Marco Berlinguer è tra i promotori del progetto Transform Italia, membro fondatore della rete europea “Transform! European Network for the Alternative Thinking and the Political Dialogue”, nata a Porto Alegre nel 2002. Transform Europa è membro del Consiglio Internazionale del Forum sociale mondiale; ha promosso e partecipa al coordinamento dei Forum sociali europei.

Cos’è e come è nato Transform?
Transform Italia è nato nel 2002. L’idea era di costruire uno spazio e dei sistemi di comunicazione, di lavoro e di ricerca in una dimensione aperta, internazionale, nell’area della sinistra critica, alternativa, più specificamente nell’ambito di quel nuovo ciclo di movimenti sociali che simbolicamente si identificano un po’ con la vicenda di Seattle e la successiva costituzione dei social forum. La convinzione comune era che l’emersione di nuovi movimenti sociali rappresentasse un punto fondamentale di innovazione, ricerca e azione.
Il nucleo originario che ha messo in moto questo progetto viene da Rifondazione Comunista, dal gruppo del comitato scientifico. E’ nato infatti come un progetto di ricerca politica. Non un’indagine astratta, ma tesa a trovare delle metodologie che coniugassero in modo nuovo la ricerca con l’azione.
La politica infatti si è separata e non riesce a riconnettersi con le nuove culture, i nuovi saperi, anche tecnici, che si sono venuti a sviluppare. Dall’altra parte c’è un mondo della produzione della conoscenza e dei saperi, tipo l’università, che a sua volta si è autonomizzato ed è diventato autoreferenziale, astratto, non utile socialmente, senza una connessione con la vita reale. La sfida è quella di trovare delle metodologie, delle pratiche, delle forme innovative che possano riconnettere queste diverse dimensioni. Transform è nato per dare concretezza a questa idea.
Noi ci consideriamo essenzialmente dei “generatori di reti”. Siamo promotori di reti di lavoro, di comunicazione, di iniziative, a livello internazionale ma anche sul territorio; ci interessa e ci siamo impegnati anche nell’ambito della ricerca metropolitana qui a Roma.
La sfida è partire dai punti di difficoltà e anche di novità che caratterizzano il contesto sociale, politico e culturale attuale, che è quello della molteplicità ma anche della frammentazione. La rete in questo senso è intesa come una modalità di connessione che non pretenda di riprodurre delle forme di unificazione, sintesi, ma preservi la molteplicità rendendola capace di un’azione efficace. Lavoriamo molto per progetti, di volta in volta identifichiamo un obiettivo, che può essere un’iniziativa, una ricerca, e su quell’obiettivo costruiamo una rete, una comunità.
Le nuove forme dell’organizzazione politica sono uno dei temi di cui vi occupate…
E’ un progetto promosso da Transform Italia, dal Transnational Institute (Tni), una fondazione olandese, e dall’Institut de Govern I Polítiques Públiques (Igop), un’università catalana e verrà sviluppato in cooperazione con Euromovements.
Networked Politics, questo il nome del progetto, è un’inchiesta sull’organizzazione politica in un’epoca di reti e movimenti.
Con questa ricerca vorremmo contribuire al dibattito e agli esperimenti pratici in corso, aiutando gli attivisti (noi compresi) che agiscono nei movimenti, nelle associazioni, nei partiti e nei sindacati a prendere consapevolezza delle innovazioni in cui noi stessi siamo implicati, per esplorarne potenzialità e limiti, provando a offrire “attrezzi” concettuali e pratici, ma anche collegando, mettendo in rete appunto, le idee e le esperienze. Il presupposto è che siamo di fronte a una sorta di smottamento di paradigma; e questa è una cosa molto stimolante perché ci costringe a esplorare nuove categorie interpretative e operative.
La ricerca è organizzata su vari assi; innanzitutto i limiti e le potenzialità delle nuove forme di organizzazione dei movimenti sociali, ovvero le reti, gli spazi aperti, l’azione a sciame, il lavoro per progetti, l’orizzontalità… Si tratta di problematiche ampiamente dibattute all’interno dei movimenti.
L’altro filone riguarda invece la crisi dei soggetti tradizionali, il partito politico e il sistema della rappresentanza, consapevoli che anche lì ci sono dei tentativi di innovazione. Il terzo asse sono le istituzioni pubbliche; qui il paradigma in crisi è quello dello Stato-nazione. La forma Stato infatti ha ormai perduto tutte quelle caratteristiche di monopolio, esclusività e in qualche modo di organ ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!