Mario Maria Nanni è dirigente scolastico all’Istituto comprensivo 21 di Bologna, istituito nel settembre del 2013.

Lei da tempo auspica una maggiore autonomia dei dirigenti scolastici. Come vede l’attuale riforma della "Buona scuola”?
Premetto che non è facile intervenire nel merito perché tra l’entrata e l’uscita dalla Camera, la legge ha subìto una marea di modifiche. Vedo il governo deciso, ma non so se riusciranno a portare questo stesso testo alla fine del percorso in Senato.
Sul piano personale ho comunque una serie di osservazioni. Innanzitutto, sul piano tecnico, ho l’impressione che questo "super preside” in realtà non esista da nessuna parte, nel senso che la norma non scioglie quello che è il tema più delicato, cioè il riordino degli organi collegiali. In sostanza, il nodo del rapporto tra le funzioni del collegio dei docenti, quelle del consiglio d’istituto e quelle del preside, non solo non viene sciolto, ma viene accentuato. All’art. 13 si stabilisce addirittura che il nuovo Comitato di valutazione venga individuato dal consiglio d’istituto e comprenda anche i genitori (o genitori e studenti alle superiori), peraltro in posizione paritetica rispetto agli insegnanti. Mi sembra che siamo di fronte all’esaltazione della confusione e dell’inopportunità.
Se il Comitato di valutazione nasce da una comprensibile obiezione all’idea che possa o debba essere il preside a prendere le decisioni, mi va bene, ma non che sia composto delle famiglie e dagli studenti. In più mi chiedo come farà un comitato di valutazione composto da due colleghi e da due genitori a valutare in riferimento a scuole che contano più di cento docenti. Questa è un’obiezione forte, ma di tipo puramente tecnico. Così come di tipo puramente tecnico, ma molto forte, è l’obiezione relativa alla poca chiarezza (anche perché mancano i decreti attuativi) sul fatto che si parla tanto di premialità e autonomia dei presidi, dopodiché il numero dei componenti la lista da cui posso attingere è identico al numero dei posti disponibili. A questo punto è chiaro che non ci sarà affatto una reale possibilità di scegliere da parte dei presidi; quello che cambia è che qualche professore sarà molto ricercato e avrà pertanto la possibilità di scegliere in quale scuola andare a lavorare, tutto qui.
Terzo tema per me molto importante, sempre dal punto di vista tecnico, è che le dimensioni delle scuole di oggi, per scelte legittimamente operate dal legislatore, sono molto rilevanti. Una scuola con meno di cento insegnanti oggi è una scuola piccola. Ecco, nessuna realtà organizzativa di questo livello può funzionare senza figure intermedie. Questo problema non viene minimamente affrontato. A questa obiezione, in tanti mi hanno risposto che c’è l’"organico dell’autonomia”. Ma l’organico dell’autonomia è una grandissima alea: non si capisce come funzionerà, non si capisce nemmeno se, per le funzioni organizzative, potrò distaccare il personale che ho a disposizione o dovrò per forza usare il personale dell’autonomia, che è gente che mi viene assegnata ex novo, che quindi non conosce la scuola e pertanto difficilmente potrà svolgere funzioni organizzative.
Aggiungiamo che questa attribuzione di organico è figlia di una procedura molto cavillosa, per cui la scuola la chiede all’ufficio provinciale, che lo chiede al regionale, che manda la richiesta a Roma; in ogni fase ci dev’essere una valutazione di merito e da Roma riprende il percorso inverso fino a che ritorna la risposta alla scuola. A quel punto nulla esclude che io abbia chiesto dieci persone e me ne rimandino tre. In più, queste persone comunque dovranno prima provvedere alla copertura dei posti vacanti e disponibili, dopodiché di quelli che veramente avrò a disposizione mi si dice che dovranno prioritariamente essere usati per coprire le supplenze fino a dieci giorni.
Ma come fai ad affidare gli incarichi più delicati per la vita della scuola a persone costrette a correre tutti i giorni per supplire il personale assente?
Un altro campo di decisione del preside erano inizialmente i piani di offerta formativa.
Si è letto di tutto. In realtà, se lei va a leggere l’art. 2, vedrà che al comma 10 si prevede la sostituzione dell’art. 3 del Dpr che ha istituito l’autonomia e dice: "Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano triennale dell’Offerta Formativa, rivedibile annualmente”. È la riedizione del Piano dell’Offerta ...[continua]

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