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dicembre
Arriva la prima risoluzione del Consiglio di Si-
curezza che impone alla Repubblica Islamica
sanzioni economiche per la decisione di rifiuta-
re l’invito alla sospensione dell’arricchimento
dell’uranio.
2007
ottobre
Il fronte conservatore-radicale si incrina. Si
dimette, per divergenze con Ahmadinejad, il
Segretario Generale del Consiglio Supremo di
Sicurezza Nazionale, Ali Larijani,
2008
marzo
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
approva la terza risoluzione di condanna delle
attività nucleari dell’Iran.
giugno
Ahmadinejad rigetta l’offerta di negoziati
dell’Unione Europa.
2009
febbraio
L’hojatolislam Seyyed Mohammad Khatami
annuncia la propria candidatura alle prossi-
me elezioni presidenziali. Ritira la candida-
tura qualche settimana dopo, annunciando di
sostenere Mir Hossein Mussawi alle elezioni
presidenziali del 12 giugno.
giugno
Il 12 giugno, dopo una campagna elettorale di
un’asprezza senza precedenti, la partecipazio-
ne al voto è dell’85% degli aventi diritto. Alla
chiusura dei seggi, il Ministero dell’Interno
annuncia che il presidente uscente Mahmoud
Ahmadinejad è stato rieletto al primo turno
con il 63% delle preferenze. Mussawi e l’altro
candidato riformista, Mehdi Karroubi, denun-
ciano brogli e chiedono nuove elezioni.
Il 13 giugno le strade sono invase dai manife-
stanti. Migliaia e migliaia di persone gridano
“dov’è il mio voto”. Intervengono le forze spe-
ciali della polizia e i basiji.
Il 14 giugno l’Iran viene tagliato fuori dal mon-
do virtuale. Niente Internet per 48 ore. Due
giorni prima erano stati spenti i cellulari.
Il 15 giugno oltre un milione di persone nel-
la sola città di Teheran partecipano alla più
grande manifestazione di protesta organizzata
dopo la rivoluzione del 1979.
Il 16 giugno assalto ai dormitori delle universi-
tà di Teheran e Shiraz. Sette i morti. Iniziano
gli arresti eccellenti. Finisce in carcere anche
l’ex vice Presidente, Mohammad Ali Abtahi.
Il 17 giugno la stampa straniera accredita-
ta a Teheran riceve l’ordine di non coprire le
manifestazioni. I visti dei giornalisti che si
sono recati in Iran per le elezioni non vengo-
no rinnovati. L’inizia il blackout mediatico. I
manifestanti si prendono l’onere di informare
l’opinione pubblica nazionale e internazionale.
Immagini registrate con i cellulari finiscono su
Youtube.
Il 19 giugno, alla preghiera del venerdì di
Teheran, la Guida Suprema, l’ayatollah
Seyyed Ali Khamenei, chiede a tutti di ricono-
scere l’elezione d’Ahmadinejad e ordina la fine
delle manifestazioni di piazza. La richiesta è
respinta dai manifestanti che continuano con
le proteste di piazza di giorno e quelle dai tetti
delle case durante la notte.
Il 20 giugno viene uccisa quasi in diretta Neda
Agha Soltan, studentessa di 27 anni, diventa-
ta simbolo della rivolta contro il regime islami-
co in Iran. Nello stesso giorno viene arrestato
Maziar Bahari, corrispondente del settimana-
le americano
Newsweek
.
Il 29 giugno si riunisce il Consiglio dei Guar-
diani che conferma l’elezione di Ahmadinejad.
Mussawi e Karroubi si rifiutano di riconosce-
re Ahmadinejad come presidente e parlano di
“golpe elettorale”.
luglio
Il 13 luglio alla madre di Sohrab Arabi, un
giovane manifestante di 19 anni arrestato una
settimana prima, viene consegnato il corpo
senza vita del figlio con evidenti segni di tortu-
ra. Sohrab diventa anche lui un simbolo della
rivolta.
Il 24 luglio muore nel centro di detenzione di
Kahrizak, non lontano da Teheran, Mohsen
Ruholamin, arrestato il 7 luglio. Suo padre
è un importante esponente dei Pasdaran. La
morte del ragazzo porta alla luce abusi, anche
sessuali, commessi nelle carceri, soprattutto
nel centro di detenzione di Kahrizak. Tre gior-
ni dopo, la Guida Suprema ordina la chiusura
di Kahrizak.
agosto
Il primo agosto si apre il primo “processo” con-
tro gli arrestati delle ultime settimane. In aula
molti personaggi di spicco dell’area riformista.
Tra questi anche l’ex vice presidente Moham-
mad Abtahi, che “ammette” le proprie “colpe” e
accusa i candidati riformisti e gli ex presidenti
Rafsanjani e Khatami di fomentare la rivolta.
Il 20 agosto il candidato riformista, l’hojato-
lislam Mehdi Karroubi, presenta un dossier,
con testimonianze dirette delle vittime, sugli
abusi sessuali commessi nei centri di detenzio-
ne nei confronti di uomini e donne.
settembre
Il 7 settembre la polizia fa irruzione nelle sedi
dell’Associazione per i Diritti dei Detenuti e
del Comitato d’inchiesta sulle detenzioni post
elettorali portando via documenti e computer
contenenti le denunce delle vittime degli abusi
sessuali in carcere.
L’11 settembre, durante la preghiera del ve-
nerdì, diversi religiosi, durante il loro sermo-
ne, chiedono l’arresto di Mehdi Karroubi e Mir
Hossein Mussawi, i due leader riformisti che
guidano il movimento di protesta.
novembre
Il 17 novembre sono condannati a morte dal Tri-
bunale di Teheran i primi cinque manifestanti
arrestati nei giorni successivi alle elezioni.
dicembre
Il 19 dicembre muore nella città santa di Qom,
a 87 anni, ayatollah Hossein Ali Montazeri. è
la più autorevole voce critica del paese.
Il 27 dicembre, in occasione dell’Ashura, l’an-
niversario della morte dell’imam Hossein, ni-
pote del Profeta, si tengono in tutto il paese
grandi manifestazioni di protesta. La reazione
delle forze di sicurezza e dei reparti speciali è
inaudita. Alla fine della giornata i morti sono
15, i feriti oltre 700 e gli arrestati più di mille.
Le manifestazioni proseguono per cinque gior-
ni. Le manifestazioni dell’Ashura segnano la
fine dell’Onda Verde, almeno come forma di
protesta popolare.
2010
febbraio
Il 25 febbraio, nottetempo e segretamente,
vengono arrestati nelle loro case Mehdi Kar-
roubi e Mir Hossein Moussawi. Assieme ai
due ex candidati presidenziali finiscono agli
arresti anche le loro rispettive mogli, Fatemeh
Karroubi e Zahra Rahnavard.
marzo
Il primo marzo viene arrestato il noto regista
iraniano Jafar Panahi. La polizia fa irruzione
nella casa del regista arrestando lui, la moglie,
la figlia e altre 12 persone, tra i quali il cinea-
sta Mohammad Rasulov. è l’inizio di un’offen-
siva senza precedenti contro i registi, gli attori
e le attrici e i produttori. Il 15 ottobre del 2011,
Panahi viene condannato in via definitiva a sei
anni di carcere e 20 anni di proibizione dell’e-
sercizio della sua professione, di viaggiare
all’estero e di avere un qualsiasi contatto con
la stampa locale e internazionale.
2011
giugno
L’11 giugno, a Ginevra, le Nazioni Unite de-
cidono di nominare un Relatore Speciale per
seguire le violazioni dei diritti umani nella
Repubblica Islamica. La scelta cade sull’ex
Ministro degli Esteri delle Maldive, il giurista
Ahmad Shahid. Il 22 marzo del 2012, Shahid
viene confermato per un altro anno nel suo
incarico.
dicembre
Il primo dicembre, a Bruxelles, nel corso di un
vertice europeo, vengono decise dure sanzio-
ni economiche contro la Repubblica Islamica.
141 tra società e banche e 39 personalità della
Repubblica Islamica sono inserite in una spe-
ciale lista nera dell’Unione Europea.
2012
gennaio
Il 13 gennaio, su proposta dell’Italia e della
Francia, l’Unione Europea decide di interrom-
pere, con decorrenza 1 giugno dello stesso anno,
le importazioni petrolifere dall’Iran e di vietare
ogni collaborazione nel campo energetico con il
governo di Teheran. Alcuni paesi, come l’Italia,
che hanno contratti in corso sono esentati fino
alla scadenza dell’impegno assunto.
aprile
L’11 aprile il viaggio a sorpresa del presidente
Mahmoud Ahmadinejad all’isola di Abu Musa,
nel Golfo Persico, provoca la dura reazione de-
gli Emirati Arabi Uniti e di altri paesi arabi.
L’isola di Abu Musa, così come altre due isole
del Golfo Persico, sono oggetto di una vecchia
contesa tra l’Iran e l’emirato di Sharaja.
Il 14 aprile riprendono, a Istanbul, dopo una
sosta durata oltre tre anni, i negoziati tra la
Repubblica Islamica e il gruppo dei 5+1, che
comprende i membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite con l’aggiunta
della Germania.
ottobre
Gli iraniani sono di nuovo in piazza. Questa
volta non si tratta di studenti che protestano
in nome della libertà, ma di commercianti che
non sanno più che prezzi dare alle merci, visto
il loro rial che continua a svalutarsi e conti-
nua a perdere valore rispetto al dollaro. Molti
slogan contro il presidente Ahmadinejad, ac-
cusato di aver ridotto l’economia iraniana ai
minimi termini. Critiche alle rilevanti spese
per il nucleare, che hanno provocato l’embargo
internazionale, e per l’aiuto fornito al regime
siriano con il beneplacito dell’intero establi-
shment religioso.
(a.R.)
Nel percorso nascosto e palese
del villaggio ci sono parole:
chi s’è adattato?
Chi ha vinto?
Chi ha perso?
E l’olmo silente,
e il giardino depredato, alle parole esistenti
negano ascolto,
e ogni cosa punge il cuore.
(Nima Yushij)