Cari amici, il 14 novembre il Consiglio Comunale di Firenze ha discusso una proposta di delibera per una campagna d’informazione sull’Aids, presentata da un gruppo consiliare formato di ex comunisti e radicali.
La delibera, approvata a grande maggioranza, prevede lo stanziamento di 60 milioni per preservativi di diversa funzionalità, lubrificanti per rapporti omosessuali, opuscoli illustrativi circa l’amore donna-uomo, donna-donna, uomo-uomo. Questo materiale verrà distribuito gratuitamente ai ragazzi di fronte alle scuole superiori e ad altri luoghi di aggregazione giovanile da un apposito pulmino adeguatamente dotato per attirare l’attenzione. Nello stesso tempo entreranno nelle scuole a illustrare i problemi connessi alla trasmissione sessuale dell’Aids esponenti di associazioni quali l’Assa, l’Arci gay, l’Arci lesbica. Questa delibera è stata decisamente contrastata da me e da Giannozzo Pucci, consiglieri Verdi, da una parte del gruppo Dc-Ppi e da Alleanza Nazionale. E’ stata difesa e votata, oltre che dal gruppo presentatore, da tutti gli altri (Pds, una parte di Dc-Ppi, i laici già socialisti, liberali, repubblicani). Avrete letto anche voi che il presidente dell’Arci gay ha invitato ad appendere preservativi agli alberi di Natale e a mettere figurine di omosessuali (riconoscibili come?!) nei presepi. Ad Integrazione e per migliore comprensione vi mando un documento preparato da me e da Giannozzo in cui riprendiamo i nostri argomenti in Consiglio Comunale, documento sottoscritto anche dalla Direzione comunale di Firenze del Ppi.
Vincenzo Bugliani

Il Consiglio Comunale di Firenze nella seduta del 14 novembre ha approvato una delibera di finanziamento per una campagna d’informazione sull’Aids rivolta agli studenti della scuola media superiore e ad altri luoghi di aggregazione dei giovani. Va da sé che sono da promuovere e sostenere iniziative correttamente intese ad arginare la diffusione di questa terribile malattia. Contestiamo però che la delibera in questione affronti nel modo più adeguato il fine che ufficialmente si propone.
La scuola statale non è un occasionale e indeterminato luogo d’incontro dei giovani, ma un’istituzione pubblica alla quale per delega delle famiglie e della collettività è affidato un impegno educativo e culturale al quale bisogna rapportarsi con estrema prudenza. A dar retta a tutte le “emergenze” che via via angosciano il mondo adulto o che vengono enfatizzate dai mass media (ecologia, sesso, pace, alcolismo, tabagismo, incidenti stradali, emarginazione...), la scuola senza dare nulla per il miglioramento del mondo perderebbe in breve tempo, e in parte ha già perso, la sua funzione formativa, educativa e culturale, per diventare luogo di risonanza e amplificazione dei messaggi, per lo più terrorizzanti, che già fuori bombardano i ragazzi, col risultato della più grande confusione e della impossibilità da parte dei ragazzi di acquisire strumenti autonomi, liberi e costruiti con pazienza, con metodo e serenità. Non è questa la via, come si pretende, per concorrere alla formazione di un buon cittadino, ma di una persona frastornata, debole di fronte ai mass media, e capace di essere cittadino solo rivendicandolo. Premesso ciò, ogni esigenza o pretesa di arricchire il normale funzionamento della scuola con eventuali contributi sussidiari extraistituzionali o innovativi non può che essere vagliata dai responsabili adulti degli adolescenti, diretti o delegati (genitori, insegnanti, esperti). In questa delibera non è prevista nessuna approvazione da parte delle famiglie, le quali su un tema così delicato - la morale sessuale - non hanno certo delegato a scatola chiusa la scuola, come risulta anche dal sondaggio promosso dal quotidiano “La Nazione”.
Il fatto è che la delibera va ben al di là dell’informazione igienico-sanitaria, che del resto non garantisce affatto. Questa informazione non può che spettare agli insegnanti di Scienze nello svolgimento dei loro programmi o ampliandoli nei modi in cui i regolamenti scolastici lo consentano. Il Comune può sollecitare e eventualmente sostenere tale opera. Nelle scuole a volte vengono invitati anche medici delle Usl impegnati direttamente nei centri per ammalati di Aids e insieme con loro esponenti dell’Associazione Assa. Se sono salve le premesse accennate sopra (scientificità, rispetto del pudore, subordinazione all’autorità ultima della famiglia), il Comune può inserirsi in queste iniziative e fare la sua parte.
Il pr ...[continua]

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