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Attualmente sei oncologie italiane sono at-
tive; a gennaio prossimo entreranno l’On-
cologia pediatrica di Parma e il Servizio di
Igiene Mentale di Castelfranco Veneto.
Nella filiera del dono dei Donatori di Musica
ci sono oltre 200 musicisti di altissima qua-
lità sia musicale (debbono essere professio-
nisti con esperienza documentata nazionale
e internazionale) che empatica.
è nel momento del concerto che il musicista
è chiamato a dare una musica diversa da
quella che suona di fronte a platee anche di
migliaia di persone, protetto dal palco e dal-
la irraggiungibilità del “grande maestro”.
Qui suona in mezzo a persone che sentono il
suo respiro e vedono le vene delle sue mani.
Non può nascondersi e deve donare la sua
musica più intima perché chi lo ascolta lo
fa con il cuore e con la pelle. E quindi deve
scoprire la sua musica più innamorata che,
a volte è capitato, lui stesso non aveva mai
sentito prima.
Ma di tutte le fasi dei concerti di Donatori
di Musica quelle più importanti sono tutti
i giorni dopo: non servirebbe a niente ave-
re assistito al più grande ed emozionante
concerto del secolo se tutti i giorni succes-
sivi non venisse mantenuta quella magica
relazione che si è creata
durante
il concerto.
Ecco perché la bellezza e la grandezza del-
la rivoluzione di Donatori di Musica si vede
ancora di più in tutti i giorni dopo: proprio
nella quotidianità ospedaliera fatta di vitto-
rie e di sconfitte, fatta di lacrime e abbracci.
Fatta di carne, di scienza e di cuore.
(Intervento del dott. Maurizio Cantore
alla Camera dei Deputati, 9 ottobre 2013)
Sono onorato di essere qui con voi e felice
di raccontarvi una bella storia che nasce in
Italia, in quell’Italia che in queste settima-
ne di tragedie umane ha dimostrato che con-
cetti come solidarietà e amore appartengono
alla maggior parte dei suoi figli. è la storia
di “Donatori di Musica”. La storia di perso-
ne che rimangono tali o addirittura scopro-
no di essere persone migliori nel momento
più difficile della loro vita, quello della dia-
gnosi di cancro. La storia di 8.000 pigiami
lasciati negli armadi dei reparti di oncologia
negli oltre 200 concerti che si sono svolti in
questi cinque anni perché al concerto si va
ben vestiti anche se è in ospedale. La storia
di volontari che con gioia cambiano volto e
attraverso nuove azioni trovano sempre più
forti motivazioni. La storia di musicisti che
si tolgono il frac e suonano nell’abbraccio
di persone che ascoltano con il cuore prima
che con l’orecchio. La storia di medici che si
tolgono il camice, vivono nelle stanze della
quotidianità oncologica, prima ascoltano e
poi parlano per una condivisione più vera.
La storia di luoghi dove il dialogo è orizzon-
tale e non dall’alto verso il basso, dove anche
le paure più nascoste hanno modo e forza
di essere dette, dove i desideri cancellati da
qualche etto di tumore possono riaffacciarsi,
dove insomma la speranza viene ripescata e
rianimata. La storia di luoghi dove il malato
con tumore non ha soltanto diritti, ma an-
che doveri, principalmente verso se stesso, il
primo dei quali non diventare
malato di pro-
fessione
, persona cioè che parla solo al pas-
sato, cancella il futuro dal suo immaginario
e si
trasforma
nella
sua malattia
. La storia
di un nuovo tipo di relazione tra medico e
malato in cui l’obiettivo di cura diventa un
obiettivo comune e la strada per raggiunger-
lo diventa una strada
mai percorsa
da soli.
La musica è un fertilizzante magico di que-
sto nuovo terreno d’incontro.
E proprio dall’occasione di un incontro nel
giugno 2007 nell’Oncologia di Carrara, na-
sceva l’idea di Donatori di Musica. Gian
Andrea Lodovici, uomo della musica, critico
musicale famoso e importante produttore di
musica classica, entrava nel mio studio di
Carrara per fare l’ultimo piacere alla mo-
glie Caterina e al piccolissimo figlio Gior-
gio. Sentire un’ulteriore opinione sul trat-
tamento del proprio cancro allo stomaco.
Erano 12 mesi che eseguiva chemioterapie,
perdeva capelli, faceva esami, stava sempre
peggio e la musica era stata cancellata nei
suoi pensieri. Quella musica che per lui era
stata sempre motivo e ispirazione di vita.
In quel primo incontro, che poteva esse-
re anche l’ultimo, non ho parlato di nuove
chemioterapie, di armi più potenti o mirate
per combattere il suo cancro, ho chiesto il
suo aiuto per fare dei concerti nel mio re-
parto. I suoi occhi subito hanno cambiato
orizzonte, prima mi passavano attraverso
con indifferenza, ora si posavano sui miei,
accesi però da un dubbio: “Perché lui, mio
possibile salvatore
chiede
a me aiuto, a me
che ho il cancro?”. Proprio in quel momento,
la luce si è riaccesa in lui e gli ultimi mesi
della sua vita sono stati percorsi con gioia a
creare concerti e poi stagioni musicali nella
nostra Oncologia. Gian Andrea con serenità
e profonda stima ha quindi ceduto il testi-
mone a chi, lui ne era certo, avrebbe prose-
guito il suo cammino, Roberto Prosseda, uno
dei più noti pianisti italiani che da subito lo
ha raccolto con entusiasmo e fortissime mo-
tivazioni. Nasceva così l’idea di creare una
rete di musicisti, medici, volontari, malati,
familiari, infermieri, psicologi per portare
la grande musica non episodicamente ma
continuativamente nelle oncologie italiane.
E dopo Carrara ecco che Claudio Graiff, pri-
mario oncologo di Bolzano, costruiva il se-
condo punto della rete delineando una retta
e quindi la direzione da seguire. E poi ecco
le Oncologie di Brescia, Vicenza, Roma, Son-
drio e Saronno con oltre 200 concerti suonati
in questi anni. E arriviamo ai giorni d’oggi.
L’incontro con la Fondazione Alexander
Langer e le motivazioni che hanno premiato
DdM, sono state per noi
rivelatrici
di obiet-
tivi da raggiungere e non di mete già colte:
il concetto di
non violenza
di una medicina
che attualmente tende ancora a istituziona-
lizzare il malato e di fatto a spegnere il suo
essere persona. Porlo al centro della nostra
attenzione significa che lui può solo chiede-
re e ricevere, non dare e offrire. Donatori di
Musica è una semplice, imbarazzante rivo-
luzione che quotidianamente pone al centro
non
il
malato
, ma la
costruzione di una re-
lazione
con lui come persona che può anche
dare e offrire.
Maurizio Cantore
Tutti i giorni dopo