In memoria di Irfanka Pasagic

Ricordiamo un’amica precocemente scomparsa: Irfanka Pasagic (1953-2023).
Psichiatra originaria di Srebrenica, profuga a Tuzla, tra le fondatrici
di Tuzlanska Amica, associazione che negli anni Duemila seguiva oltre
mille adozioni a distanza, Irfanka ha dedicato la sua vita ai bambini e
alle donne traumatizzati dalla pulizia etnica.

L'ultima lettera apparsa su Una città n. 279/2021

Nulla di bello da dirvi
 

Cari amici,
non vi ho scritto per tanto tempo, perché non avevo nulla di bello da dirvi. Sono consapevole del fatto che questo periodo di pandemia non sia facile neanche per voi e perciò non volevo addossarvi anche il carico della situazione in Bosnia Erzegovina (BiH).

Già in passato avevo definito gli accordi di Dayton una sorta di “camicia di forza” che la Comunità Internazionale aveva imposto alla Bosnia Erzegovina. Per quanto la situazione sia critica già da anni, mai come ora quegli accordi si stanno rivelando in tutta la loro insensatezza e assurdità. La Presidenza tripartita della BiH non funziona da mesi, per colpa di uno dei tre membri. Perfino quando gli incendi sono divampati in vasti territori della BiH, è risultato impossibile ingaggiare le forze militari con i loro elicotteri (noi abbiamo solo quelli), perché i tre membri della Presidenza non sono riusciti ad accordarsi su una decisione univoca. La paradossalità dell’attuale situazione è ben esemplificata dallo scandalo dell’ossigeno. Mentre la Bosnia Erzegovina veniva collocata al secondo posto, dopo il Perù, per numero di morti in relazione al numero di abitanti, è stato scoperto che negli ospedali, ai pazienti, viene somministrato l’ossigeno industriale anziché quello medicinale. La Commissione della Repubblica Serba di Bosnia e Erzegovina (Republika Srpska) ha detto che questo è ok, insomma che va bene così. La Commissione dello Stato centrale ha invece affermato che l’ossigeno industriale non può essere somministrato ai pazienti. Bene, da quel momento, il governo della Repubblica Serba ha deciso che d’ora in poi per loro saranno valide solo le decisioni del governo della Repubblica Serba.
Intanto offese e umiliazioni degli “altri” sono quotidiani. Non bastasse, in questi tempi in cui molti faticano a sopravvivere, proprio coloro che urlano di più, che occupano le più alte posizioni, si sono arricchiti enormemente. Gli episodi di corruzione sono anch’essi all’ordine del giorno. Stiamo assistendo al fatto che la maggior parte dei nostri politici è sotto inchiesta giudiziaria, ma di queste inchieste già sappiamo che non se ne farà nulla. Oppure, come usa dire il nostro popolo: ha tremato la montagna, è nato un topolino. Nessuno di loro si è mai dimesso. Nessuno è stato condannato.

Nel frattempo -di nuovo!- si stanno ritagliando e ridisegnando i confini della BiH. Di nuovo si parla di formare due eserciti nello stesso stato. Di nuovo la colpa è degli altri. Gli echi di guerra tornano a farsi sentire. È interessante anche la posizione della Russia e dei paesi occidentali riguardo la situazione: siamo davanti alla più seria crisi post bellica in Bosnia Erzegovina. Intanto, aspettiamo. Che decidano gli altri.

Per quanto riguarda la pandemia, all’incirca il 20% della popolazione è stato vaccinato. Non esiste alcuna campagna vaccinale organizzata, perché così i nostri politici non si devono preoccupare di procurarsi le forniture di vaccini. Non ci sono nemmeno restrizioni: i bar sono pieni e quasi ovunque si può andare senza mascherina. I test si fanno solo agli ammalati più gravi o a quelli che lavorano e hanno bisogno di stare in malattia. Il risultato è che il numero di positivi non risulta così alto, nonostante stia crescendo significativamente di giorno in giorno. Il numero dei morti è enorme.
In Amica, altre due persone si sono ammalate. Noi due rimasti, ci siamo dati da fare per sbrigare più lavoro possibile, anche se non è stato per niente facile. Non siamo stati in quarantena, anche se avremmo dovuto, perché il numero di persone che vengono a chiederci aiuto aumenta quotidianamente. Nel frattempo i prezzi sono impazziti, suppongo anche da voi.
Ecco, scusatemi di non avervi scritto nulla di bello.