Pagina 31 - Quaderno2.indd

Versione HTML di base

31
ta cioè la soglia in cui i benefici superano in
qualche modo i costi.
Il progresso molte volte è potuto apparire
tale perché è riuscito a distanziare sempre di
più l’ottenimento dei vantaggi dal pagamen-
to dei costi. Vantaggi subito quindi e sempre
più grandi; costi rimandati sempre più lon-
tano nello spazio, nel tempo, magari in altri
paesi, soprattutto dei tanti Sud del mondo.
È come se si lasciasse una bolletta da pagare
-per l’inquinamento, la deforestazione, la di-
struzione di qualsiasi cosa- a chi verrà dopo
di noi o agli strati sociali più deboli.
Tutto può essere costruito sinteticamente:
la vita, la specie vegetale o animale, attra-
verso macchine sofisticate, tecniche, grande
professionalizzazione di esperti dei diversi
settori. Tutto questo è stato certamente di
grande aiuto, ma ha anche originato inter-
rogativi sulla sofferenza e sull’importanza
di vivere in buona salute.
Anche nella vostra professione non man-
cheranno, anzi non mancano, coloro che su
questo aspetto della cura lavorano, guada-
gnano, motivano le loro carriere e trovano la
loro affermazione.
Uno sforzo in qualche modo controcorrente
può condurre alla riconciliazione, alla ri-
composizione, al recupero di interezza, di
riequilibrio, di pacificazione. Ciascuno può
scegliere i termini che crede opportuni per
comunicare un messaggio di semplicità.
Una semplicità non da ingenui, da sempli-
Quaderno della Fondazione Alexander Langer Stiftung, onlus
dicembre 2013
Dedicato ad Anna Segre
Responsabile:
Enzo Nicolodi
Hanno collaborato:
Anna Bravo, Bettina Foa, Grazia Barbiero, Mohsen Farsad, Serena Rauzi, Edi Ra-
bini (coordinamento), Franz Tutzer.
Foto:
di Fausto Fabbri. Reportage pagg. 16-17,
tratte da
Segni d’arte in Oncologia,
a cura di Tiziana
Tacconi e Maurizio Cantore, edito nel 2008 dal Reparto di Oncologia, Ospedale di Carrara, insieme
all’Accademia di Belle Arti di Brera; a pag. 3, Luxardo; a pag. 9, di Max Guarnieri; a pag. 11, di Rober-
to Masotti; alle pagg. 21 e 30, archivio “Una città”; alle pagg. 4, 5, 7, 9, 26, 27, 28, di Andrea Rizza; a
pag. 29, archivio Fondazione Alexander Langer.
Archivio delle interviste di Una città: www.unacitta.it
Grafica, impaginazione e realizzazione
: Una Città soc. coop., Forlì (www.unacitta.it)
Stampa:
Galeati, Imola (BO)
Fondazione Alexander Langer Stiftung, onlus
via Bottai/Bindergasse 5
I-39100 Bolzano/Bozen
Tel. + Fax 39 0471 977691
info@alexanderlanger.net www.alexanderlanger.org
Cassa di Risparmio/Südtiroler Sparkasse, IBAN: IT91S0604511613000000555000
BIC: CRBZIT2B059
Realizzato con il contributo di:
Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Trentino Alto Adige-Südti-
rol, Comune di Bolzano, Azienda Energetica SpA
ciotti. È la semplicità di uno scalatore che,
pur volendo affrontare la vetta, è pronto a
rinunciarvi se si rende conto delle cattive
condizioni meteorologiche, senza sfidare
una forza più grande di lui, ma accettando
così anche il suo fallimento.
Non ci resta che cercare di difendere ac-
canitamente, e possibilmente di sviluppa-
re, soprattutto le occasioni di gratuità, di
informalità. Dove lo stare insieme non av-
viene perché qualcuno fornisce una cornice
ufficiale in cui questo deve verificarsi. Di
difendere e valorizzare cioè tutti i luoghi
in cui ci si può ritrovare, si può sostare, ci
si può parlare, senza dover far parte di una
struttura, senza dover pagare un biglietto
di ingresso, senza essere abbonati a un cir-
cuito, senza avere un contratto di assisten-
za tecnica che dopo si candida a curare la
manutenzione.
Da sempre, e oggi più che mai, la sepa-
ratezza delle professioni, la salvaguardia
della parcellizzazione e della specializza-
zione si basano anche sul segreto dei “chie-
rici”, sul fatto che gli addetti parlino nel
linguaggio degli addetti e solo agli addetti,
senza rompere il muro della comunicazio-
ne che li separa dai non addetti.
L’eccessiva dipendenza dalle macchine è
tale che la perdita dell’autonomia, la per-
dita di sapere, di capacità di modulazione,
di adeguamento dell’intervento alla situa-
zione reale, sono ormai tali da rendere ne-
cessaria l’introduzione di una voce contro-
corrente. Purtroppo, finché la nostra società
è organizzata così com’è organizzata ora, è
molto difficile che funzionino degli effica-
ci “temperamenti”, insomma, qualcosa che
moderi la dinamica spontanea del denaro e
del potere. Nemmeno la ricerca farmaceu-
tica, la ricerca medica, la sperimentazione,
condizionate dalle forti ragioni dell’indu-
stria, possono essere affidate solo all’
èthos
e alla coscienza dei limiti dello scienziato e
del ricercatore.
Gli esperti difficilmente ci sapranno gua-
rire, sapranno forse aggiustare molti gua-
sti, ma difficilmente sapranno guarire. Chi
serve l’interezza, invece, forse non sempre
vorrà spingersi al massimo nella ricerca e
nel montaggio dei vari pezzi di ricambio,
ma forse aiuterà meglio a guarire. Non si
può rimuovere l’idea di malattia. Dobbiamo
convivere con lei più serenamente possibile,
anche con la prospettiva della morte. Inu-
tile esorcizzarla, rinnegarla o rimuoverla,
facendo finta che non ci sia.
(Estratto dalla relazione di Alexander Langer al
9° Congresso Nazionale dell’Aniarti
-
Associazio-
ne nazionale infermieri di area critica- del no-
vembre 1990, dove sostituì all’ultimo momento
l’amico Ivan Illich)
l’altro Iran
, diritti delle donne, diritti di tutti
Quaderno nr. 1 della Fondazione Alexander
Langer Stiftung, Onlus, ottobre 2012, con
testi di Narges Muhammadi (Premio Langer
2009), Nasrin Sotoudeh e Ahmad Rafat: in-
formazioni aggiornate e testimonianze vive
di alcuni tra i protagonisti delle lotte per i
diritti delle donne, la libertà e la democrazia
che fanno onore al loro paese.
Per avere copia cartacea:
info@alexanderlanger.org