Cari amici,
il sole ha appena fatto capolino da una coltre di nubi e tira una fresca brezza che ripulisce le tossine dall’aria della città. È autunno e il clima, con discrezione, si sta trasformando da un’umidità quasi velenosa a un’aria frizzantina e fresca. Halloween è all’orizzonte; le corsie del supermercato sono già colme di quella paccottiglia nera e arancio di plastica che normalmente viene associata ai costumi con cui i bambini andranno a spaventare i vicini. In quelle stesse corsie intanto c’è carenza delle più prosaiche forniture basilari.
Ora ci sono le zucche da intagliare, anche se sembra che quest’anno non si abbia tanta voglia di giocare alla vecchia tradizione del “dolcetto o scherzetto”, manca l’energia per festeggiare le forze oscure tipiche di questa stagione, ora che l’oscurità solitamente associata a questa stagione sta diventando qualcosa di reale e tangibile per troppe famiglie.
Questo mese, un certo governo inglese ha deciso di eliminare il bonus di venti sterline. Venti sterline che verranno sottratte dalle tasche dei più poveri in tutto il paese. Si tratta del più grande taglio al welfare che un governo abbia mai fatto in un solo colpo; 5,5 milioni di persone gettate nel freddo. Secondo la Resolution Foundation, questo taglio comporterà, per un milione di famiglie, la perdita di un decimo del proprio introito mensile. Se si aggiunge questo all’inflazione e all’impennata dei costi dell’energia, lo scenario diventa degno di un romanzo di Dickens. La risposta del governo è stata suggerire alle persone di lavorare un paio d’ore in più, ignorando del tutto il fatto che molte di queste famiglie già lavorano oltre i propri limiti, e l’aver complicato il sistema del “credito universale” [universal credit system, la misura assistenziale cui faceva capo il bonus delle venti sterline, Ndt] comporta che, per compensare la perdita, una famiglia dovrebbe guadagnare 63 sterline -circa nove ore di lavoro in più a settimana. Nel frattempo, nel Paese dei Ricchi, i privilegiati, gli individui con una costosa istruzione privata alle spalle che fanno parte del governo, non sembrano capire la situazione. Non capiscono cosa significhino venti sterline quando non hai nulla in tasca. Il Trussel Trust, che gestisce mense per bisognosi in questo paese ricco, riferisce di aver consegnato 2,5 milioni di pacchi alimentari tra il marzo 2020 e l’aprile 2021. E chissà quanto questa cifra aumenterà man mano che i tagli mordono, e che pure l’inverno morde. Che regalo al freddo e all’oscurità.

Ma noi viviamo nell’Isola della Peste. Questo è ormai innegabile, anche se vige questa bizzarra tendenza di tutti a dimenticarlo. Il numero di morti per Covid non interessa più a nessuno. Per me è un mistero il fatto che l’opinione pubblica non reagisca al tributo settimanale di morte non solo di coloro che non sono vaccinati, ma anche di coloro che sono doppiamente vaccinati. Ora pure i doppiamente vaccinati se ne stanno a letto col Covid. La malattia imperversa nel paese. Morti ovunque eppure si getta a malapena uno sguardo ai dati della pandemia.
Davvero non capisco la psicologia che sta dietro questo deliberato atteggiamento volto a ignorare una realtà tanto dura per così tante famiglie. Come è stato possibile che le chiare e severe implicazioni dei report dei due comitati di esperti parlamentari su come è stata gestita la pandemia nelle prime fasi sia stata anch’essa relegata nelle nebbie dell’oblio? Come l’opinione pubblica britannica possa mandar giù 40.000 contagi al giorno è un qualcosa che sfugge alla mia capacità di comprensione, così come a quella di tanti altri. Ieri ci sono state 50.000 nuove infezioni.
Il numero dei morti oscilla tra le 800 e le mille unità a settimana. Abbiamo uno dei tassi di contagio più alti del mondo, e per quanto riguarda le morti, procedono a un ritmo incessante. Eppure sembra che le persone non discutano più di questo conteggio inarrestabile. “Siamo ancora in una fase caratterizzata da alti tassi di decesso per questa malattia”, ha affermato Linda Bauld, professore di Salute pubblica all’Università di Edinburgo. CMa è tutto passato in secondo piano. Ci siamo abituati a qualcosa che non è andato via. È come se fosse intervenuta una desensibilizzazione alla mortalità”.
È sconvolgente che un simile fatalismo si applichi anche alle scuole, dove pare imperare una curiosa omertà. Secondo gli ultimi dati disponibili, duecentomila studenti sono assenti; andare in una scuola è d ...[continua]

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