Cinzia Sciuto, filosofa, è redattrice di “Micromega”. Si occupa di diritti civili, femminismo e laicità. Il suo ultimo libro, Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo (Feltrinelli, 2018) ha avuto una forte eco nel panorama culturale italiano e verrà tradotto in tedesco nei prossimi mesi.

Partiamo dal Bill 21, una legge sulla laicità dello stato approvata in Québec lo scorso marzo. La legge vieta ai funzionari statali -poliziotti, giudici, insegnanti, medici- di indossare simboli religiosi. Il fatto curioso è che questa legge è stata proposta da un partito populista di destra, la Coalition Avenir Québec di François Legault. Cosa sta succedendo?
Non conosco il caso specifico, perciò non lo commento; tuttavia può essere inserito in una lunga serie di altri provvedimenti delle destre europee. Ad esempio in Austria, dove il governo di destra ha introdotto una legge per vietare il velo nelle scuole elementari. O, ancora, ricordo le decisioni di alcuni consigli comunali italiani a guida leghista che limitano i numeri di bambini stranieri per classe o che vietano di portarsi da casa la merenda. Questi provvedimenti, ispirati da sentimenti xenofobi, si ammantano però dei crismi della laicità, una laicità che nel frattempo la sinistra ha completamente abbandonato. Non c’è dubbio che oggi in Europa la sfida alla laicità è rappresentata non più soltanto dalle Chiese cristiane, che ben conosciamo, ma anche, e forse principalmente, dall’Islam. A questa situazione si reagisce a sinistra con l’istintiva e acritica tutela verso l’“altro”; e a destra con il rifiuto, altrettanto aprioristico, verso gli stranieri. Entrambi atteggiamenti che non colgono la complessità della situazione, a partire dal fatto che l’islam non è più l’“altro”, ma è parte integrante della nostra società. Mettiamo che una famiglia musulmana chieda di rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche; ovvero, viene fatta una richiesta che negli effetti è una richiesta di laicità, ma nasce da rivendicazioni di riconoscimento religioso. Immancabilmente, da sinistra si avrà un’accoglienza di questa richiesta, non in nome della laicità ma in virtù della solidarietà per una minoranza; e a destra una forte reazione di chiusura identitaria. Succede così che, paradossalmente, vengano capovolte le posizioni: oggi, a portare avanti battaglie laiche, si trovano esponenti di destra, che chiaramente non lo fanno per un’ispirazione autenticamente laica, ma per il rifiuto della cultura dello straniero.
È un capovolgimento assolutamente paradossale.
In Austria, la legge dello scorso maggio che vieta l’uso del velo per le bambine nelle scuole elementari è stata proposta della destra xenofoba. È una proposta di ispirazione chiaramente anti-islamica, che di fatto e nei suoi effetti pratici però è una legge laica. Nella cornice dello stato liberale odierno, persino un governo di destra non si può permettere di fare una legge apertamente anti-islamica: se vuole ottenere quell’effetto deve ammantarlo di crismi laici. Il problema vero sta a sinistra, perché è lì che si è totalmente perso l’orizzonte della rivendicazione di diritti universali e del conflitto politico, schiacciandosi su posizioni identitarie. Quando il discorso passa dal livello politico a quello identitario entrano in campo le argomentazioni politically correct: chi siamo noi per decidere come devono vivere gli altri?
Dobbiamo “rispettare” le culture degli altri, e così via. Un discorso pre-, o forse post-politico, perché questi argomenti, dal punto di vista politico, non significano assolutamente nulla. Cosa vuole dire “rispettare” la cultura degli altri? Significa che devo rispettare anche le posizioni di Trump? Ogni cultura è portatrice di elementi contraddittori e nei confronti di qualunque cultura, la “nostra” come quelle degli “altri”, bisogna avere un atteggiamento critico e prendere posizioni sulla base di valori politici e non identitari.
Nel tuo libro scrivi che anche la cultura occidentale è ambivalente: da una parte ha promosso i diritti fondamentali dell’uomo, dall’altra ha dato vita ai totalitarismi. Si tratta di prendere una decisione e capire da che parte stare. Oggi la difesa dell’identità nazionale promossa dalla destra porta alla laicità?
Tutto il contrario. Ricordiamoci che durante i comizi Salvini bacia i crocifissi. La laicità non è un valore per le destre. La loro difesa della “nostra” cultura è solo fumo negli occhi gettato per cavalcare l’onda ...[continua]

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