita. Ora c’è stata la nomina di Amy Coney Barrett: più che una conservatrice, la definirei una cattolica di destra, con opinioni alquanto bizzarre su diversi temi. Il fatto è che su alcune questioni, dal punto di vista tecnico, potrebbe anche rivelarsi una giudice competente, per cui sarà difficile fermarla.
Qui poi è tutto collegato. Il motivo per cui il partito repubblicano è così unito nel cercare di farla confermare, è perché immagina che sia molto probabile che Trump perda le elezioni. In questo caso Barrett rappresenterebbe un’assicurazione contro la conseguente maggioranza democratica.
Potrebbe prefigurarsi una situazione simile a quanto avvenne all’epoca del New Deal quando Roosevelt ingaggiò una forte battaglia contro la Corte Suprema per far passare le sue misure sociali. Ipotizzando il migliore degli scenari possibili, possiamo infatti immaginare che Biden riporti una vittoria schiacciante e che quindi i democratici ottengano il controllo anche del Senato. A quel punto, proprio come ai tempi del New Deal, i democratici si troverebbero con una Corte impegnata con tutte le sue forze a preservare l’ordine esistente e quindi a bloccare tutte le riforme sociali. La scelta di Barrett va collocata in questa prospettiva, perché punta a mettere al sicuro una Corte che in passato è stata anche molto divisa; penso al ruolo del giudice John Roberts che spesso ha votato su posizioni liberal, e prima di lui del giudice Kennedy. È stato grazie a loro che l’Affordable Care Act, più noto come Obamacare, è stato salvaguardato.
La nomina della giudice Barrett interviene ora a cambiare questi equilibri. Cosa significa? Che, nel migliore degli scenari possibili, cioè nel caso di una chiara vittoria di Biden, se lei venisse confermata, verrà ingaggiata una nuova e dura battaglia tra la Presidenza, il Congresso e la Corte Suprema. Una battaglia dagli esiti imprevedibili, che potrebbe anche sfociare in una crisi costituzionale.
E questo sarebbe lo scenario migliore?
In realtà c’è uno scenario ancora migliore... in fondo si può sempre sognare, voglio dire, se un altro paio di senatori repubblicani dovessero contrarre il Covid, la commissione non verrebbe insediata. In quel caso si dovrebbero attendere le elezioni. Questo è lo scenario migliore, ma le possibilità sono davvero ridotte. Il secondo miglior scenario, quello più probabile, è quello che descrivevo.
Ci sono poi i due scenari peggiori. Il peggiore in assoluto è se vince Trump, una persona non solo incompetente e decisamente incapace, ma deleterio per l’America e “sbagliato” anche per il mondo, perché sostiene ovunque candidati populisti di destra, anche in Italia e certamente nel mio paese d’origine, l’Ungheria. Il secondo peggiore o, se vogliamo, il terzo dei migliori, è se Biden vince le elezioni di stretta misura. In quel caso Trump verosimilmente contesterà il risultato e innescherà una crisi costituzionale.
Questi sono un po’ i quattro scenari possibili. Secondo me le possibilità per cui Barrett non si insedi sono molto ridotte. Allo stesso modo quelle relative a una vittoria di Trump sono scarse. Le altre due però sono molto realistiche. Ecco, questa è la situazione.
Ora poi bisognerà vedere come il fatto che Trump abbia contratto il Covid influenzerà il voto finale, certo siamo in un bel pasticcio...
Esistono antidoti o armi per difendersi, dal punto di vista costituzionale?
No. La costituzione è dalla sua parte.
Quando, nel 2016, i repubblicani si rifiutarono anche solo di discutere la nomina del giudice Merrick Garland proposta da Obama dopo la morte di Antonin Scalia, in effetti si trattò probabilmente di una violazione della costituzione. Ma se ora va in porto la nomina di Barrett con l’approvazione da parte del Senato, siamo di fro ...[continua]

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